La Fotografia Come Passione
Presenta
MIRELLA CALDARONE
“Le Mie Orme”
Salerno, venerdì 19 ottobre, ore 11,
conferenza - aperitivo di presentazione presso la Galleria Camera
Chiara di Armando Cerzosimo, in via Giovanni da Procida, 9.
Bellizzi, venerdì 19 ottobre ore 19,
incontro con l’autrice e proiezione delle opere presso lo Spazio
Cerzosimo alla via Roma 210 INGRESSO LIBERO INFO:www.cerzosimo.com.
Il segno fotografico di Mirella
Caldarone
Venerdì 19 ottobre doppio appuntamento
tra Salerno presso la Galleria Camera Chiara di Armando Cerzosimo
alle ore 11:00 e lo Spazio Cerzosimo in Bellizzi alle ore 19:00 con le
immagini della fotografa pugliese.
La grande passione per la fotografia e
la volontà di poter far crescere la cultura e l’attenzione verso
una fotografia come mezzo di comunicazione, di aggregazione e di
qualità hanno spinto lo Studio Cerzosimo nelle figure di Armando
Cerzosimo, unitamente ai figli Pietro e Nicola con cui dirige lo
studio, a proporre delle rassegne fotografiche con il focus “La
fotografia come passione”. La peculiarità del progetto diretto da
Armando, che si avvale del patrocinio e del sostegno del Comune di
Bellizzi, nella figura del Sindaco Mimmo Volpe, sempre attento alle
dinamiche culturali del territorio, è quello di invitare nella nuova
struttura in Bellizzi in via Roma 210, fotografi sia del territorio
che di altri luoghi che abbiano delle peculiarità di fotografare con
un chiaro intento di passione e trasmettere la loro esperienza sia di
fotoamatori che umana. Esiste un legame stretto tra il pensiero
filosofico dell’esistenza e della ragione umane e il sapere del
progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e fondamentale
riferimento, lo spazio. Noi uomini della fine ereditiamo il concetto
di spazio come extensio, con esso Cartesio pensava lo spazio quale
pienezza e continuità della materia e quindi quale medium del
movimento, del tendere avanti a sé, quale sinonimo
dell’amplificazione. Lo spazio Cerzosimo di Bellizzi, sta divenendo
il tòpos, il dove che, localizzando, determina una cosa come
cosa-per-l’uomo, che diventa condizione dell’esistenza, punto di
riferimento dell’esperienza, che consente la progettualità e
l’attuazione, l’esistenza razionale, aprendo all’arte
fotografica e, quindi assumendo la caratteristica comunicativa o
sociale di “luogo familiare”. Uno spazio che può considerarsi il
segno, nel suo divenir parola, suono, immagine, che diventa di-segno,
archè, principio in quanto da-dove della progettualità, essenziale
punto di dipartimento di ogni pensiero che, per essere se stesso deve
discernere, giudicare, orientarsi, criticare e che, nei prossimi
mesi, restituirà qualcosa di una drammaturgia segreta, nella quale
cominciano ad annodarsi rapporti empatici, nascite, emozioni, che
porteranno tutti a “fare parte della scena”, al fianco dei
protagonisti e degli organizzatori. Pietro Cerzosimo, referente della
parte tecnica della stampa fotografica di alta qualità si occupa
della stampa delle opere dei partecipanti poiché, una delle
particolarità delle rassegne è quella di mostrare stampe su carta
fotografica con modalità espressamente chimica. Nicola Cerzosimo si
occupa del visual proiettando i lavori dei fotografi invitati.
Partito con un primo incontro con Gaetano Paraggio, con le sue
visioni oniriche di paesaggi urbani ed extraurbane, il secondo
incontro ha visto confrontarsi, con un pubblico numeroso e
appassionato, tre autori in un format molto avvincente: Franco
Sortini, Francesco Truono e Armando Cerzosimo, tre appassionati , tre
visioni diverse, un solo scopo: diffondere un messaggio di qualità e
coerenza fotografica; per quindi passare al terzo incontro, che ha
ospitato Davide Lunelli, una fotografia, la sua, a volte ermetica,
non di facile lettura, ma capace di appassionare e far discutere sul
concetto dell’illusione fotografica, quarto appuntamento affidato
ad un eccellente fotografo cilentano, ma con uno sguardo molto lungo
che ci ha trasportato in paesi dell’Est sconosciuti, con dei
reportage di struggente intensità, Salvatore Lembo. Incontri,
questi, interessanti e vivaci per le implicazioni di diversi
linguaggi mediati e arricchiti dalla preziosa collaborazione del
critico d’arte Cristina Tafuri. Il prossimo appuntamento, previsto
per venerdì 19 ottobre, vedrà protagonista una autrice proposta e
fortemente caldeggiata da Francesco Truono, Mirella Caldarone. La
personale ha quale titolo “Le mie orme” nella magia del
bianco/nero. Una scelta quella di Mirella, avvenuta tanti anni fa
nella camera oscura, l’antro del mago, tra il fascino del buio e
l’odore stordente degli acidi. Bianco e nero che si è rivelato una
forma espressiva dal carattere unico, che si manifesta con una gran
forza comunicativa, del suo sentire. L’armonia di fattori
distintivi, come accentuati contrasti, forme modellate da particolari
luci, ombre profonde da ricercare rivelano un’ artista che non
scende a compromessi con il tempo. Il format della quinta puntata
saluterà la presentazione dell’artista alla stampa, seguito da un
momento conviviale, all’interno della galleria Camera Chiara sita
alla via Giovanni da Procida, nel centro storico di Salerno alle ore
11 per poi trasferirsi, alle ore 19, nello Spazio Cerzosimo, sito in
Bellizzi alla via Roma 210, per la proiezione e l’incontro con
l’autrice.
Biografia Mirella Caldarone
Vive e lavora ad Andria (Puglia). Campo
privilegiato del suo lavoro fotografico è, oltre a teatro ed
architettura, l'indagine sociale. Attraverso la rappresentazione dei
gesti, degli appuntamenti sacri e popolari e del linguaggio della
vita quotidiana, focalizza gli aspetti più significativi
dell'identità di una comunità che si muove nel suo paesaggio urbano
e territoriale, dando forma al legame della figura umana con il suo
ambiente. Numerose le mostre accompagnate da altrettante
pubblicazioni: ORME 1998/Bianco, nero e oro 2001/Castel dei Mondi –
Monografia 2007/Oltre lo sguardo Tre volumi fotografici sulla realtà
dei servizi psichiatrici 2007/Festa Maggiore-Riti sacri
2010/Nafafemmina 2010/Berlino 1#, 2#, 3# 2011/Intime visioni
Installazione fotografica 2011. Realizza i suoi lavori con la
regalità del bianconero che produce nella propria camera oscura. Sue
immagini della collezione Natafemmina sono in esposizione permanente
presso il teatro degli Arrischianti di Sarteano (SI). Partecipa a
numerosi workshop con Guy Le Querrec, Gianni Berengo Gardin,
Ferdinando Scianna, Giuseppe Pino, Roberto Masotti, Guido Harari. Ha
curato il coordinamento per la mostra fotografica “Andria d'autore”
di Gianni Berengo Gardin.
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