Si tratta di venti opere tra dipinti e
ceramiche che l’artista ha realizzato in questi ultimi anni. Nei
suoi «ultimi dipinti – rileva Massimo Bignardi -, nei quali
Maestosi ha sottoposto il segno, già corroso dalle asperità della
terracotta, ad un ulteriore passaggio verso il limine della luce, si
scorgono segnali di un rinnovato registro compositivo, maggiormente
lirico ed evocativo. La sua narrativa diviene trasparenza, emozione,
soffio, come lo è il fresco soffio della vita sul viso, quando i
toni del colore ceruleo dell’aurora impastano già la realtà. Il
tempo, per un pittore, è la superficie bianca della tela che
trattiene ed eterna l’inizio e la sua lontana proiezione, come
fosse un unicum che si ripete ogni qualvolta l’occhio dello
spettatore, ma anche il tuo, incontra l’esistenza dei segni, dei
colori, degli spazi che esso va ad abitare». «I ricordi ò precisa
Maestosi - sono il senso della vita, trasformano in storie da
aggiungere all'infinita storia della specie, anche il transito delle
esistenze apparentemente più insignificanti. Ma i ricordi svaporano:
la vecchiaia ci assale spesso impietosa così. Vedere la vita di chi
ci sta a fianco ripiegarsi in questo torpore è una stretta al cuore.
Sbiadiscono e si perdono anche le tracce della memoria collettiva
travolte da presenti senza futuro, rimozioni, paure. Piccoli e grandi
oblii. Debiti e doveri di superficie..».
DANILO MAESTOSI: 1944, Giornalista
romano, ha lavorato per Tempo, Paese Sera, Rai, Ansa, e Messaggero
con cui continua a collaborare come critico d’arte. Nel 1998 inizia
l’attività di pittore con una mostra a Ravello, promossa da Bruno
Mansi. Quarantacinque personali in musei, spazi pubblici e gallerie
in varie città italiane. E all’estero: Egitto, Israele, Berlino,
Cina. Circa cento partecipazioni a rassegne collettive, inviti a
premi e concorsi. La sua esperienza in pittura, innanzi tutto che lo
ha visto anche interessato alla ceramica, è scandita per cicli
tematici, tutti evidenziati da un marcato interesse per il segno,
quale evidenza di un dettato emotivo e lirico. Di lui hanno scritto
Massimo Bignardi, Ennio Calabria, Danilo Eccher, Ada Patrizia
Fiorillo, Rino Mele, Ida Mitrano, Erminia Pellecchia, Vittorio
Sgarbi, Gabriele Simongini, Claudio Strinati, Marco Tonelli, Walter
Veltroni.
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