Da venerdì 13 gennaio in Vico del
Vasto a Chiaja, 52 (Napoli) si incontrano moda e stilisti, libri e musica,
persone e le produzioni eno-gastronomiche dell'eccellenza campana a
km zero. Un luogo che offre l'incontro, la convivialità e mette in
rete gli aspetti diversi della creatività sotto le forme e linguaggi
dell'arte, e il curatore Gianni Nappa che ha scelto 23 artisti per
incontrare le diverse facce della produzione contemporanea.
Angelo Abbondandolo/Alessandro
Ciambrone/Alessandro Viglione/Anna Esposito/Barbara
Karwowska/Beatrice Zappia/Cristina Cianci/Francesca
Confessore/Gabriella Gorini/Giancarlo Frezza/Gian Infante/Paola
Lambitelli/Paola Paesano/Luciano Romualdo/Luigi Tirrino/Raffaele
Miscione/Raimondo Castronuovo/Rosalba Conte/Salvatore Ciauro/Rea
Silvia/Stelvio Gambardella/Tonia Erbino/Marcella Simonelli
"Willy Santangelo, il creativo
dell'alta moda nelle calzature con il sapore dell'antica e mai
dimenticata artigianalità che fa di una scarpa un unicum figlio
dell'esperienza e del gusto. Alta moda che interagisce con l'arte
contemporanea e con un sentimento di appartenenza alla nostra terra e
le sue radici profonde, fatte di storia e di una città capitale che
lo rimane anche contro i libri di storia dei vincitori. Una scelta
curatoriale che ha inteso presentare lavori di generazioni del
contemporaneo a Napoli, provenienti da anni e formazioni diverse per
mettere in confronto esperienze pittoriche e scultoree che in questi
anni hanno interpretato il superamento delle istanze pop a favore di
una ricostruita coscienza della qualità nell’operare dell’artista,
con la prevalenza della precisione di linguaggi strutturati e
riconoscibili degli artisti più conosciuti e le sperimentazioni dei
giovani, che in un incontro/confronto del talento espresso sono al
passo con le ipotesi dell’ultima figurazione. Anche gli artisti che
hanno nella materia la loro operosità entrano di diritto nella
collettiva dove il curatore Gianni Nappa ha voluto sottolineare
l’importanza di un periodo storico dove il recupero
dell’artigianalità nel fare arte sia imprescindibile nel solco
delle sperimentazioni che dagli anni settanta ad oggi in una mancata
continuità, ha mantenuto nella stesura di linguaggi attuali la
commistione dei generi tra il visuale e il superamento
dell’oggettuale. Non si tratta di esaltare un passo indietro nella
storia, ma di saper presentare i linguaggi nella pluralità delle
esperienze che sono il dato saliente di una ricostruzioni dei saperi
tecnici accoppiati alle esigenze del superamento delle mode che anche
nelle scuole, spesso seguono le tendenze estemporanee di neo
movimenti riconducibili a matrici vecchie. Quindi senza retorica i
talenti che si esprimono con la sapienza pittorica e quella delle
mani a saper interpretare le materie per una visione contemporanea al
passo con i giorni vissuti".
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