giovedì 19 dicembre 2024

Granchio Blu in aumento anche in Campania. In arrivo altri 3,7 milioni per indennizzi alle imprese


 

In ascesa il numero dei Granchi Blu presenti nelle acque della regione Campania. il dato emerge dagli studi dell'Osservatorio istituito ad inizio 2023 dal laboratorio Genenvet del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, coordinato dal professor Vincenzo Peretti, per tenere sotto controllo il numero di esemplari di questa specie invasiva.

Nel 2023 sul litorale salernitano per singola pescata con reti si tiravano su 1 o massimo 2 esemplari. Oggi, nello stesso periodo novembre/dicembre 2024 gli esemplari sono passati anche a 6-8, in alcuni casi raggiungendo i 16 granchi blu.

Il dato fornito da Genenvet è stato rilevato in particolare nel litorale salernitano, grazie alla collaborazione con la Cooperativa Provinciale Pescatori Salerno, che monitora costantemente, tramite i suoi pescatori, la presenza degli esemplari di granchio blu nel pescato locale.

Bene, quindi, gli ulteriori 3,7 milioni di euro per combattere il granchio blu, nel decreto fiscale collegato alla manovra finanziaria che prevede il rifinanziamento degli indennizzi per le imprese colpite, che incrementa i fondi messi a disposizione con il decreto legislativo 102.



Il testo, approvato definitivamente dall'aula del Senato, deve ora attendere la promulgazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

 



“Siamo enormemente preoccupati di questo aumento numerico di granchio blu” – dichiara Antonio Giordano, presidente della Cooperativa Provinciale Pescatori Salerno – “soprattutto per i danni ingenti che questa specie aliena causa sia all’ecosistema sia all’attività ittica presente. Pertanto, chiediamo all’assessore Nicola Caputo, di istituire anche in Regione Campania un tavolo blu per fronteggiare questa nuova emergenza che mette in crisi il nostro comparto”.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

Peggy Franck | In a Naked Room | Palazzo De' Toschi - Sala Convegni Banca di Bologna | 4 febbraio – 2 marzo 2025

Palazzo De' Toschi | Sala Convegni Banca di Bologna
piazza Minghetti 4/D Bologna

A cura di Davide Ferri



Dal 4 febbraio al 2 marzo 2025, nella Sala Convegni Banca di Bologna di Palazzo De’ Toschi apre al pubblico In a Naked Room, una mostra personale dell’artista olandese Peggy Franck (Zevenaar, 1978), a cura di Davide Ferri. Il progetto rientra nel programma di ART CITY Bologna 2025 in occasione di Arte Fiera.

“È complicato provare a definire il lavoro di Peggy Franck fissandolo nei limiti di una definizione univoca e di un medium specifico” dichiara il curatore Davide Ferri. “La sua pratica può avere un carattere inafferrabile e sfuggente: pittura espansa, installativa, a vocazione scultorea? Oppure pittura e basta, pittura come impronta dell’individualità, la cui cornice è lo spazio tutto intero? Pittura, scultura e fotografia coesistono nel suo lavoro e in relazione tra loro, come termini equivalenti, che le permettono di comporre un’immagine muovendosi tra diverse possibilità combinatorie e azioni reversibili”.

Alla base del lavoro di Peggy Franck c’è il segno pittorico, fluido e volatile - un segno di pennellate libere, multidirezionali e instabili, che sembra collocarsi nell’alveo dell’espressionismo astratto, di artisti amati come De Kooning, Motherwell ed Helen Frankenthaler - realizzato in verticale come in orizzontale, con strumenti eterogenei, che rilanciano una trama di movimenti e gesti che percorrono la superfici e lo spazio, talvolta le pareti dello stesso, esplorandone anche le zone marginali.

In a Naked Room è una mostra in cui Franck si confronta con Palazzo De’ Toschi alludendo alla presenza di un corpo che ha abitato lo spazio pubblico. Al centro della mostra c’è il Salone della Banca, non più ambiente di rappresentanza, ma stanza nuda, spogliata di elementi che lo connotano come luogo dell’ufficialità quasi a stabilire, con essa, una dimestichezza che la trasforma in un ambiente domestico.

La mostra nasce dall’avvicendamento di passaggi e momenti differenti, e fa incontrare temporalità diverse in un ‘qui e ora’ della composizione. Per diversi giorni, nel mese di gennaio, l’artista visiterà lo spazio per dipingere una superficie orizzontale di grandi fogli di alluminio, una sorta di nuovo pavimento sovrapposto a quello della stanza che, una volta dipinto, diventerà un dispositivo scomponibile in grado di adattarsi al salone in orizzontale e in verticale, di interpretarlo aprendolo a una spazialità frammentaria e disarticolata. Inoltre la superficie riflettente di ogni foglio d’alluminio, a cui si sovrappongono le stratificazioni delle pennellate e delle campiture, mette al centro dell’intervento il corpo dello spettatore e la sua trama di movimenti nello spazio.

Le pennellate su superfici riflettenti - come del resto anche gli oggetti (per lo più “trovati” o di risulta, oppure materiali grezzi) - possono dunque espandersi a dismisura oppure comprimersi e appiattirsi nella fotografia, come a vivere una seconda esistenza che prescinde dalla loro presenza materica (è la fotografia, invece, che può essere arrotolata, sovrapposta, e diventare un oggetto). In mostra saranno esposte anche alcune immagini fotografiche di dipinti già esistenti, oppure derivanti dall’intervento appena realizzato su fogli di alluminio, anch’esse elementi di una macro-composizione che può allargarsi fino a coinvolgere anche le zone marginali, e tutte le stanze adiacenti al salone.

