A distanza di quasi un decennio – era
l’autunno del 2009 – gli Scafisti Scafati decidono di riproporre
in un condominio di Bolzano uno dei progetti dei tempi di Bologna,
forse quello maggiormente emblematico dell’intero ciclo, intitolato
non a caso semplicemente Con-Dominio in Arte. Un mero revival del
passato? Niente affatto! Se il progetto conserva il titolo di allora,
con il mutare del contesto muta anche la modalità di
formalizzazione, nonché naturalmente - e radicalmente - il senso
generale dell’iniziativa. Innanzi tutto di fronte al condominio
bolzanino non c’è il Mambo né alcun altro centro di arte e
cultura. Non soltanto così il motivo della critica alle istituzioni
artistiche viene completamente meno, ma acquista piena centralità
quello della cooperazione, tanto più problematica ed urgente in
quanto il condominio non si trova nel “salotto buono” della
cittadina altoatesina, bensì in un quartiere popolare con tutte le
sue tipiche criticità. Se così a suo tempo l’intervento
consisteva nell’affissione dei ritratti degli inquilini sulle
finestre dei loro rispettivi appartamenti - una sorta di mettersi in
posa per il Mambo, quasi diventando oggetti artistici -, ora questi
ultimi guardano semplicemente al di fuori delle finestre, come
tentassero di comprendere quello che avviene oltre il perimetro dei
loro rassicuranti rifugi.
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