Sabato
2 giugno nella chiesa di Santa Apollonia, taglio del nastro della V
edizione del Festival di musica da camera promosso dal dipartimento
di Musica d’insieme del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno.
Un evento, nato dalla sinergia del
Conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno, promotore di un
progetto del Dipartimento di Musica d’Insieme, presieduto da
Francesca Taviani, con la Bottega San Lazzaro di Chiara Natella che
nella Chiesa di Santa Apollonia offre di ospitare la rassegna. Questa
prima serata sarà interamente dedicata alle ance rappresentate da
sassofoni e clarinetti divisi in due ensemble, diretti da Antonio
Fraioli. Saranno i sassofoni, con Maddalena Calabrese e Catello
Cascone sax alto e soprano, Agostino Giordano, Nico Chirichella,
Fabrizio Onofaro Sanajà, sax alto, Lucio Fauceglia, Maria Carmela
Vitiello, sax tenore, Simone Loffredo e Gabriele Santuosso sax
baritono, ad aprire la rassegna, con gioie e splendori della Vienna
fin de siècle, racchiusi tra le sinuosità della Agyptischer-Marsch
op.335 di Johann Strauss Jr., scritta per l’apertura ufficiale del
Canale di Suez celebrata il 16 novembre 1869 con una cerimonia
inaugurale a Port Said. Si proseguirà con una sognante Ballad,
pagina dal carattere cantabile firmata dallo stesso direttore. Il
quartetto di clarinetti, formato da Elpidio Matteo Buonpane, Marta
Imparato, Alessandro Del Prete e Almerigo Di Martino, si cimenterà
con una breve suite in tre movimenti per Four Equal Clarinets, di Tom
Stewart Smith, datata 1947, capace di porre in luce sia i suoni
singoli degli strumenti, che l’assieme in modo gradevole attraverso
raffinate fioriture di purissime invenzioni melodiche. L’ensemble
di sassofoni ritorna sulle note dell’ Antonín Dvořák della
Serenata op. 44, speziata da suggestioni romantiche ed elegiache,
datata 1878. I ragazzi proporranno solo il Finale, una pagina
travolgente, ricca di vivaci temi di ispirazione popolare e di
delicate oasi sonore. Dopo la regolare esposizione dei due temi
principali e una breve sezione di elaborazione motivica, un nuovo
tema, una sorta di delicata ninnananna esposta da clarinetti e corni,
prepara la ripresa del tema di marcia del primo movimento, che giunge
all'ascoltatore improvvisa e inaspettata, facendo da trampolino di
lancio per la veemente coda finale, nella quale fanno ancora capolino
elementi motivici del tema principale. Il clou della serata sarà
l’esecuzione da parte dell’ensemble di clarinetti, composto da
Francesco Pio Ferrentino, Fausto Cerrone, Dario Ferrigno; Almerigo Di
Martino, Elpidio Matteo Buonpane, Alessandro Del Prete, Gaetano
Apicella, Marta Imparato, e Sebastiano Sabatino, al clarinetto in Si
Bemolle, Carmine D’Aniello e Carlo Rufo al clarinetto basso in Si
bemolle con l’aggiunta del sax baritono di Simone Loffredo, che
ospita la voce narrante di Rosa Vingiani, della favola “Le tre
Capre e il Troll” ovvero un adattamento musicale di Paul Harvey
della famosa “Three Billy Goats Gruff”, una fiaba nordica,
norvegese, una variante dei nostri tre porcellini. Un troll meschino
e affamato vive sotto un ponte e mangiare qualsiasi capra cercando di
attraversare il suo ponte. Come possono le tre capre attraversare in
sicurezza? Lo scopriremo in sala con questo esempio perfetto di ciò
che dovrebbe essere la musica per l'infanzia, riuscendo in quello che
non riesce né allo splendido L'enfants et les sortilèges di Ravel,
che in realtà non si rivolge all'infanzia ma dà vita ai ricordi e
ai rimpianti d'un adulto, né al magistrale The Young Person's Guide
to the Orchestra di Britten, che fa fare ai giovani la conoscenza
degli strumenti musicali ma non li diverte e non ne sollecita
l'immaginazione, per non parlare di quella miriade di pezzi brevi e
facili destinati all'infanzia solo perché adatti a dita piccole e
inesperte. Finale affidato ai sassofoni impegnati in “Poem and
Dance” di Leroy Ostransky, in cui riconosceremo le radici ebraiche
del compositore e il suo particolare segno musicale, in un’opera
che ricerca in un primo momento il velluto dell’amalgama
dell’insieme, lanciandosi quindi nella concitata ed ironica danza.
Domenica 3 giugno, sarà di scena il
Muhlfeld Quartet, formato da Massimo Buonocore, Antonio Di Costanzo,
Fabrizio Fornataro e Francesco Abate, che ci condurrà in un viaggio
nella tradizione musicale del secolo breve. Gli strumentisti
dialogheranno sulle linee melodiche del Quartette n° 1 di Raymond
Milford Endresen dalla non facile tessitura, per quindi passare al
Petit Quatuor di Jean Françaix, opera giovanile del 1935 che mette
in luce il sagace umorismo di stampo neoclassico del compositore e
pianista francese, prima di trasferirci in Espana, sulle note della
fascinosa opera di Isaac Albeniz, con il suo infuocato tango. Si
continua col tango, stavolta di Astor Piazzolla e l’aria di sortita
di Maria de Buenos Aires “Yo Soy Maria”, prima di giocare per
suonare e suonare per giocare con Playing Together di Antonio
Fraioli, che scopre le infinite sfaccettature del clarinetto.
Chiusura con due gemme del song book di George Gershwin, “Oh, Lady
Be Good” e “Somebody Loves me”.
Nessun commento:
Posta un commento