Banca di Bologna promuove la mostra confermando il suo sostegno nei confronti dell’arte contemporanea e continuando il percorso di progetti espositivi di ampio respiro, italiani e internazionali, iniziato nel 2015.

 
Biografia

Peggy Franck (Zevenaar, 1978, vive e lavora ad Amsterdam) crea opere stratificate che si collocano al confine tra fotografia, installazione e pittura. Franck cattura le sue ambientazioni attraverso la fotografia e incorpora queste immagini in nuove installazioni. Per l’artista un “interno” è uno spazio intrigante tra privato e pubblico, tra il mondo interiore e quello esteriore. Le sue costellazioni sono fluide e aperte alla trasformazione, proprio come nel mondo interiore, dove le cose possono cambiare e connettersi in vari modi. Franck lavora spesso direttamente in un ambiente, e a volte dipinge direttamente sulla parete di uno spazio espositivo: una testimonianza fisica dell’atto sensibile del fare. Unisce diversi aspetti di presentazioni precedenti in nuove costellazioni e concetti espositivi.

Le sue principali mostre personali e collettive includono, tra le altre: CFAlive, Milano; Club Solo, Breda; Arcade, Londra; Stigter van Doesburg, Amsterdam; Frans Hals Museum, Haarlem; Alice Folker Gallery, Copenhagen, PSM, Berlino; OUTPOST, Norwich; Photographers Gallery London, UK; FOAM, Amsterdam; Crawford Art Gallery, Cork; Next Visit, Berlino. Ha partecipato a residenze artistiche presso la Rijksakademie, Amsterdam e la Künstlerhaus Bethaniën, Berlino. 

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

GIUSEPPE PENONE Indistinti confini

 Fondazione Ferrero
presenta
 
GIUSEPPE PENONE
Indistinti confini
Conversazioni su arte, architettura e musica,
intorno a Giuseppe Penone 


Tre speciali appuntamenti curati e moderati da Cristiana Perrella che vedranno l’artista confrontarsi con grandi protagonisti della scena contemporanea e un concerto straordinario di Ludovico Einaudi.
 

Venerdì 10 gennaio 2025, ore 18.30 – Il bosco sacro di La Tourette
Con Frère Marc Chauveau, in dialogo con Giuseppe Penone
 
Martedì 28 gennaio 2025, ore 18.00 – L’impronta “ecologica”
Con Hala Wardé e Stefano Boeri, in dialogo con Giuseppe Penone
 
Giovedì 13 febbraio 2025 - Finissage
ore 18.30 – Trecento milioni di anni
Con Carolyn Christov Bakargiev, in dialogo con Giuseppe Penone
ore 19.30 – Concerto di Ludovico Einaudi
 
Con la moderazione di Cristiana Perrella
 
Public program della mostra
Giuseppe Penone. Impronte di luce
a cura di Jonas Storsve
in corso fino al 16 febbraio 2025

 
la Fondazione Ferrero di Alba presenta Indistinti Confini, un calendario di conversazioni aperte al pubblico moderate da Cristiana Perrella. Gli incontri verteranno su arte, architettura e musica, come occasioni di approfondimento della poetica del grande artista italiano conosciuto in tutto il mondo, che si confronterà con personalità internazionali della scena culturale contemporanea. L’esposizione Giuseppe Penone. Impronte di luce proseguirà fino a domenica 16 febbraio 2025, offrendo al pubblico la possibilità di scoprire il film Memoria dei fluidi, con la regia di Giampaolo Penco.

A dare avvio alla serie, venerdì 10 gennaio 2025 alle ore 18.30, l’incontro Il bosco sacro di La Tourette con Giuseppe Penone e Frère Marc Chauveau. Padre domenicano e storico dell'arte, recentemente coinvolto in diversi comitati artistici dedicati alla ristrutturazione degli arredi interni a Notre-Dame di Parigi, Frère Marc Chauveau ha vissuto per vent'anni nel convento di Santa Maria de La Tourette nella regione di Lione in Francia, edificio progettato da Le Corbusier a partire dalla metà degli anni Cinquanta. Dal 2009 Chauveau cura mostre d'arte contemporanea, invitando gli artisti, tra cui anche Giuseppe Penone nel 2022, a stabilire un dialogo tra le proprie opere e l’architettura di Le Corbusier. La lezione di Le Corbusier e in particolare il suo Modulor sono infatti alla base della serie Impronte di luce.
 
Si prosegue martedì 28 gennaio 2025, sempre alle 18.00, con L’impronta “ecologica” che vede la partecipazione degli architetti Hala Wardé e Stefano Boeri. Wardé è la fondatrice di HW architecture, studio di architettura che ha collaborato negli anni con diversi artisti contemporanei. In occasione della progettazione del Louvre Abu Dhabi, Wardé ha invitato Giuseppe Penone a realizzare l’installazione site-specific Germination (2017). Stefano Boeri, architetto, urbanista, teorico dell’architettura e Presidente di Triennale Milano, ha dato vita allo studio Stefano Boeri Architetti la cui pratica progettuale, come accade nell’opera di Giuseppe Penone, integra la natura vivente, imponendosi come un punto di riferimento per l’architettura sostenibile e lo sviluppo urbano strategico, sia in Italia che a livello internazionale.
 
