Si tratta di un viaggio nella
Napoli antica, tra suoni, canti ed aneddoti... un ritorno al passato:
un intreccio tra nostalgia e allegria il tutto contornato da momenti
di riflessione su un passato che fu più povero ma sicuramente più
felice!
Lo spettatore verrà proiettato in
un'atmosfera "magica" dove poter rivivere emozioni ormai
dimenticate, ma sempre vive nel nostro cuore!
Lo spettacolo ideato e diretto da due
artiste partenopee, vuole diffondere, in maniera sempre più
capillare, il patrimonio artistico napoletano, passando dalla musica
popolare antica "Michelemmà", "Angelare", fino
alla canzone "Nobile d'autore" (come Era de Maggio),
ricordando illustri poeti come Salvatore Di Giacomo e senza
dimenticare i primi anni del novecento (periodo in cui si diffuse
l'avanspettacolo con le "Macchiette" dei grandi
Pisano-Cioffi, da ricordare "Mio carissimo Pasquale",
macchiette tipicamente al femminile), per concludere con delle
esilaranti rivisitazioni delle "chantose"con le quali le
due artiste concluderanno lo spettacolo rivivendo l'epoca che
anticipò il varietà.
Maria Feola e Maria Strazzullo insieme a Maria Di Rosario voce narrante, Salvatore
Valoroso attore
saranno
affiancate in scena da Sergio Di
Maio al piano e da Oscar Canneto alla batteria.
Ricordiamo che il duo artistico, nasce
con l'intento di propagare cultura, attraverso la musica napoletana e
il Teatro che vanta illustri autori, presentandola al pubblico in una
chiave leggera e briosa in modo da avere la duplice funzione di
connubio tra cultura e divertimento per coinvolgere il pubblico
rivivendo la nostra storia passata in un..."Nu mutivo antico"
La Villa Pignatelli di Montecalvo è un
palazzo storico sito in Largo Arso n.1, San Giorgio a Cremano (Napoli),
appartenente al novero delle Ville vesuviane del Miglio d'oro.
Ricordiamo che l' edificio fu
edificato nel 1747, probabilmente ad opera di Ferdinando Sanfelice,
per volere della principessa Emanuella Caracciolo Pignatelli,
duchessa di Montecalvo. Dopo la morte della principessa (avvenuta
proprio nella villa), fu acquisita da Emiddio Mele, che lasciò
traccia di sé facendo dipingere le proprie iniziali nel soffitto
dell'atrio. L'edificio fu poi riacquistato dalla famiglia Pignatelli
di Montecalvo, e diviso, a fine XIX secolo, tra i fratelli Carlo e
Paolo Caracciolo.
L'imponente mole della villa, che
occupa tutto un lato del "largo Arso", comprende una cappella
nobiliare ed un ampio loggiato nella porzione nord-occidentale.
Costruita in tufo, presenta un monumentale portale in pietra lavica
con bugne a punta di diamante. Il corpo principale presenta una
pianta ad "U" simmetrica rispetto al grande atrio a cupola ellittica
dove, nella metopa centrale, sono ancora leggibili le iniziali del
secondo proprietario, Emiddio Miele. Al centro del prospetto, sul
portale, si sviluppa il monumentale balcone del piano nobile
sovrastato da sontuose decorazioni che superano l’altezza della
fabbrica. L’atrio è costituito da un ampio spazio ottagonale
articolato e originale. Nelle pareti secondarie sono ubicati quattro
balconi con sottostanti panchine in piperno mentre lungo l’asse
minore dalle pareti laterali, incorniciate da due archi, partono due
brevi rampe in piperno che richiamano, nella forma leggermente
svasata, le colate laviche del Vesuvio. Dal cortile è possibile
godere del controprospetto scenografico ed articolato lungo il quale
salgono due scale simmetriche che raggiungono il terrazzo panoramico
del piano nobile. Qui si trovava un ampio salone centrale a pianta
ellittica e volta estradossata che sporge leggermente dalla copertura
della fabbrica. Sono presenti anche due scale a mezza elica, aggiunte
probabilmente in epoca successiva per raggiungere il terrazzo al
piano partendo dal centro del secondo rampante laterale. Quanto alla
facciata, le cornici leggermente flesse delle finestre e il modo con
cui si raccordano agli stucchi, la fanno rientrare a pieno titolo
nella maniera decorativa superficiale tipica dello stile rococò.
Allo stesso stile appartengono i capitelli pensili che si trovano
ancora nel cortile e che conservano alla base il cartiglio di stucco
tipico del rococò.
La villa, tuttora abitata, è
attualmente in stato degrado. La facciata presenta solo tracce
dell'antico decoro in stucco e la gran parte degli elementi
caratterizzanti, compreso lo stemma nobiliare in marmo della famiglia
Pignatelli, sono andati perduti. In diversi punti del frontone sono
riconoscibili i fori delle iniezioni di consolidamento effettuate a
seguito dei danni riportati nel terremoto del 23 novembre 1980. Si
rilevano inoltre sulla stessa diversi abusi edilizi. Lo spiazzo
prospiciente la villa è recintato ed invaso da vegetazione ruderale
e sia sul fronte che sul lato occidentale sono presenti vecchie
impalcature di sostegno installate all'epoca del sisma del 1980 e mai
più rimosse.
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