Il Conservatorio statale di Musica
“G.Martucci” di Salerno
Dipartimento di Musica d’Insieme
In collaborazione con
L’Associazione Bottega San Lazzaro
Presenta
festival di Musica da Camera
Sant’Apollonia
V Edizione
Salerno 2-11 giugno 2018
Paris Chantante
Dorothy Manzo soprano, Angelina
Bartiromo pianoforte Daniele Lettieri tenore, Nicola Ciancio
baritono,
Tatiana Sapeshko pianoforte
Salerno, Mercoledì 6 giugno, ore 20:00
Chiesa di Santa Apollonia
Paris Chantante
Mercoledì
6 giugno,alle ore 20, nella chiesa di Santa Apollonia, quarto
appuntamento della V edizione del Festival di musica da camera
promosso dal dipartimento di Musica d’insieme del Conservatorio
“G.Martucci” di Salerno.
Giro di boa, mercoledì 6 giugno per
laV edizione del Festival di Musica da Camera Sant’Apollonia. Un
evento, nato dalla sinergia del Conservatorio di Musica “G.Martucci”
di Salerno, promotore di un progetto del Dipartimento di Musica
d’Insieme, presieduto da Francesca Taviani, con la Bottega San
Lazzaro di Chiara Natella che nella Chiesa di Santa Apolloniaoffre di
ospitare la rassegna. Alle ore 20, le luci si accenderanno sulle
voci, protagoniste di Paris Chantante, una serata dedicata
all’Impressionismo francese. La Parigi di fine Ottocento e inizio
Novecento era il cuore delle grandi rivoluzioni estetiche: ricerche
che guardavano senza paura verso il futuro.
I simbolisti cercavano una strada che
sostituisse il suggerire al dire. Gli impressionisti provavano a
prediligere il colore alla forma. I cubisti riflettevano sulla
risorsa del molteplice, intesa come lente di ingrandimento da
applicare all’interiorità delle cose. C’era, però, anche una
corrente espressiva che provava a dire qualcosa di nuovo, rievocando
oggetti e immagini del passato, come le vecchie maschere della
Commedia dell’Arte. Gli artisti cercavano con tutte le loro forze
una via di fuga dalla realtà; c’era chi preferiva rifugiarsi negli
oscuri significati delle culture esotiche, o chi sceglieva di andare
a scavare nelle proprie tradizioni, sperimentando nuovi significati
per le parole di sempre. Verlaine fu uno dei primi. Le sue Fêtes
galantes nel 1868 proponevano un’evasione nella fantasticheria
preziosa, l’abolizione del tempo e la trasformazione del testo
poetico in partitura musicale. Quella raccolta di poesie era
destinata a lasciare un segno profondo nell’immaginazione dei
musicisti. Il duo, composto da Doroty Manzo, soprano, con la pianista
Angelina Bartiromo, donerà un gruppo di tre brani di Gabriel
Fauré(l’antiwagneriano per eccellenza), tutta musica del suo
periodo giovanile, “Au bord de l’eau”con il celeberrimo “Après
un rêve”,“Le Berceau” e“Mai”. La linea vocale galleggia
con leggerezza su un movimento quasi perpetuo e ipnotico della parte
pianistica che si arresta su un impianto di solidi accordi, sfiorando
la Ninna-Nanna in Le Berceau, e chiudendo la performance con Mai. La
voce femminile lascerà il palcoscenico al tenore Daniele Lettieri,il
quale si cimenterà con il Claude Debussydelle Deux romancesdatate
1891, due liriche da Les Aveux di Paul Borget. Breve e con pochi
sviluppi, di forma chiara e liliale Romance( L’àme évaporée),
oscillante sulla vaporosa incertezza tra il tono di Si minore e il Re
maggiore, continuamente eluso e sottinteso, simbolo di pace e
beatitudine. Di simile mistica atarassia è Les clochesche, nel
perpetuo ritmo di quartine di crome, imita il suono rasserenante
delle campane, per rinverdire i ricordi sepolti. Daniele Lettieri
affronterà, quindi, il Francis Poulencdel Valzer cantato Le Chemin
de l’amourdedicato a una delle più famose cantanti parigine di
night club dell’epoca, Yvonne Printemps. Cocteau e Poulenc
cominciarono a collaborare nel 1918 all’interno del famoso gruppo
dei “Sei”, in una Parigi dove frequentavano Picasso, Apollinaire,
Coco Chanel, Colette... frutto del loro lavoro insieme: Toreador,
canzone ispano-italiana, di grande impatto anche teatrale. Ribalta,
poi, per il basso-baritonNicola Ciancioin duo con la pianista Tatiana
Sapeshko, che sigillerà la serata, aprendo il suo intervento con
Chanson de la mortedi Jacques Ibert, scritta per un film del 1932
sulla storia di Don Chisciotte, diretto da Georg W. Pabst e
interpretato dal grande contrabbasso russo, Feodor Chaliapin. Le
Quatre Chansons di Ibert furono scritte su poesie francesi del
sedicesimo secolo di Ronsard e Alexandre Arnoux, ma l'uso di
asimmetrie metriche conferisce loro un sapore spiccatamente spagnolo.
Insieme, fanno un notevole lavoro nel catturare la storia e lo
spirito di Don Chisciotte, che è la "voce" in prima
persona di tutte e quattro le canzoni. Nicola Ciancio proporrà
"Chanson de la mort", nello stile di recitativo libero e
parlante, il tenero addio di Chisciotte al suo fedele compagno,
Sancho; sebbene morente, don Chisciotte sta andando da qualche parte
puro e senza bugie. Si continuerà col “Claire de lune”dalle
Melodie di Claude Debussy. E’ questo un moonlight dallo stile
salottiero, ottocentesco, che serve per dare all’evocazione
parnassiana delle maschere, un’impronta di tenerezza e lieve
malinconia. A seguire, Le faune, con il suo ghigno inquietante,
lancia tristi presagi e, con la fissità del suo pedale di Si
bemolle, frena ogni fiduciosa effusione delle armonie. Finale
affidato al Gabriel Faurèdi Automne, op.18 n°3, in cui i ricordi si
ripetono e riafforano come flashback cinematografici. Infiniti, a
volte inquietanti, le interiezioni emergono dalla linea del basso del
pianoforte, creando un suono pieno e denso.
Il clarinetto in trio con diversi
strumenti accoglierà il pubblico giovedì 7 giugno.
Si inizierà con le note del
“Kegelstatt” Trio di Wolfgang Amadeus Mozart, musica destinata ad
un circolo “familiare”, dal lessico giovane, melodico e
innovativo, come gli strumentisti chiamati ad interpretarlo, passando
per il Trio n°4, op.11 in Si Bemolle Maggiore di Ludwig Van
Beethoven, pagina serena e scorrevole, articolata nei canonici tre
movimenti che pongono in luce la perfezione delle forme esteriori e
la piacevole naturalezza melodica, per chiudere con i 5 pezzi di
Dimitrij Sostakovich nella trascrizione per violino, clarinetto (che
sostituisce il secondo violino) e pianoforte, con Preludio, Gavotta,
Elegia, Valzer, Polka costituiscono brevissimi brani, gradevoli ma di
poco impegno e spessore, quasi un divertimento.
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