Nicola Torcoli dipinge grandi tele figurative che poi scompone, attraverso il taglio, in centinaia di strisce colorate le quali successivamente vengono ricomposte esclusivamente attraverso la tensione sul telaio, senza uso di colle, in modo da mantenere un assetto tridimensionale e uno spazio “vitale” tra le strisce di tela tagliata. La ricostruzione da luogo alla creazione di una nuova opera ispirata per lo più a paesaggi urbani di stampo architettonico.
Emilia Castioni sceglie luoghi e
persone come soggetti delle sue opere fotografiche. Il soggetto
viene estrapolato dall’insieme della fotografia attraverso il
ritaglio dei suoi margini è “magnetizzato” così da poterlo
installare in modo del tutto casuale sulla immagine di base stampata
su D-Bond, creando in tal modo una nuova immagine o una nuova opera.
Lo spettatore viene invitato ad interagire con l’opera spostando e
muovendo e ricollocando i personaggi a proprio piacere sulla
immagine di base, in una esperienza interattiva di costruzione di
una nuova e inedita opera.
Carla Viparelli adopera in via del
tutto concettuale il principio di base esistente nell’ologramma
che è quello della moltiplicazione in modo tale che ogni singola
parte di un tutto contiene l’intera informazione appartenente al
tutto e, se viene tagliata, continua a riprodurre l’intero
oggetto.
L’azione del taglio laser di
superfici di legno dipinto con figure floreali di cactus e
l’installazione di video animazione sono il suo mezzo artistico
per esprimere il concetto di infinita riproducibilità della pianta
anche se parzialmente sezionata o distrutta; metafora della infinita
possibilità di produrre offerta alla Natura e all’uomo in termini
ideologici.
Syuta Mitomo crea
installazioni site specific con carte multicolore tagliate in
piccolissimi pezzi che vengono inizialmente accumulati e ordinati
per colorazione; successivamente queste carte vanno a comporre
sezioni colorate che vengono installate sulle pareti dell’ambiente
in una sorta di percorso o di “viaggio” ideale attraverso e
dentro il luogo circostante alterandone così la percezione, la
storia e la realtà stessa.
Richard Aber inizia
con un semplice taglio sul bordo di un tessuto piegato e ribattuto;
successivamente il tessuto viene ulteriormente strappato e poi viene
ricucito in modo da creare immense forme di tessuto dipinto, per lo
più monocromo, che vengono piegate e manipolate in nuove sculture
murali di grandi proporzioni.
Diane Silver taglia in
brandelli strisce di carta azzurra contenenti la stampa irregolare e
casuale del codice binario per raffigurare acqua. L’acqua è
ritenuta fonte di vita e di sviluppo umano e biologico. Le sue
installazioni e i suoi lavori a parete rappresentano un omaggio alle
acque del mare che circonda Napoli come la maggiore ricchezza della
città da preservare e conservare.
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