Secondo appuntamento con “Mare
da…libri” Venerdì 27 Ottobre a Salerno. La rassegna, promossa
dall’XI edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in
Mediterraneo, proporrà alle ore 19.00 allo Yachting Club “Sulle
orme del pellicano” di Gerardo Pagano edito da Albatros, “L’albero
di noce” di Filomena Baratto pubblicato da Graus, “Libero di
morire” di Giuseppe Corbo edito da Homo Scrivens.
Gli autori, dopo i saluti di Diana De
Bartolomeis, vice presidente dello Yachting Club Salerno, sono
affidati alle interviste di Alfonso Bottone, direttore organizzativo
di ..incostieraamalfitana.it.
"Sulle orme del pellicano"
dello scrittore e poeta salernitano Gerardo Pagano è anche il titolo
del libro che Fausto, il protagonista della vicenda, riceve da una
donna, e ancor prima di un dipinto di cui si innamora.
Quell'impressione immediata di familiarità con un'opera che ritrae
un pellicano in volo e lo sguardo di un ragazzo sarà solo l'inizio
di un viaggio dentro un mondo pieno di sorprese. E poi c'è un altro
libro ancora, dal titolo Storia di una foglia, un racconto poetico
sulla bellezza e la vitalità della natura... Sono tutte storie che
richiamano altre storie, altre suggestioni, altri paesaggi, che
finiscono per intrecciarsi e disvelare la magia della vita e del
tempo.
“L’albero di noce” di Filomena
Baratto, scrittrice e poetessa di Vico Equense, è la storia di una
bambina abbandonata, di un amore nato arrampicandosi sui rami di un
albero di noci, di una fuga lontano dalla vergogna e dal biasimo, di
partenze e di ritorni, di scelte, di solitudine, di rimpianto. È la
storia di un inizio che si rispecchia nella sua fine. La
protagonista, Rosella, attraversa la sua vita affrontando sfide e
difficoltà che mettono a dura prova la sua capacità di resistere.
Tuttavia la forza e la tenacia che l’accompagnano le consentono di
andare avanti, sia pure portando con sé i resti del dolore che,
quando passa, non può non lasciare traccia. Al centro del romanzo
c’è la miseria e la grandezza di un vita che si snoda attraverso
una serie di eventi lieti e, soprattutto, di circostanze amare, le
quali condurranno a una saggezza che solo il tempo può regalare.
In “Libero di morire” ogni
allusione a fatti e persone è puramente casuale. Una precisazione di
prassi che qui è necessaria. Infatti la storia narrata
dall’ingegnere e scrittore beneventano Giuseppe Corbo, è piena di
loschi intrecci in cui alla spregiudicatezza della malavita si legano
sordidi interessi di insospettabili potenti, di settori corrotti
dello Stato, che gestiscono i rifiuti senza alcun interesse per la
salute di tutti. Una storia non vera, ma drammaticamente verosimile
se confrontata con le cronache e le inchieste giornalistiche degli
ultimi anni. Un mondo marcio, più nauseabondo e ripugnante dei
rifiuti sotto i quali si nasconde; ma da esso emerge chi riesce a
distinguersi per onestà e lealtà.
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