VV8artecontemporanea, Reggio Emilia
Inaugurazione: sabato 12 maggio 2018,
ore 18.00
13 maggio – 24 giugno 2018
La mostra “Piero Dorazio, Limina: il
decennio 1975-1985” sarà visitabile dal 13 maggio a 24 giugno,
presso la Galleria VV8artecontemporanea (via dell’Aquila 6c/6d,
Reggio Emilia), da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e
16.30-19.30, oppure su appuntamento. Per informazioni: tel. 0522
432103, www.vv8artecontemporanea.it
Piero Dorazio e VV8artecontemporanea di
Reggio Emilia. Dal 13 maggio al 24 giugno, quella linea che è stata
capace di coniare una delle espressioni più all’avanguardia e
significative dell’astrattismo italiano del secondo Novecento
s’innesta nel fil rouge che da oltre dieci anni definisce la
ricerca di una galleria d’arte che non manca mai di distinguersi
per la qualità della sua proposta culturale.
Nasce così “Limina”, la mostra
dedicata al decennio 1975-1985 di Piero Dorazio che espone una
quindicina di opere, tra quadri di grande, medio e piccolo formato,
del grande artista romano.
Realizzata in collaborazione con la
galleria Lorenzelli Arte Milano, la rassegna sarà inaugurata sabato
12 maggio alle ore 18.00.
“Limina” si richiama al ruolo
innovatore e a quella tensione verso la ricerca dell’essenza ultima
che ha sempre caratterizzato Dorazio fin da quando nel 1947 l’artista
fondò il gruppo Forma 1, per poi affermarsi sulle maggiori ribalte
nazionali e internazionali dell’arte contemporanea, dalla Biennale
di Venezia al Moma di New York.
“Limina” è la scelta fuori dalle
righe di un periodo dell’opera di Dorazio ancora poco frequentato
dal mercato dell’arte, ma che raccoglie l’espressione più matura
della poetica dell’artista, quando l’esuberanza del colore tipica
degli anni Settanta e Ottanta viene domata dal rigore della linea,
punta di riflessione più alta raggiunta nel rifugio dell’antico
convento di Todi, dove Dorazio si stabilì nel 1974.
“Limina” è la terra di confine in
cui osa avventurarsi VV8artecontemporanea, la galleria posta nel
cuore del ghetto ebraico di Reggio Emilia che si dimostra sempre
molto dinamica e propositiva rispetto alla ricerca artistica sia a
livello locale e nazionale.
Piero Dorazio nasce a Roma il 29 giugno
1927. Dopo il liceo classico, negli anni Quaranta approfondisce da
autodidatta il suo interesse per la storia dell’arte,
sensibilizzato anche dalla frequentazione dello studio del pittore
Aldo Bandinelli, padre del suo compagno di scuola Angiolo. La sua
formazione prosegue poi con gli studi incompiuti di architettura a La
Sapienza di Roma. Le sue relazioni con gli artisti di quel periodo lo
portano a fondare nel 1947 il gruppo Forma 1 insieme a Giulio
Turcato, Concetto Maugeri, Antonio Sanfilippo e Carla Accardi. Nello
stesso anno, entra in contatto con i maggiori artisti internazionali
recandosi a Parigi, dove nel 1948 espone al “Salon des réalités
nouvelles”. Nel frattempo, a Roma, è presente con le proprie opere
alla Quadriennale e contribuisce all’organizzazione della mostra
“Arte astratta in Italia”. Invitato nel 1953 per un seminario
all’Università di Harvard, si trasferisce a New York dove presenta
la sua prima mostra di disegni e la sua prima personale. Tornato in
Italia, nel 1955 pubblica il compendio “La fantasia nell’Arte
nella vita moderna” e nel 1957 presenta la sua prima personale a
Roma. Nel 1956 e 1958 partecipa alla Biennale di Venezia e nel 1959 a
Documenta 2 a Kassel. Nel 1960 espone di nuovo alla Biennale, in una
grande sala personale. Lo stesso anno, all'Università di
Pennsylvania, Filadelfia, inizia a dirigere il dipartimento di Belle
Arti, incarico che ricoprirà nei successivi dieci anni, insegnando
un semestre l’anno. Nel 1961 riceve il Prix Kandinsky e nel 1962
viene invitato a far parte del Gruppo Zero, con il quale parteciperà
in seguito a numerose mostre collettive e pubblicazioni. Nel 1965
espone alla mostra “The Responsive Eye” al MoMA - Museum of
Modern Art di New York. Nel 1966 presenta una seconda mostra
personale alla Biennale di Venezia e l’anno successivo collabora
con Giuseppe Ungaretti al volume “La Luce”. Dopo avere trascorso
sei mesi a Berlino su invito dell’Accademia tedesca nel 1968,
lavora a numerose mostre personali e viaggia in Grecia, Medio Oriente
e Africa finché nel 1974 si trasferisce definitivamente a Todi, da
dove continua a dipingere assiduamente e a partecipare alla vita
artistica e culturale italiana e internazionale. Nel 1979 ha luogo la
sua prima retrospettiva in Francia, al Musée d'Art Moderne de la
Ville de Paris, mentre nel 1983 viene accolto con una retrospettiva
del suo lavoro alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Nello stesso anno partecipa con una selezione di opere alla mostra
“Italian Art 1960-1980” presso la Hayward Gallery di Londra, nel
1986 riceve il Premio dell’Accademia di San Luca e nel 1988
presenta la sala personale alla Biennale di Venezia. Negli anni
Novanta il suo lavoro è esposto in varie mostre, tra le quali
un’ampia antologica al Museé de Grenoble nel 1990, alla Galleria
Civica di Bologna nel 1991, e una personale al Museo civico di Atene
nel 1994 e al Pac di Milano nel 1988. Nei primi anni Duemila le sue
opere continuano a essere oggetto di mostre e riconoscimenti in
Italia e all’estero. Muore a Perugia il 17 maggio del 2005.
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