mercoledì 3 ottobre 2018

Il 5 Ottobre si inaugura a Palazzo Mezzacapo di Maiori la mostra “@lfabeti Contemporanei”

Aperta fino al 3 novembre 2018
Orari mostra: tranne il lunedì, dalle ore 10.00/13.00 – 16.00/20.00

Venerdì 5 ottobre 2018, alle ore 18:30, presso il Palazzo Mezzacapo di Maiori, sarà inaugurata la mostra, @lfabeti Contemporanei realizzata grazie al sostegno del Comune di Maiori, Assessorato alla Cultura. 

L’esposizione, a cura del Laboratorio di Restauro e Conservazione di opere d’Arte di Marina Imparato, da tempo impegnato nella divulgazione di una più attenta conoscenza dell’arte collegata alla ricerca ed alla conservazione delle opere, ordinata da Maria Apicella propone le opere degli artisti Lucio Afeltra, Salvatore Lendi, Vittorio Pannone e Francesca Poto.
L’idea forza del progetto è quella di rilanciare il ruolo sociale e culturale dell’arte contemporanea e la sua fruizione di “attrattore” turistico attraverso lo sviluppo di attività connotate da una identità ed un marchio che le differenzia e le rende competitive sul mercato territoriale a livello nazionale.

@lfabeti contemporanei è, infatti, un progetto di sviluppo locale fondato sul rapporto tra arte classica, arte contemporanea, restauro e nuove tecnologie collegate alla teoria dell’ informazione.
L'arte contemporanea, infatti, è sempre più, grazie all'apporto decisivo degli studi semiologici e del restauro, oggetto di studi e dibattiti sul concetto dell'arte, dei beni culturali e del sentire con-tempo-raneo.

Lucio Afeltra, Vive e lavora a Salerno. Nel 1981 si Diploma presso il Liceo Artistico “A. Sabatini” di Salerno. Nel 1985 conclude gli studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli –sezione Pittura.
Attraversa l’arte contemporanea spaziando tra pittura e istallazioni, analizzando l’evoluzione dell’arte concettuale. L’opera racconta il divenire di corpi estranei, mediante le Mani della Mente, in cui pittura, forma, gesto e pensiero diventano lucida lettura critica sul sentire del nostro tempo. Progettualità e utopia. Immaginando costruzioni e ambienti naturali in grado di ristabilire una nuova armonia con la natura. Una precisa pedagogia fatta da immagini essenziali, in cui la voluta semplicità è un punto di ritorno e non di partenza. Tra le ultime mostre si ricordano: “Arie Mediterranee ”MEDELHAVSMUSEET Stoccolma nel 1998 partecipa al ciclo di esposizioni organizzato dal Laboratorio di restauro di Marina Imparato “osservatorio per le arti visive” – Salerno “ALFABETI” Sistemi cognitive dell’arte: media e tecnologie dell’arte contemporanea nel2001; Padiglione Italia, 54 esposizione internazionale Biennale di Venezia – Regione Campania – Pontecagnano (SA) nel 2011; Fondazione Isola San Servolo “SENZA TERRA / without land”, XV biennale internazionale di architettura di Venezia nel 2016; “Il Bosco nel Teatro” Museo FRaC - Baronissi (SA) nel 2017; MATERIE 4 Fornace Falcone per la Cultura - Eboli (SA) nel 2018.

Salvatore Lendi, vive e lavora a Napoli. Negli anni 1980/84 ha studiato Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Ha vissuto tra Parigi e Bruxelles per 5 anni. Ha esposto sia in Italia che all’estero.
Salvatore Lendi viaggia nell’arte spaziando tra pittura e istallazioni, osservando la trasformazione dell’arte contemporanea. Nel 2014 fonda lo spazio espositivo -ex-canapificio industriale di 200mq situato all’interno di una struttura industriale a Frattamaggiore (NA)- “Opificio Arti Performative”, luogo in cui si sperimentano i nuovi linguaggi delle arti visive.
Tra le ultime esposizioni si ricordano: la partecipazione nel 2015 “Traslazioni” presso l’Opificio Arti Performative Frattamaggiore (NA); nel 2018, “Napoli Expò Art POLIS” PAN – Palazzo delle Arti e la partecipazione alla V edizione Creativi Attivi “Napoli arte e rivoluzione” Maschio angioino.
Ogni tela è sempre una nuova esplorazione di sinapsi cromatiche.
Il mio ossigeno è la mia autodistruzione pertanto lo specchio che sta tra me e il mio interlocutore- che sono sempre io e l'altro che mi osserva - divide la mia angoscia e il piacere di scovare qualcosa che sia come il miele per gli orsi.

Vittorio Pannone nasce nella campagna di Fondi nel 1962, da una famiglia contadina, e compie normali studi. Approda all’arte negli anni ’90, attraverso lo studio del filosofo tedesco Martin Heidegger. Si interessa alle avanguardie, in particolare al Dadaismo e a Duchamp, e alla poetica di Joseph Beyus, l’emblemtico artista capace di scardinare i sistemi sociali contemporanei. Totalmente disinteressato alla forma, Vittorio si interessa all’essenza delle cose. Lungi dall’essere un mero manufatto, l’opera d’arte ha il compito rivelare tale essenza, priva di schemi e codifiche imposte dall’uomo. Nessun grafema, nessuno stile, nessuna legge geometrica è in grado di trasmettere la pienezza del significato, pertanto solo annullando il segno sarà possibile liberare la verità. Tra le ultime mostre si ricordano: la partecipazione nel 2014 alla collettiva “Otto artisti” presso la Pinacoteca Provinciale di Salerno; “Temporalismo” alla Galleria Sangallo di Tolentino, lo stesso anno; nel 2011, “Ambientarte” presso la Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea di Gaeta e la partecipazione al meeting artistico “Open Gallery Indipendenza” di Gaeta; nel 2010, prende parte alla grande mostra “GenerAction” presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo di Gallarate.

Francesca Poto nasce a Salerno nel 1954. Si diploma in decorazione pittorica presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1976. Docente di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico.Il lavoro di Francesca Poto, dopo i primi anni tesi a sperimentare varie tecniche, dall’acquarello al disegno alla pittura, si rivolge più decisamente verso la calcografia. Predilige temi legati alla figurazione ed alla mitologia, quali le sirene d’aria e d’acqua, cui dedica le mostre “Sirenide” e “InCanto”. L’attenzione si rivolge anche alle superfici trasparenti, come il plexiglas, ed a materiali quali il dibond, con cui realizza lavori presentati nella personale “Mnemosyne La ricerca attuale prosegue accentuando gli aspetti legati al coinvolgimento diretto dei soggetti ritratti come modelli e coautori di un progetto a più mani su temi di interesse sociale.
Del 2008 è la mostra personale “In canto”, curata da Massimo Bignardi, tenutasi alla PICI Gallery di Seoul, per l'organizzazione dell'Istituto Italiano di Cultura, proposta in seguito in altre città sudcoreane, alla MOA Gallery di Heyri e alla Kim's Gallery di Daegu. Nel 2009 partecipa alla mostra “C'arte coperte” all'Hebei Normal University (China). Del 2010 è la presenza alla mostra “Primavere del bianco”, curata da Vittoria Biasi e allestita presso il MoA - Art Museum of the National University di Seoul. Del 2017 è la personale [ka’m:εo], curata da Massimo Bignardi e tenuta presso il Museo FRAC di Baronissi.

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