La programmazione si conclude giovedì 13 febbraio con un doppio appuntamento che saluta la mostra Impronte di luce. Alle 18.30, Giuseppe Penone dialoga con Carolyn Christov Bakargiev, nell’ambito dell’incontro Trecento milioni di anni. Curatrice italo-americana di fama internazionale, in precedenza direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, si è recentemente occupata della curatela della grande mostra dedicata all’Arte Povera presso la Bourse de Commerce – Pinault Collection di Parigi, che racconta lo storico movimento teorizzato da Germano Celant, di cui Giuseppe Penone è ancora oggi uno dei più celebri esponenti.
A seguire, dalle 19.30, il palco dell’auditorium della Fondazione Ferrero ospita un concerto esclusivo del compositore e pianista italiano apprezzato in tutto il mondo Ludovico Einaudi.
 

Tutti gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta sulla pagina Facebook della Fondazione Ferrero e sul canale streaming del sito www.fondazioneferrero.it.

 

LA MOSTRA

La Fondazione Ferrero di Alba presenta sino a domenica 16 febbraio 2025, la mostra Giuseppe Penone. Impronte di luce, ampia antologica dedicata al lavoro di uno dei più grandi protagonisti dell’arte contemporanea internazionale, pensata appositamente per gli spazi della Fondazione e a cura di Jonas Storsve in collaborazione con l’artista.
L’esposizione riunisce oltre cento opere, alcune delle quali presentate in Italia per la prima volta in un racconto visivo che attraversa la ricca produzione di Giuseppe Penone (Garessio, 1947), dagli anni Sessanta fino alle più recenti sperimentazioni, individuando come filo rosso della narrazione l’elemento ricorrente dell’impronta.
Spiega l’artista: «L’impronta rivela la sezione aurea che ho nelle mani. Ad occhi chiusi il punto di contatto della mia pelle non ha confini. La mano che si appoggia alla superficie crea l’ombra che diventa luce quando si ritrae e appare il colore».
Il tema dell’impronta, che innerva la carriera di Giuseppe Penone fin dai primi lavori, diviene metafora del legame indissolubile tra uomo e natura e strumento del profondo dialogo tra l’artista e l’ambiente che lo circonda, interpretato attraverso una vasta selezione di tecniche e materiali. Dal disegno alla fotografia, dall’intaglio alla scultura e alla pittura, il motivo dell’impronta diviene nella visione dell’artista sinonimo di contatto tra superfici differenti e trova una propria manifestazione ideale nella natura, intesa come ecosistema globale di cui ogni elemento è parte integrante, dall’essere umano alle foglie, dagli alberi alla terra.
L’esposizione si articola in nove sale che ripercorrono la ricerca artistica di Giuseppe Penone a partire dalla fine degli anni Sessanta, in un itinerario caratterizzato dall’eco dell’impronta. 

Il percorso espositivo si apre con una prima sala che richiama l’idea della crescita naturale, rappresentata in opere come Alpi Marittime – Continuerà a crescere tranne che in quel punto (1968-1978) e Albero libro (2019).
Si prosegue con uno spazio dedicato a opere fotografiche tra cui Svolgere la propria pelle – 10 giugno 1970 (1970) e la serie Coincidenza di immagini (1971), in cui il braccio destro dell’artista è stampato a grandezza naturale. Sopra la fotografia Penone ha incollato una lunga striscia di carta ritagliata con l’impronta di ciascun dito della mano e di una parte del braccio rilevati con l’inchiostro: la sovrapposizione perfetta ne afferma la coincidenza. Non mancano le sperimentazioni nel campo del disegno, restituite in mostra con lavori come Sento il respiro della foresta (1968).
La terza sala accoglie la serie di sculture Avvolgere la terra – il colore nelle mani (2022), che l’artista realizza prendendo tra le due mani un pezzo di argilla, azione primordiale della scultura, e ricava il calco negativo della mano. Con il colore l’artista rileva l’impronta del gesto.
Segue un affondo dedicato a installazioni come Spine d’acacia – occhio (2014), in cui l’artista utilizza spine d'acacia su tela per restituire impressioni visive che richiamano parti del corpo umano come gli occhi e le labbra.
L’idea di un contatto diretto tra essere umano e natura prosegue nei lavori presentati nella quinta sala, tra i quali figurano opere a matita e inchiostro come In punta di spine la sensibilità della pelle (2001) e acquerelli su carta come Pelle di foglie. Sguardo all’orizzonte da terra (2004).
La sesta e settima sala accolgono una selezione di sculture monumentali, tra cui spiccano Pensieri di foglie (2014) e Soffio (1978), che restituiscono l’attenzione di Giuseppe Penone nell’utilizzo di materiali diversi spaziando dal bronzo alle pietre di fiume, dal marmo bianco di Carrara alla terracotta.
L’ottava e la nona sala sono riservate alla serie Impronte di luce (2022), per la prima volta presentata in Italia. Le opere, realizzate con olio su tela, rievocano nelle dimensioni e nei colori il Modulor dell’architetto francese Le Corbusier e raffigurano forme evocative del corpo umano, catturate a partire da ingrandimenti delle mani dell’artista.
Il percorso di mostra trova la propria conclusione nel giardino della Fondazione Ferrero, dove il visitatore incontra le opere in bronzo Equivalenze (2016) e i Gesti vegetali (1983).
Completa il progetto espositivo il catalogo illustrato edito da Skira, che riunisce le immagini di tutte le opere in mostra e vi affianca i saggi a firma dell’artista e del curatore, assieme ai contributi di Jean-Christophe Bailly, Olivier Cinqualbre, Carlo Ossola e Francesco Guzzetti, responsabile del coordinamento scientifico della mostra.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

Giuseppe Cossentino, scrittore e regista riceve un Premio alla Carriera




Giuseppe Cossentino, autore e regista di talento,  di origini napoletane, continua a lasciare un'impronta indelebile nel panorama culturale e artistico italiano. Dopo un anno ricco di presentazioni per il suo romanzo Passioni senza fine, che ha conquistato platee dalla Campania alla Calabria, passando per la Basilicata, radio e televisioni, l'artista ha raggiunto una tappa speciale: il prestigioso Salotto Tina Piccolo.

