La cappella fu fondata nel settecento la
data è stata ricavata da alcuni documenti (inseriti in alcuni testi
pubblicati nel 2012) che attestano i pagamenti alle maestranze che
hanno lavorato in questa Cappella. In particolare risale al 1762 il
pagamento dello sportello d'argento del tabernacolo che è opera di
Giuseppe Guariniello e risale allo stesso anno anche la colomba dello
Spirito Santo che si trova all'altare.
In mostra nell'ambito dell'evento dal
titolo “#iltesorosvelato” sono stati svelati quelli che erano gli
oggetti e gli abiti liturgici che si trovavano all'interno della
Sacrestia della Cappella. Tra gli oggetti ci sono dei messali il più
antico risale al 1802.
Una nota particolare della cappella è
il pavimento in riggiole maiolicate di una bottega del settecento
napoletano. Altra particolarità sono le due porte perché la porta
che si apre sotto al vestibolo che è sormontata dalla statua di
stucco di San Michele Arcangelo è quella settecentesca. Dopo il 1820
fu poi aperta quella verso l'esterno perché uno dei fratelli
Righetti, Giuseppe, era sacerdote e chiese alla curia di Napoli di
poter celebrare messa aperta al pubblico e all'epoca il regolamento
della curia prevedeva che ciò si poteva fare soltanto con l'apertura
di una porta verso l'esterno, quindi su strada pubblica. Quindi dopo
il 1820 arrivò questa autorizzazione grazie ad una bolla papale.
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