Il male silenzioso che colpisce una donna su sette
Nella foto A sx Maria Serena De Santi col Presidente del Rotary Napoli Antonio Ascione |
Il Rotary Club Napoli scende in campo contro la Vulvodinia, un male silenzioso, patologia ginecologica dall’effetto invalidante, di cui si parla poco nonostante arrivi a colpire circa il 15% delle donne. In un convegno, il 2 febbraio presso l’Hotel Royal, è stato fatto un primo punto sulla malattia e sulle sue implicazioni e complicanze e presentato
il progetto “Vulvodinia: l’urlo silenzioso di una malattia invalidante, intercettato dal Rotary”, con il quale il sodalizio avvia un programma di informazione, divulgazione e di ascolto sul territorio.
“Il progetto nasce nell’ambito delle azioni di interesse pubblico attraverso le quali il Rotary realizza attività che migliorano le condizioni di vita delle comunità - spiega il Presidente del Rotary Club Napoli Antonio Ascione -. In particolare, nella giornata dedicata alla ‘Salute della donna’ organizzeremo uno stand dedicato alla Vulvodinia e alla sua informazione. Sarà anche realizzato uno sportello virtuale a cui le potenziali pazienti potranno rivolgersi anonimamente e in maniera diretta, per essere veicolate verso un corretto percorso terapeutico”.
“La Vulvodinia - spiegano le specialiste Maria Serena de' Santi e Roberta Lanzillo, della Commissione Sanità del RC Napoli - porta dolore cronico alla vulva, si associa a bruciore, arrossamento e dolore durante i rapporti sessuali, con effetti indotti quali problemi di relazione nella coppia, disordini psicologici, disturbi del sonno, alterata percezione della propria immagine corporea”. Il punto sui diversi aspetti della malattia e sulle modalità per affrontarla è stato affidato nel convegno ad un parterre di esperti multidisciplinari: accanto ai promotori del Rotary, sono intervenuti l’attivista e divulgatrice Chiara Natale "LaPelvi”, i ginecologi Maurizio Guida e Costantino Di Carlo, il sessuologo Pierluigi Izzo, il fisioterapista Fabrizio D’Urso, la psicologa e psicoterapeuta Roberta Vacca e l’osteopata Roberta Giovanna Perna.
COME DACOMUNICAZIONE RICEVUTA
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