Nel corso dell’evento, Cossentino è stato insignito del Premio alla Carriera, un riconoscimento che celebra il suo straordinario contributo come "maestro di parole e creatore di mondi che restano nel cuore di chi legge e guarda le sue opere". A rendere questo traguardo ancora più significativo è il contesto prestigioso in cui è avvenuto: il Salotto Artistico Culturale e Multimediale Tina Piccolo, da sempre punto di riferimento per la valorizzazione delle eccellenze culturali italiane condotto ormai da anni egregiamente dal giornalista Giuseppe Nappa che ha intervistato l'autore e regista sottolineando che da anni attraverso il suo lavoro porta Napoli  in tutta Italia e nel mondo.

Il Premio alla Carriera è stato conferito sotto l’egida dell’alta adesione della Presidenza della Repubblica Italiana, il patrocinio morale della Regione Campania e del Comune di Pomigliano d’Arco, nonché il supporto di numerose testate giornalistiche, accademie e associazioni culturali. La cerimonia si è svolta negli studi della sala CS Studio, diretta da Gianni Caputo ed Enza Prete, e ha rappresentato una celebrazione delle arti e della  letteratura.


La poetessa Tina Piccolo, presidente del Salotto e ambasciatrice della poesia italiana nel mondo, ha sottolineato nella motivazione ufficiale il valore dell’opera di Cossentino. Le sue creazioni, siano esse romanzi o progetti cinematografici, hanno il potere di catturare l'anima del pubblico, trasportandolo in universi emozionanti e memorabili.


Giuseppe Cossentino non è nuovo a premi e riconoscimenti, ma questo tributo rappresenta una consacrazione della sua carriera. Passioni senza fine, che ha ricevuto ampi consensi di critica e pubblico, è solo l’ultima dimostrazione del suo talento poliedrico. L’autore e regista ha saputo coniugare passione, creatività e dedizione, affermandosi come una delle voci più autentiche e apprezzate nel panorama culturale italiano.


L’evento ha anche segnato la seconda puntata di una nuova rubrica, "Raccontiamo Napoli", condotta dal giornalista Giuseppe Nappa. Attraverso il live streaming, il progetto si propone di raccontare la bellezza, la storia e la cultura della città partenopea, un contesto che ben si sposa con l’arte e la visione di Cossentino.

Con il Premio alla Carriera, Giuseppe Cossentino ha dimostrato ancora una volta la forza universale delle sue opere, che continuano a emozionare e ispirare. Questo riconoscimento non è solo un traguardo, ma un nuovo punto di partenza per un autore che ha ancora molto da raccontare.

 

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POMPEI, DAL MONITORAGGIO ALLA CONSERVAZIONE: CON UN’ APP LA TUTELA DIVENTA INTERATTIVA



Una soluzione innovativa di monitoraggio continuo del sito archeologico di Pompei per affrontare la sfida più grande, quella della conservazione della città antica e che fa della tutela una missione collettiva.


Per estensione e fragilità, manutenere la città antica di Pompei richiede un impegno enorme: in questo, il sito archeologico è paragonabile ad altri siti “complessi”, con un patrimonio diffuso su un’area vasta, come Petra (Giordania) o Angkor (Cambogia). 

A differenza di monumenti più circoscritti, come una reggia o un castello, il cui monitoraggio è relativamente semplice, un problema cruciale dei siti complessi è la conoscenza dello stato di conservazione. La città di Pompei, scavata a partire dal 1748, consiste oggi in oltre mille abitazioni, seppellite nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio e composte da 13mila ambienti, di cui solo il 5% ha una copertura che li protegge dagli agenti atmosferici.
 

Una vastità che non è gestibile con strumenti tradizionali. Per questo, il Parco archeologico di Pompei, quale istituto periferico del Ministero della Cultura, ha sviluppato un’app nell’ambito dell’ecosistema digitale “Open Pompeii”, dove confluiscono tutti i dati relativi allo stato di conservazione del sito – dati che sono essenziali per programmare interventi di manutenzione e restauro.
 

La web app, accessibile da pc, tablet e smartphone, è stata sviluppata insieme alla società Visivalab e al Dipartimento di ingegneria civile dell’università di Salerno, facendo tesoro di altre esperienze che a prima vista possono sembrare peregrine ma che sono state di grande insegnamento, come per esempio il monitoraggio di autostrade, ponti e altre infrastrutture.
 

Attualmente, un gruppo multidisciplinare composto da archeologi, architetti, restauratori e ingegneri è impegnato nella mappatura a tappeto di tutti gli elementi costruttivi e del loro stato di conservazione: pavimenti, muri, solai, coperture, intonaci, apparati decorativi, arredi e così via. L’app consente di ricavare anche una prima stima dei costi per intervenire là dove viene rilevata un’urgenza.
 

Ma non solo: la stessa app, predisposta per un monitoraggio in continuo aggiornamento, permette anche a tutti i lavoratori e lavoratrici del Parco – dal personale di vigilanza fino al direttore – di interagire e segnalare criticità. “Il digitale ci aiuta a rendere la tutela un’attività partecipata e interattiva, così connettiamo le tante ‘isole del sapere’, ovvero le informazioni che qualcuno aveva, per esempio perché ha visto un potenziale problema come può essere una cresta muraria coperta da vegetazione infestante, ma che non arrivavano a chi poi dovrebbe intervenire” spiegano i tecnici del Parco archeologico.
 

