Si tratta di dipinto su tavola della
seconda metà del '400 che ritrae il banchiere fiorentino Pigello
Portinari, emissario dei Medici nella Milano degli Sforza,
inginocchiato di fronte a San Pietro Martire, le cui reliquie
riposano nella cappella insieme con le spoglie dello stesso
Portinari, sepolto qui alla sua morte nel 1468.
Il dipinto versava in gravi condizioni:
il lavoro di recupero ha previsto il ritorno su tavola di legno
(pensata per garantire isolamento dall'umidità), verniciatura
speciale, un intervento pittorico sulle vesti di Pigello Portinari
(originariamente coperte di una lacca di rosso damasco andata
perduta) e la rimozione di una stuccatura al piombo recente (che
copriva i dettagli della capigliatura dei soggetti), è stato invece
conservato lo sfondo in foglia d'oro posto sulla tela nel trasporto
ottocentesco dal legno sul quale fu ideato originariamente.
"Questo restauro apre la strada a
una più precisa attribuzione dell'opera, che personalmente ritengo
della scuola di Benedetto Bembo - ha detto Lucchini - operazioni come
questa o il restauro della Cappella degli Zavattari nel Duomo di
Monza stanno riportando l'attenzione sul gotico internazionale
lombardo".
Si segnala che il restauro è stato
finanziato con un budget di 44mila euro dalla Fondazione Atlante,
ente non profit creato dai fornitori di servizi turistici Amadeus
Italia e Uvet.
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