Lunedì 6 agosto, alle ore 21:30 il
quartetto formato dai, clarinettisti Massimo Buonocore, Antonio Di
Costanzo, Fabrizio Fornataro e Francesco Abate, si esibiranno nel
Cortile del Castello Marchesale di Camerota, ospiti della VI
edizione del festival “Suoni dal Castello”, organizzata
dall’Associazione Culturale Zefiro
Secondo appuntamento, per
l’interessante cartellone che, anche quest’anno, vede animato
l’incantevole cortile del Castello Marchesale di Camerota, come
ormai d’abitudine, dall’Associazione Culturale-Musicale Zefiro,
presieduta da Giuseppe Marotta, che ne permette anche la visita ai
tanti visitatori che frequentano la nostra costa, e diretta dal
compositore Leo Cammarano. Un festival che si avvia verso una
concreta istituzionalizzazione, sostenuto dal Comune di Camerota,
unitamente alla Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A., all’Ente
Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, oltre ad un
folto cartello di mecenati privati, consapevoli di esser parte
attiva di un paese tra i più musicali della provincia di Salerno.
Dopo il taglio del nastro, che ha rivelato le bellezze della chiesa
del Convento dei Cappuccini di Camerota, fondato nel 1602 sotto
l’egida dei Carafa nella cui abside insiste un vasto polittico in
legno, intarsiato e costellato di quadri in tela, con un concerto
affidato ai clarinettisti Gennaro Chirico e Domenico Russo,
all’eterna ricerca del virtuosismo, e in particolare della
gradevolezza dell’ impasto sonoro continuerà il lunedì 6 agosto,
alle ore 21,30 con il Muhlfeld Quartet di Massimo Buonocore, Antonio
Di Costanzo, Fabrizio Fornataro e Francesco Abate, quattro
clarinettisti provenienti dai diversi conservatori campani, con un
repertorio che spazia dal classico al jazz. Il programma verrà
inaugurato da una trascrizione dell’ Andante e del Rondò Allegro
grazioso del Quartetto per archi in Mi bemolle Maggiore che Wolfgang
Amadeus Mozart compose nel febbraio del 1773, a Milano Il secondo
brano è una vivace danza spagnola, l’Aragonaise che Georges
Bizet usa nel Preludio all’Atto IV, della Carmen, caratterizzata
da una linea melodica lirica e decisamente ritmata, che
s’intrecciano. Quindi si passerà ad un’altra pagina unica, la
Bagattelle del compositore americano Clare Grundman, dalla fresca e
originale invenzione.
Gli strumentisti dialogheranno sulle
linee melodiche del Quartetto n° 1 di Raymond Milford Endresen,
compositore del Minnesota, dalla non facile tessitura, che porrà in
luce le qualità di ogni singolo strumentista. Si continua con un
omaggio ad Astor Piazzolla, aperto da Libertango, attraverso cui
ricorderemo le “Lezioni di tango” di Potter, con il suo moto
tutto barocco di tensione e distensione esteso sia alla minima frase
che all’intera composizione. A seguire, l’aria di sortita di
Maria de Buenos Aires “Yo Soy Maria”, una metafora della
rinascita della città stessa, che eternamente risorge dalle proprie
ceneri, sulle ali delle ragioni estetiche del Nuevo tango che smette
gli abiti di una musica esclusivamente legata alla danza e al canto,
per farsi pura espressione musicale. Ci trasferiremo, quindi, in
Espana, sulle note della fascinosa opera di Isaac Albeniz, con il
suo passionale e romantico tango dalla geniale inventiva melodica
che mantiene integra l’originalità dei costumi ritmici e il
folclore tipico degli accostamenti armonici popolari, attestandosi
come il più famoso tra i tango nella musica da concerto. Ed è di
Jacob Gade, un compositore danese, uno dei tanghi più celebri
Jalousie, un tango dal sapore tzigano. Musica da film con una
interessante triade, il tema struggente de’ Il Postino di Luis
Bacalov, il valzer musette scritto da Franco Migliacci, con il quale
scorrazzeremo sulla Mercedes – Benz SSK 1928 di Lupin III e
Gabriel’ Oboe, di Ennio Morricone, da Mission, con cui i
clarinettisti potranno esprimere la resurrezione di speranza e gioia
e l’inversione del tempo che è alla base di questa pagina. Finale
in jazz con un tributo a Billy Strayhorn, l’ombra di Duke
Ellington, l’inventore del celebrato effetto della sua orchestra,
composto da Richard Percival, passando per Take Five di Paul
Desmond, il brano più famoso dell’album Time Out del 1959,
dedicato ai tempi impossibili come questo 5/4, e chiudere con due
gemme del song book di George Gershwin, una interessantissima summa
dell’ universo esecutivo ed improvvisativo del compositore, “Oh,
Lady Be Good” e “Somebody Loves me”.
Prossimi Appuntamenti: Lunedì 20
agosto si vivrà l’abituale momento jazzistico, che vedrà
protagonista il Role-Play Trio del chitarrista Nicola Di Tommaso con
Andrea Colella al contrabbasso e Vincenzo Bardaro alla batteria.
Finale il 27 agosto con una particolare trascrizione di Pierino e il
Lupo di Sergej Prokofiev con la Zefiro’s Small Ensemble, un gruppo
da camera nato all’interno della formazione orchestrale propria
dell’associazione formato da giovani del territorio, che avrà
quale ospite Eleonora Claps, in qualità di voce recitante.
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