La mostra durerà fino al 14 novembre
2017 e sarà visitabile il martedì e il giovedì dalle 17:00 alle
19:00. Su appuntamento.
Eleganza e leggerezza
testo critico di
MARIA GARGOTTA
Ho conosciuto Ilia Tufano diversi anni
fa, come collega di Materie letterarie al Liceo Artistico di Napoli,
dove ancora insegno, ma ignoravo il suo talento artistico, che
coniuga l’ineludibile vocazione letteraria con la passione per il
colore e le forme. Sicuramente, dunque, la meraviglia ha accompagnato
la mia prima visione dei suoi copiosi lavori creativi e due le
immediate sensazioni percepite: eleganza e leggerezza, che in esse si
respirano.
Tuttavia, ad uno scandaglio più
approfondito emerge una complessità nella scelta, nella fusione e
nella sincresi degli elementi, anche apparentemente contrastanti,
come logica e magia, nei quali prende forma e si sostanzia la lettura
della realtà dell’artista. Ma un artista, si sa, non vive mai
totalmente immerso nella cronaca del quotidiano, viaggiando, come
sosteneva Alfonso Gatto, tra fisica e metafisica, e, aggiungiamo noi,
tra sogno e realtà, in quanto l’arte, ed è quanto mai evidente
nelle creazioni di Ilia, si nutre di umori profondi, che
nell’invenzione di forme e di colori creano il miracolo della
visibilità dell’invisibile.
Ma proviamo a viaggiare nel corpo delle
creazioni di Ilia. Innanzitutto, la scelta della geometria già di
per sé è indice di costruzione logica ed armonica e, nella varietà
di figure geometriche, il quadrato o il suo corrispettivo solido, il
cubo, è figura e segno di indubbia stabilità, di consapevole
identità, di raggiunto equilibrio. Ma, trasparente e leggero, nel
suo vuoto interno, nella sua riacquistata leggerezza, può accogliere
la dimensione dell’attesa, la pienezza delle parole, la loro decisa
cromaticità. E, allora, il quadrato stabile, statico, logico e
sicuro sa divenire segno di una magia antica, accogliendo nel suo
spazio il caos dell’indefinibile e dell’indefinito, rivelandone
nella sua trasparenza i messaggi, fluenti nelle parole che nel colore
appropriato si rincorrono e si intrecciano. In seno all’armonia,
che disciplina e argina, giace una vis, fluida come il mare, nelle
varie sfumature dell’azzurro, e magari esplosiva, nel suo rosso
intenso, della parola, che crea, che trasforma, che rivoluziona, che,
pur nei suoi intrecci, scioglie e fluisce.
Si avverte, dunque, in tutto questo
itinerario artistico, la indispensabilità della parola, la quale, se
conserva un nucleo semantico essenziale ed esemplare, diviene essa
stessa figura, forma d’arte, capace di scandire il ritmo di una
ricerca, che ad essa si appiglia per non naufragare in uno
sperimentalismo asettico e, tutto sommato, fine a se stesso,
purtroppo mina vagante di molte, troppe forme di arte contemporanea.
La nostra artista, invece, recupera e
rilancia, in modi assolutamente originali e personali, una grammatica
e sintassi dell’anima pienamente coerente con le luci e i colori
che la sua opera sprigiona e, come se non bastasse, ella avverte
l’esigenza di ricreare una struttura compositiva, basata sulla
indispensabilità di un libro, da declinare e sfogliare come sparse
membra di un corpo estetico, da ricongiungere e compattare alla sua
essenza, nel segno di quella eleganza e compostezza, alla quale si
faceva riferimento al principio.
Risulta, allora, agevole inserire a
pieno titolo Ilia Tufano tra le ri-creatrici di un modello
espressivo, che, pur attraversando le correnti più consapevoli del
nostro tempo, si riserva un cantuccio del tutto personale, fatto di
ciò che a lei sta più a cuore: una comunicazione nel segno di un
amore, antidoto all’assenza e all’indifferenza e, se possibile
aggiungere, all’ignoranza e alla superficialità del nostro tempo.
Nessun commento:
Posta un commento