A Roma la passione
di sant'Agnèse, Vergine e Martire, la quale sotto Sinfrónio
(Prefetto della città) gettata nel fuoco e questo estintosi per le
sue orazioni, fu percossa con la spada.
Di lei così scrive il beato
Girólamo: « Con gli scritti e con le lingue di tutte le genti,
specialmente nelle chiese, fu lodata la vita di Agnèse; la quale
vinse e l'età e il tiranno, e col martirio consacrò la gloria della
castità ».
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