Si segnala che da martedì 10 gennaio
2017 lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, (Roma),
ospita la mostra di Teresa Pollidori “Attraversare il tempo
sospeso” a cura di Loredana Rea.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 27 gennaio, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17:00 alle 20:00.
Si tratta del primo appuntamento di
Spazio Aperto 2017 ciclo di quattro mostre in cui l’associazione
culturale Fuori Centro invita gallerie e critici a segnalare ambiti
di ricerca in cui delineare i percorsi e gli obiettivi che si vanno
elaborando nelle multiformi esperienze legate alla
sperimentazione.
"La serie di lavori che, Teresa Pollidori ha realizzato per questa nuova personale, rappresenta il punto di arrivo di una ricerca avviata da poco più di un decennio, in cui l’interesse si è concentrato programmaticamente sull’indagine di spazi esplorati con l’obiettivo fotografico. Lo scatto poi è rielaborato attraverso un complesso processo di scomposizione e ricomposizione, in cui l’artista sottrae e aggiunge, rilegge e trasforma, con una metodologia operativa di matrice pittorica, sebbene inevitabilmente digitalizzata, per restituire l’immagine completamente artefatta, frutto di una articolata elaborazione mentale. Tutto, infatti, appare sospeso in un’atmosfera metafisica, che cancellata ogni spontaneità scava silenziosamente la familiarità di uno spazio vissuto, fino a lasciare emergere un inaspettato spaesamento, una sottile inospitalità che in principio non erano percepibili".
"La serie di lavori che, Teresa Pollidori ha realizzato per questa nuova personale, rappresenta il punto di arrivo di una ricerca avviata da poco più di un decennio, in cui l’interesse si è concentrato programmaticamente sull’indagine di spazi esplorati con l’obiettivo fotografico. Lo scatto poi è rielaborato attraverso un complesso processo di scomposizione e ricomposizione, in cui l’artista sottrae e aggiunge, rilegge e trasforma, con una metodologia operativa di matrice pittorica, sebbene inevitabilmente digitalizzata, per restituire l’immagine completamente artefatta, frutto di una articolata elaborazione mentale. Tutto, infatti, appare sospeso in un’atmosfera metafisica, che cancellata ogni spontaneità scava silenziosamente la familiarità di uno spazio vissuto, fino a lasciare emergere un inaspettato spaesamento, una sottile inospitalità che in principio non erano percepibili".
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