Il museo Etnografico della Spezia,
fondato da Giovanni Podenzana è stato riaperto nel 2005 nei locali
dell'ex oratorio quattrocentesco di San Bernardino nella centrale
via del Prione al n. 156 (La Spezia).
Si tratta di un'esposizione permanente
che comprende materiale raccolto nella Lunigiana Storica a partire
dalla fine del XIX° secolo con particolare attenzione verso la
devozione ed i culti popolari, le oreficerie di tradizione ligure,
arredi per la casa, oggetti di corredo personale, costume
tradizionale ed oggetti per la filatura e la tessitura familiare.
Visitare il museo Etnografico significa
effettuare un viaggio fantastico in un mondo arcaico e feudale ormai
scomparso, il visitatore ha la possibilità di cogliere la dimensione
psicologica delle comunità rurali caratterizzata da una forte
spiritualità colorata da pratiche magico-protettive di origine
antica, saperi empirici, leggende e racconti tramandati da
generazioni attraverso la memoria orale, mentre la devozione popolare
si manifestava attraverso oggetti che si credeva proteggessero dalle
malattie, dai pericoli e dal rischio di perdita dei raccolti.
La casa contadina rivive grazie a
quegli oggetti che, tra il settecento e l'ottocento, venivano
utilizzati quotidianamente: secchie, brocche di rame, scaldini da
letto stampi decorativi per il pane e la pasta.
Le bilance dei cambio valute complete
di pesi per le diverse corrispondenze monetarie rappresenta un forte
indizio di come di viveva in un'area geografica ancora suddivisa in
più stati.
Numerosi sono poi i capi
d'abbigliamento soprattutto femminili che che testimoniano un uso
precoce della stoffa di cotono e canapa tinta con indaco e gli scambi
commerciali con il ponente ligure attestati dai merletti al tomboloe
dalle stoffe prodotte a Genova con cui si confezionavano gli abiti
della festa.
Le culle intagliate e tinte con la
linfa rossa del faggio contro i malocchi e i lumi della montagma
potremolese.
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