“La rivoluzione digitale significa soprattutto che tutti noi siamo connessi e che possiamo comunicare con una rapidità e complessità come mai prima nella storia dell’umanità – ha dichiarato il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – questo comporta molti rischi, per esempio per i giovani ma non solo, ma anche enormi potenzialità. La nostra app è il tentativo di valorizzare la connettività per potenziare la conoscenza e dunque la tutela. Già stiamo sperimentando come l’intelligenza artificiale può supportarci in questo. In futuro prevediamo di coinvolgere anche i visitatori, che così diventeranno nostri partner nel salvaguardare il sito.”
 

Per affrontare i tanti rischi per il patrimonio, la manutenzione programmata è essenziale: significa che si interviene in situazioni di degrado prima che si creino danni irreparabili. “Ma per farlo – spiega il prof. Luigi Petti dell’università di Salerno, co-sviluppatore dell’innovativo approccio metodologico – è necessario avere un quadro completo e aggiornato del sito. Senza monitoraggio sistematico e periodico, non ci può essere una manutenzione efficace, e la manutenzione è la chiave di successo se consideriamo che ogni Euro speso per la manutenzione produce un risparmio di decine di Euro nei prossimi decenni. Si prevede che nei prossimi anni la manutenzione pro-attiva diventerà ancora più importante per far fronte all’aumento di rischi provocato dai cambiamenti climatici.”
 

Per poter reagire in maniera flessibile alle segnalazioni confluite nell’app Open Pompeii, il Parco archeologico affida una parte degli interventi da eseguire tramite un “accordo quadro” a operatori esterni: vuol dire che si stabilisce l’entità degli interventi da eseguire nei prossimi anni, ma senza determinare già sin dall’inizio dove esattamente si interverrà, dal momento che questo sarà deciso in base al monitoraggio continuo del patrimonio.
 

Il progetto di monitoraggio e manutenzione in accordo quadro è stato finanziato con fondi di Coesione dal Governo italiano per un importo complessivo di 12 milioni di Euro.
 

“Ringrazio il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e gli uffici ministeriali per il sostengo fondamentale al nostro progetto innovativo che potrà essere esteso anche ad altre realtà, premesso che funzioni, e noi ce la metteremo tutta affinché funzioni, perché conservare tutto il sito di Pompei, e intendo non solo le grandi domus ma anche la più piccola bottega e l’ultima stalla, è la responsabilità più grande che abbiamo verso le generazioni future” ha dichiarato il direttore Zuchtriegel.
 

Sulla rivista digitale del Parco è disponibile un articolo di approfondimento sul tema: 

https://pompeiisites.org/e-journal-degli-scavi-di-pompei/

 

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CASTELLAMMARE OSPITA NATALE A KM0 CON I PRODOTTI DI CAMPAGNA AMICA: IL 21 E 22 DICEMBRE SUL LUNGOMARE



Castellammare di Stabia ospita: “Natale a Km 0 con Campagna Amica” l’evento targato Coldiretti Campania che tingerà di giallo il lungomare della cittadina stabiese nell’ultimo weekend prima delle festività natalizie.
 
Ricco il programma degli eventi rivolti ai cittadini di tutte le fasce d’età. Divertimento assicurato con le attività dell’Agriasilo e della fattoria didattica. I consigli del progetto Nutrizione Amica per alimentarsi con intelligenza ed ancora sapori indimenticabili con i prodotti delle aziende del mercato di “Campagna Amica” ed ancora tanto street food per accontentare ogni palato.
 
Taglio del nastro sabato 21 dicembre 2024 alle ore 10. Presenti all’inaugurazione il padrone di casa, il sindaco di Castellammare di Stabia Luigi Vicinanza e il direttore di Coldiretti Campania Salvatore Loffreda con loro il consigliere Regionale Mario Casillo e l’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo.
 
Il programma prevede laboratori didattici e focus sui prodotti agroalimentari a chilometro zero pronti a catturare l’attenzione di appassionati e curiosi di tutte le età, come già è avvenuto in occasione del fortunato evento che l’incantevole location fronte mare ha ospitato in primavera. 

 



 “Siamo orgogliosi di ospitare sul nostro lungomare un evento di grande valore come ‘Natale a Km 0 con Campagna Amica’. Questa iniziativa, che rientra nel nostro cartellone di eventi natalizi, non solo promuove le eccellenze agroalimentari del nostro territorio, ma rappresenta anche un’occasione per riscoprire le nostre tradizioni, valorizzare i produttori locali e sensibilizzare grandi e piccini sull’importanza della filiera corta e della sostenibilità. Castellammare si conferma ancora una volta una città attenta alle sue radici, alla qualità della vita e all’accoglienza, soprattutto in un periodo così significativo come quello natalizio” – ha commentato il sindaco Luigi Vicinanza.
 
“L’arrivo delle festività di fine anno è il momento nel quale le famiglie si riuniscono e si fa maggiore attenzione a cosa mettere in tavola per allietare i giorni del Natale e di Capodanno. I prodotti offerti dalle aziende del Mercato di Campagna Amica sono quelli giusti per trascorrere le festività a km 0. Tanti prodotti arrivano proprio dall’area compresa fra Castellammare di Stabia e Sorrento, da sempre attrattori turistici sia per la bellezza dei luoghi che per la bontà delle eccellenze agroalimentari” commentano il direttore di Coldiretti Campania Salvatore Loffreda e la presidente di Coldiretti Napoli Valentina Stinga.

