La Cripta costituisce il primo nucleo
nella costruzione del duomo. Già nel Marzo 1081, alla presenza di
Roberto il Guiscardo e dell'Arcivescovo Alfano I, venivano deposte le
reliquie di san Matteo, dei santi martiri e di altri santi come si
evince dalle diverse lapidi ivi collocate. Sulla tomba di san Matteo,
seminterrata, troneggia una statua bronzea e bifronte del medesimo,
opera del 1605 dello scultore Michelangelo Naccherino.
La leggenda della traslazione: le
reliquie siano state portate a Salerno da Gisulfo I nel X secolo ed
in seguito nel 1081, quando fu costruita la nuova cattedrale dedicata
all'evangelista, furono deposte nella cripta destinata a custodirle.
Agli inizi del XVII secolo la cripta fu
restaurata in stile barocco su progetto dell'architetto Domenico
Fontana e del figlio Giulio. Tutti gli affreschi del soffitto sono
opera del pittore tardo-manierista Belisario Corenzio e raffigurano
scene del Vangelo di Matteo, oltre ad alcuni episodi di storia
salernitana (quali L'assedio della città da parte dei francesi). I
marmi che racchiudono le antiche colonne e le pareti sono della metà
del Settecento e sono opera del marmista napoletano Francesco
Ragozzino; sulle pareti ci sono venti statue raffiguranti San
Giovanni Battista e i primi santi vescovi di Salerno.
La cripta ospita anche i resti dei SS.
Martiri Salernitani Fortunato, Gaio, Ante e Felice, e le reliquie dei
Santi Confessori.
Oggi la Cripta corrisponde ai lavori
eseguiti agli inizi del '600 su progetto degli architetti Domenico e
del figlio Giulio Cesare Fontana, i quali hanno reso scenografico e
funzionale lo spazio organizzandolo intorno alla doppia statua
bifronte del santo, eretta sopra il sepolcro, con un doppio altare.
Questa doppia statua è stata realizzata da Michelangelo Naccherino
nel 1606.
L’abside destra è detta dei Santi
Confessori di cui vi è una rappresentazione al di sopra dell’altare
di marmo attribuita a Luigi Roderico. Sulle pareti in alto due
affreschi illustrano l’Assedio di Salerno da parte di Barbarossa e
la Tempesta scatenata da San Matteo, avvenuta grazie ad un miracolo
del santo che fece affondare gran parte della flotta nemica e salvare
la città. Nella volta gli affreschi raffigurano S. Grammazio, il
Miracolo della liberazione di un indemoniato, la guarigione di un
malato e le allegorie: La Sapienza, La Fortezza e La Giustizia.
Nell’abside centrale sono custodite
le spoglie dei santi martiri Caio, Ante e Fortunato e di San Felice.
L'altare in marmo policromo fu donato dalla Scuola Medica Salernitana
nel 1753. I busti di bronzo dei santi martiri sono stati realizzati
da Giovan Domenico Vinaccia, e datati 1680. La volta è ricoperta di
stucchi ed affreschi di Belisario Corinzio che raffigurano scene
della vita dei Santi Martiri.
L’abside sinistra è dedicata alle
Sante Vergini.
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