Libreria modo infoshop - Bologna
mercoledì 6 giugno 2018, ore 19-21
Marinella Paderni e Raffaele Quattrone
ne parlano con l'autore
Qual è stata l’essenza e la
vocazione autentica delle avanguardie? In che rapporto si collocano
con le neoavanguardie? Che ne è del lascito dell’avanguardia in
era postmoderna? Come si è pensata storicamente l’arte di fronte
alla questione di una trasformazione rivoluzionaria della società?
Come ha inteso rispondere alle sollecitazioni politiche radicali e
come le ha incarnate essa stessa? A queste ed a tante altre domande
affini tenta di rispondere questa raccolta di saggi – edita nel
2017 da Ombre Corte (Verona) - che, concepiti per svariate occasioni,
restituiscono il cuore della riflessione teorica di Stefano Taccone
nell’ultimo triennio (2013-2016). Egli, sviluppando i suoi discorsi
in continuo dialogo con l’opera di alcuni degli autori che
maggiormente si sono esercitati su questi terreni, su tutti Peter
Bürger e Mario Perniola, mette in evidenza, in polemica con ogni
ipotesi di riduzione del progetto delle avanguardie a mero
rinnovamento dei linguaggi, quanto esse abbiano inteso avanzare,
malgrado i loro limiti, veri e propri progetti di mondo e di vita
alternativi alla sfera borghese e, in tale ottica, abbiano concepito
la dimensione separata dell’arte come qualcosa da contestare e
superare. Sfrondata di ogni possibile deriva totalitaria, che è il
rischio di ogni pensiero forte, la radicalità dell’avanguardia può
forse ancora oggi offrire importanti sollecitazioni ad un presente in
evidente crisi di paradigmi e pervaso da profonde sacche di
insoddisfazione.
Stefano Taccone (Napoli, 1981) è critico d’arte e dottorando in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico-artistica presso l’Università di Salerno. Ha pubblicato le monografie Hans Haacke. Il contesto politico come materiale (Plectica, 2010); La contestazione dell'arte (Phoebus, 2013) e curato il volume Contro l’infelicità. L’Internazionale Situazionista e la sua attualità (Ombre Corte, 2014). Collabora stabilmente con le riviste Operaviva e Segno. Ha scritto, tra l’altro, su Boîte, sdefinizioni, roots§routes, Sud comune, Titolo, Tracce, TK-21, undo.net.
Stefano Taccone (Napoli, 1981) è critico d’arte e dottorando in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico-artistica presso l’Università di Salerno. Ha pubblicato le monografie Hans Haacke. Il contesto politico come materiale (Plectica, 2010); La contestazione dell'arte (Phoebus, 2013) e curato il volume Contro l’infelicità. L’Internazionale Situazionista e la sua attualità (Ombre Corte, 2014). Collabora stabilmente con le riviste Operaviva e Segno. Ha scritto, tra l’altro, su Boîte, sdefinizioni, roots§routes, Sud comune, Titolo, Tracce, TK-21, undo.net.
Marinella Paderni è storica d’arte
contemporanea e curatrice indipendente.
È direttore dell’ISIA di Faenza e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. È corrispondente per Flash Art e collabora con Exibart. Ha pubblicato numerosi saggi critici per monografie d’artista, libri e cataloghi internazionali, tra cui il libro Laboratorio Italia. La fotografia nell’arte contemporanea (Johan & Levi, 2010).
È direttore dell’ISIA di Faenza e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. È corrispondente per Flash Art e collabora con Exibart. Ha pubblicato numerosi saggi critici per monografie d’artista, libri e cataloghi internazionali, tra cui il libro Laboratorio Italia. La fotografia nell’arte contemporanea (Johan & Levi, 2010).
Raffaele Quattrone (Foggia, 1974) è un
sociologo e curatore di arte contemporanea che vive e lavora a
Bologna. Collabora con il Wall Street International Magazine ed è
direttore della rivista Startup, digital magazine. Ha pubblicato
numerosi saggi per cataloghi di mostre oltre ad alcuni libri di
sociologia dell’arte. Il suo ultimo progetto è NewFaustianWorld
realizzato insieme a 24 Ore Cultura – Gruppo Il sole 24 Ore.
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