 



La due giorni rappresenterà anche un momento per mettere in vetrina le eccellenze del settore florovivaistico stabiese. Per l’occasione il fiorista Salvatore Borriello realizzerà con fiori ‘made in Campania’, una composizione floreale ‘instagrammabile’ all’interno del Villaggio, mentre ‘FM – Floricoltura Malafronte’ e ‘Raiamo Antonio’ terranno un laboratorio gratuito per realizzare il centrotavola floreale per le festività natalizie.
 
I più piccoli saranno, invece, accolti dall’Agriasilo. Saranno coinvolti in numerose attività per conoscere il valore della terra e della biodiversità oltre ad assaporare il miglior cibo “made in Campania”. Domenica mattina invece è in programma il focus di approfondimenti di Nutrizione Amica con la consulenza della dottoressa Francesca Marino, biologa nutrizionista che illustrerà agli intervenuti i benefici di una corretta nutrizione ad ogni fascia d’età. Un evento da non perdere, ideato per la valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti.

 

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PIOGGIA DI PREMI TRA SFILATE E MOMENTI DI SPETTACOLO AL FASHION GOLD CHRISTMAS: L’EVENTO ORGANIZZATO DA ALFONSO SOMMA E NICOLA COLETTA A VILLA CIMMINO




Calato il sipario con un grande successo di pubblico, tra ovazioni e applausi, sulla nuova edizione del Fashion Gold Christmas 2024, la tradizionale manifestazione ideata ed organizzata da Alfonso Somma, patron di Moda Gold, agenzia specializzata in cinema, moda, spettacoli ed eventi, e dal modello e attore Nicola Coletta. Lo scorso 13 dicembre, nell’incantevole e suggestiva Villa Cimmino, accogliente struttura per eventi e ricevimenti, situata a Castellammare di Stabia (Na), si è svolta la serata evento, condotta con garbo, simpatia e complicità, da Emanuela Tittocchia, attrice, presentatrice, opinionista, volto noto televisivo, vestita da Paolo Iovino, Nicola Coletta, top model e attore, vestito da Marco Nils ed Emanuela Gentilin, giornalista Mediaset, vestita da Cristian Guarino. Dopo un esclusivo e raffinato Cocktail di benvenuto, e un affollatissimo red carpet tra interviste, fotografie e momento stampa, la kermesse è entrata nel vivo alternando sfilate, premiazioni, musica e ballo. Per l’edizione natalizia tanti e prestigiosi i riconoscimenti, che sono stati conferiti a personaggi del mondo dello spettacolo, del giornalismo e dello sport come i giovanissimi e talentuosi Christian Cervone e Melissa Caturano, della fucina di talenti della PM5 Talent di Peppe Mastrocinque, il primo, autentica rivelazione e protagonista del film Il treno dei bambini, e la seconda, bravissima interprete della serie Disney Uonderbois, Nicola Santini, affermato giornalista e direttore del settimanale Vero, l’atleta, scrittore e personaggio televisivo Marco Maddaloni, il giornalista sportivo Raffaele Auriemma, super tifoso del Napoli, l’attore Danilo D’Agostino, direttamente dal set de Il Paradiso delle Signore, vera star del daily drama di Rai Uno, perfettamente calato nei panni di Matteo Portelli. Hanno consegnato i prestigiosi riconoscimenti tanti esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui gli attori Enza Barra, Genny Filippone, il produttore Eduardo Angeloni, la fashion blogger e giornalista di Artes Tv Lina La Mura, il talent scout Giuseppe Mastrocinque e la giornalista Virginia Maresca. Nel corso della serata sono state molto apprezzate le originali e particolari sfilate: Simona D con il suo brand di kimono invernali ed estivi ispirati alla cultura giapponese, con capi realizzati a mano secondo la tradizione artigianale napoletana; Rita Lepre Couture con la sua linea di abiti da sera e da sposa su misura bella, elegante, seducente, dinamica; Cristian Guarino atelier, uno stilista versatile ed empatico con le sue creazioni uniche per una donna che si veste di carattere, di energia allo stato puro; Marco Nils, brand di abbigliamento maschile, che combina elementi classici con dettagli irriverenti e la sua New Fly Industries con abbigliamento maschile e femminile per diversi brand italiani ed internazionali; Paolo Iovino Couture con la sua eleganza, raffinatezza, esclusività e charme sia per la donna che per l’uomo,
abiti da sera e da sposa, realizzati a mano, su misura ed esclusivi; Giusy Marfella Sartore e Fashion Designer, referente della sezione giovani del territorio flegreo dell’Associazione Confraternita dei
Sartori 1351, esperta della tecnica Shibori, antica arte decorativa giapponese e dell’arte del plissé; Accademia di moda scuola Moda Levi Eriques, scuola secondaria di secondo grado di Portici, diretta
dal Dirigente Prof. Giovanni Liccardo, con le capsule collection realizzate dagli studenti; l’accademia SITAM Napoli, scuola di alta formazione sartoriale con corsi di modellista, taglio e cucito; La Cappellaia Matta dell’artista Lina Aletto, che si è ispirata alla favola di Alice nel paese delle meraviglie, con i suoi bijoux unici e personalizzati utilizzando materiali naturali come madreperla, ceramica e pietre naturali, le sue borse e i suoi cappelli dipinti; Myriam Denise Gentile, donna creativa ed estrosa, con capi personalizzati e su misura, ideati per esaltare ogni donna, con l’uso di tessuti scintillanti, glitterati e perlinati; Paola Bignardi, stilista eclettica, con le sue collezioni originali e sperimentali, arricchite da accessori artigianali come fiori, cappelli, pelletteria di alta gamma. Belli e ritmati i momenti di ballo affidati all’Accademia “Non solo Danza”, diretta da Rosanna Esposito.

