L’esposizione rimarrà aperta fino al
30 novembre, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì
dalle 17,00 alle 20,00, altri orari su appuntamento.
L’evento è il terzo appuntamento di
Spazio Aperto 2018 ciclo di quattro mostre in cui l’associazione
culturale Fuori Centro invita gallerie e critici a segnalare ambiti
di ricerca in cui delineare i percorsi e gli obiettivi che si vanno
elaborando nelle multiformi esperienze legate alla sperimentazione.
Il nero è quel lato oscuro della
personalità in ciascuno di noi e che spesso rinneghiamo.
È la notte della coscienza, di
caverne, di ombre e di mostri. Coprente, denso, catramoso. Sospinto
fino ai bordi.
Il nero è una esperienza limite, per
un artista una coltre insuperabile, un confronto durissimo. Un corpo
a corpo con la pittura, fra il desiderio della vita e l’avanzare
della morte.
Dentro questo campo d’azione prende
corpo l’opera di Vittorio Vanacore.
Attraverso la pittura, il suo sguardo
si allunga fin dentro le viscere dell’umanità.
Un’indagine nel tessuto sociale del
nostro tempo - sempre più clandestino - dove processi di
integrazione e di multiculturalità, di dignità umana, si consumano
nel respingimento, nell’esclusione dell’altro. In un astratto
“noi”.
La ricerca artistica di Vanacore è
viscerale, come i suoi neri. Totali, coprenti. Negano la luce. Le
superfici pittoriche sono arse sotto il sole cocente d’agosto.
Ustionate.
Sono opere calate nei drammi dell’umana
attualità. Storie di migranti, reali, come i viaggi della speranza.
Di terre lontane, di partenze e mancati approdi.
L’astrazione della sua pittura - in
maniera quasi paradossale - restituisce drammaticamente uno scenario
di realtà, nella sua manifestazione più nuda e cruda, come le sue
fragilissime barchette di carta, adagiate, nelle sue opere, in
precario equilibrio, su fili tesi da un capo all’altro dei dipinti.
Evocano improbabili rotte mediterranee.
Un tempo specchio e riflesso, di luci lontane. Di sogni, di miti, di
mete. È il nero della vita che Vanacore oggi raccoglie.
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