Il titolo dell'opera è mutuato da una celebre
frase che fu pronunciata dal fantasma di
Giulio Cesare che così si rivolse a Bruto.
Lo storico Plutarco, nell’opera “Vite
parallele”, raccontava infatti che Bruto, ossessionato dai sensi di colpa
per aver partecipato alla congiura nella quale era stato assassinato
Cesare, sognò una entità che gli disse: “Sono il tuo cattivo
demone, Bruto ci rivedremo a Filippi”.
Ricordiamo che a Filippi Bruto fu
sconfitto e dunque questa frase rappresenta un ammonimento per dire
“tu mi hai ammazzato ma ci rivedremo” che diviene poi nell’opera
in esame, anche un modo per suggestionare la mente dell’osservatore
che può fare collegamenti con la realtà e riflette: “abbiamo
assassinato il nostro duce, ma egli ritorna in vari modi e con un
diverso aspetto”.
E' un modo di trattare di guerra in
modo ironico ed antimilitarista. Ricordiamo che quest'opera rientra
nel ciclo “W la Guerra” del 1976 di cui sono in esposizione 20
disegni originali a china all'esposizione presso il Maschio Angioino
visitabile ancora fino al 26 novembre secondo gli orari del museo:
tutti i giorni dalle ore 8:30 alle ore 19:00 e la domenica dalle ore
8:30 alle ore 13:00.
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