Partner ufficiali: il Digital Sharing CEO di Marco Di Falco, esperto in Communication Marketing &
Management, punto di riferimento per Artisti e Professionisti, che ha al suo attivo importanti collaborazioni, consulenze con risultati ragguardevoli, La “Meissa Eventi”, agenzia di organizzazione e design di matrimoni ed eventi con sede a Napoli con il suo progetto “Essenzialmente Noi” Live Parfum Bar, con la creazione di profumi personalizzati, Il Vecchio Fauno, che accosta all'ospitalità e al calore familiare le capacità professionali di struttura alberghiera, posizionato di fronte agli scavi di Pompei, il ristorante Shaval gestito da Andrea, chef e sommelier, con innovazione e modernità, semplicità e qualità per una “food experience” a 360°, attraverso la quale esplorare tutta l’eccellenza dei prodotti campani. Il look dei capelli è stato curato da Immagine dell’hair style Rosa Biondelli, creativa e originale, da Parrucchiere uomo Nicola Verolla, che riesce a coniugare la tradizione e l'innovazione grazie alla conoscenza delle più moderne tecniche della cura dei capelli, la professionalità e l'amore per il bello, e da Ferdy’s Hair & Beauty di Gragnano, un salone specializzato nel settore della bellezza femminile globale con tecnologie d’avanguardia, il trucco è stato affidato a Imma Esposito, beauty specialist, che collabora con le migliori agenzie d’Italia e si occupa di formazione da tanti anni. I premi, tutti originali, sono stati realizzati a mano dall’artigiano Benvenuto Apicella, il vasaio vietrese. Le coreografie sono state curate da Stefania Maria, mentre l’ufficio stampa è stato gestito dal giornalista Antonio D’Addio, foto ufficiali di Fotografi Burrone di Vincenzo Burrone.
Media partner Lo Strillo, Tele Club Italia, che seguirà interamente l’evento e ne farà un’ampia selezione, il blog “Lina’s Style”. Presenti numerosi giornalisti e addetti ai lavori come Daria Graziosi e Salvatore Sposito del programma “Mi Amor Tv”, Vito Maria Camposeo con la sua rubrica televisiva, Stile Tv, Domenico Di Pierro, Vincenzo Assanti, Gianfranco Bellissimo, Elio Guerriero, il dr. Antonio
Pacilio. Immancabili le degustazioni di Babà Re, finissimo liquore alla crema di rum e pezzi di babà, e
del buonissimo vino di Vincenzo Matrone di Matronae winexperience, prodotto a Boscoreale, ai piedi del Vesuvio, e degli ottimi prodotti di Punto Freddo, la Gelateria Dei Fratelli Pasquale e Giuseppe
D'Apice sul Corso Nazionale a Scafati: panettoni artigianali di vario tipo, gelati raffinati, dolci per concludere con la torta ufficiale della manifestazione, opera del maestro pasticciere Luigi Fusco. 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

ARCHEOLOGIA: inaugurata ad Agrigento la mostra sugli antichi vasi greci della collezione Panitteri acquistati duecento anni fa dal principe Ludwig I di Baviera e da allora esposti a Monaco




 

Hanno oltre 2500 anni di vita e nel 1824 furono venduti alla casa reale tedesca da don Giuseppe Panitteri, alto prelato di Girgenti che li aveva trovati in terreni del suo feudo. Tra segno e parola, l’allestimento museale voluto dal Parco della Valle dei Templi ripercorre i miti senza tempo della Grecia intrecciando il linguaggio della pittura con quello dei capolavori della letteratura occidentale. Le storie: il principe tedesco, appassionato di antichità e innamorato del sud Italia, e il suo architetto, “travel influencer” del Grand Tour, che racconta la Sicilia in Europa con gli studi architettonici dei suoi monumenti.



Agrigento, 19 dicembre 2024 – Aiace che mette in salvo il corpo senza vita dell’eroe Achille, Odisseo aggrappato al caprone in fuga dal ciclope, i poeti Alceo e Saffo che intonano versi in musica, il popolo delle amazzoni, le leggendarie donne guerriere citate dallo storico Diodoro siculo.

I miti senza tempo della cultura greca - in un’affascinante narrazione museale che intreccia il linguaggio dell’arte con quello dei capolavori della letteratura occidentale - sono di scena ad Agrigento dove, dal 18 dicembre 2024 e fino al 18 maggio 2025, il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi della Regione Siciliana mette in mostra, a duecento anni di distanza dalla regolare vendita al principe Ludwig di Baviera, dieci antichi vasi del VI e V sec. a.C. – mirabile esempio di pittura vascolare greca - ritrovati ad Agrigento agli inizi del 1800. La mostra si intitola “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei vasi del ciantro Panitteri” ed è allestita al Museo Griffo (Auditorium Lizzi)

Dipinti a figure nere e rosse, i dieci vasi provengono da una raccolta di ben 47 tra crateri e anfore di produzione attica venduta nel 1824 al principe Ludwig I di Baviera dal suo proprietario, il ciantro Giuseppe Panitteri, alto prelato della curia di Agrigento che l’aveva ritrovata durante alcuni scavi in terreni di sua proprietà. I dieci vasi sono in prestito dalle Staatliche Antikensammlungen di Monaco di Baviera. Un progetto culturale tra Italia e Germania con cui, simbolicamente, la Regione Siciliana, tramite il Parco della Valle dei Templi, dà il via agli eventi che vedranno per dodici mesi la città di Pirandello al centro dell’attenzione internazionale come Capitale italiana della Cultura 2025.Ieri ad Agrigento l’inaugurazione.

La mostra, organizzata dal Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi della Regione Siciliana con la collaborazione della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, è sostenuta dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e si inserisce tra gli eventi per la promozione e l’organizzazione delle iniziative collegate all’evento “Agrigento capitale italiana della cultura 2025” (articolo 24, Legge Regionale n. 1 del 16 gennaio). Visite tutti i giorni dalle 9 alle 19. L’ingresso alla mostra è incluso nel biglietto del Museo Griffo.

  





LA STORIA

Quella dei vasi Panitteri è una storia assai curiosa, che lega la Sicilia del primo Ottocento agli ambienti della casa reale di Monaco di Baviera e aggiunge un episodio poco conosciuto ai racconti della grande epopea del Grand Tour nell’isola. I 47 vasi, infatti, appartenevano a monsignor Giuseppe Panitteri (1776-1828), studioso di archeologia e belle arti e uomo di chiesa: era infatti il “ciantro” della Cattedrale di Girgenti, massimo titolo assegnato al capitolo della Cattedrale. Fu lui, nel 1824, a vendere l’intera sua collezione al principe Ludwig I (1786-1868) erede al trono di Baviera. A fare da tramite e a sollecitare l’operazione fu Leo von Klenze (1784-1864), architetto di corte a Monaco e pittore paesaggista innamorato della Sicilia e delle sue antichità, apprezzate durante i continui viaggi in Italia e raccontate in Germania attraverso numerosi disegni, vedute e studi di dettagli architettonici dei monumenti di Agrigento (esposti in formato digitale alla mostra) che fanno di Klenze, come di tutti gli artisti e gli intellettuali del Grand Tour, dei “travel influencer” ante litteram.

Per convincere il principe Ludwig di Monaco, Klenze magnificò la raccolta scrivendo che “rappresenta tra i vasi quello che tra le sculture rappresentano le statue di Egina”. Riferimento non casuale, visto che il futuro re di Baviera, qualche anno prima, in Grecia, si era aggiudicato l’acquisto dello spettacolare complesso statuario del frontone del tempio di Aphaia ad Egina nonostante le critiche del padre, il re Max di Baviera, totalmente disinteressato alle antichità e assai critico nei confronti del figlio ed erede, considerato uno spendaccione che acquistava “robaccia vecchia”.

Da allora, e al termine di lunghe trattative e riflessioni - documentate da numerose lettere fra Klenze e Ludwig che affrontano non solo le questioni logistiche del trasporto dei reperti ma svelano anche gustosi retroscena sulla meticolosa negoziazione del prezzo da parte del monarca, assai parsimonioso in fatto di tasse di dogana e spese di trasporto - i 47 vasi, pagati 1400 once siciliane (7000 fiorini, moneta della casa reale di Monaco), fanno parte della ricchissima collezione di Ludwig I. A mediare tutta l’operazione fu anche Raffaele Politi (1783-1870), artista e intellettuale di origine siracusana al quale si deve probabilmente la passione del ciantro per le antichità e la realizzazione di una serie di pitture e decori nella Wunderkammer di Villa Panitteri, storica dimora settecentesca adiacente alla chiesa di San Nicola, passata al demanio dagli anni Sessanta del secolo scorso e poi inglobata nel Museo Griffo.

Divenuto re di Baviera (1825-1848) Ludwig è passato alla storia come mecenate delle arti e appassionato del mondo greco: conquistato dalla bellezza dei pezzi di Panitteri, continuò in seguito ad acquistare vasi antichi soprattutto nell’Italia meridionale – territori amatissimi, soprattutto per il clima mite tipico delle regioni del sud, esaltato nelle numerose lettere custodite a Monaco - realizzando una ricchissima collezione vascolare successivamente confluita nel Museo Statale delle Antichità di Monaco (Staatliche Antikensammlungen). È da qui, dove i vasi del ciantro Panitteri sono arrivati nel 1824, che dopo duecento anni che dieci di questi preziosissimi pezzi ritornano in Sicilia per essere finalmente ammirati dal grande pubblico in visita ad Agrigento, Capitale della Cultura 2025.

Il progetto espositivo, che vede la curatela scientifica di Maria Concetta Parello, archeologa del Parco, è realizzato con Giuseppe Avenia (Dirigente responsabile del Museo Griffo) e con l’archeologa del Parco Donatella Mangione. L’allestimento della mostra, che riqualifica gli spazi dell’Auditorium Lizzi abbattendo le barriere architettoniche dello storico edificio annesso alla Chiesa di San Nicola, è realizzato dal general contractor Floridia Allestimenti Museali srl su progetto di Diego Cavallaro, Giacomo Floridia e Giuseppe Floridia.

 




 
Nota storica sulla Collezione Panitteri

La collezione di vasi greci del ciantro Giuseppe Panitteri comprendeva circa 50 vasi greci di un periodo compreso tra il 530 e il 360 a.C. di alta qualità e in ottimo stato di conservazione. In Germania, durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, i vasi più preziosi furono messi al sicuro in alcuni conventi dell’alta Baviera. Altri, custoditi in alcuni rifugi a Monaco, furono danneggiati e in seguito restaurati; solo pochi esemplari, tra quelli meno pregiati, furono irrimediabilmente distrutti durante gli attacchi aerei che presero di mira più volte le città tedesche.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA