Arcangelo Palmentieri nacque a Casoria,
in provincia di Napoli, l’11 marzo 1814, terzo dei cinque figli di
Candida Zenga e Vincenzo Palmentieri, di professione vinaio. Vestì
il saio dei Frati Minori Alcantarini il 17 giugno 1832, assumendo il
nome di fra Ludovico. Dopo gli studi necessari come novizio presso
Nola, fu ordinato sacerdote il 4 giugno 1837. Inizialmente, gli fu
affidato l’insegnamento della d’insegnante di matematica e fisica
nei seminari del suo Ordine. Nel contempo istituì una
farmacia–infermeria per i frati malati e per i sacerdoti poveri del
Terz’Ordine, alloggiandoli in un edificio a Scudillo di Capodimonte
in Napoli, detto “La Palma”.
Tra il 1847 e il 1848, a seguito
di una malattia e di un’intensa esperienza di grazia, che
successivamente definì come “lavacro”, diede un nuovo corso alla
propria vita. Rilanciò il Terz’Ordine di San Francesco e istituì
una piccola infermeria per i confratelli e per i sacerdoti terziari
poveri presso il convento napoletano di San Pietro ad Aram, poi
ingrandita e trasferita presso Capodimonte.
La sua carità si estese presto ai piccoli scugnizzi che vagavano per le strade di Napoli e, dietrosuggerimento del genovese donNiccolò Giovanni Battista Olivieri (fondatore della Pia Opera del Riscatto; per lui è in corso la causa di beatificazione), ai giovanissimi africani condotti in Occidente come schiavi. Già nel 1854 poté accogliere i primi due bambini affidatigli da don Olivieri, Giuseppe Rab e Giuseppe Morgian, con risultati confortanti.Ideò il progetto che i missionari venissero reclutati fra gli stessi indigeni, con la celebre frase «L’Africa deve convertire l’Africa».
Ottenute le necessarie approvazioni dai suoi superiori e sotto il beneplacito reale, nel 1856 riunì nel convento La Palma allo Scudillo nove bambini di colore, indirizzandoli agli studi; alcuni di essi furono poi battezzati solennemente dal cardinale arcivescovo di Napoli.
Nel 1857 ottenne che il re Ferdinando II riscattasse dodici bambini, che andò personalmente a prendere ad Alessandria in Egitto. Nonostante le offerte provenienti da ogni parte, specie dalla Germania, si vide ben presto che i locali de La Palma ormai erano insufficienti. Falliti i tentativi di acquistare un edificio accanto, il re intervenne espropriandolo e donandolo a padre Ludovico.
Dopo aver incontrato madre Anna Lapini, fiorentina, fondatricedelle Povere Figlie delle Sacre Stimmate di San Francesco d’Assisi, popolarmente note come Suore Stimmatine (Venerabile dal 2003), le affidò un progetto analogo per le bambine. Il collegio delle “Morette” sorse insieme con la Casa delle Stimmatine a Capodimonte e fu inaugurato il 10 maggio 1859: insieme a dodici bambine africane, vi erano educate le fanciulle povere della città.
Per dare continuità alle sue opere, fondò nel 1859 i Terziari Francescani della Carità, detti Frati Bigi dal colore del saio (ora non più esistenti) e, cinque anni dopo, le Suore Francescane Elisabettine dette Bigie.
La Sacra Congregazione di Propaganda Fide gli affidò la stazione missionaria africana di Scellal, dove fondò un Istituto di missionari e un ospedale, che purtroppo unanno dopo dovette chiudereper mancanza di fondi. Ad Assisi fondò, il 17 settembre 1871, l’Istituto Serafico per i bambini disabili, dedicandolo a san Francesco.
Padre Ludovico seppe muoversi diplomaticamente con la caduta dei Borbone e l’avvento del Regno d’Italia, benvoluto e considerato da tutti. Ebbe anche molti grandi amici dello spirito: alla giovane Caterina Volpicelli suggerì di dedicarsi alla diffusione del culto al Sacro Cuore a Napoli (fondò in seguito le Ancelle del Sacro Cuore; è Santa dal 2009) e fu ispiratore dell’avvocato Bartolo Longo (Beato dal 1986) nella fondazione delle opere annesse al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei.
Morì a Napoli il 30 marzo 1885, a 71 anni.È stato beatificato da san Giovanni Paolo II il 18 aprile 1993 e canonizzato da papa Francesco il 23 novembre 2014.La sua memoria liturgica cade il 17 giugno, nell’anniversario della sua vestizione religiosa. Il suo corpo per ora riposa nella Basilica di Santa Chiara a Napoli.
La sua carità si estese presto ai piccoli scugnizzi che vagavano per le strade di Napoli e, dietrosuggerimento del genovese donNiccolò Giovanni Battista Olivieri (fondatore della Pia Opera del Riscatto; per lui è in corso la causa di beatificazione), ai giovanissimi africani condotti in Occidente come schiavi. Già nel 1854 poté accogliere i primi due bambini affidatigli da don Olivieri, Giuseppe Rab e Giuseppe Morgian, con risultati confortanti.Ideò il progetto che i missionari venissero reclutati fra gli stessi indigeni, con la celebre frase «L’Africa deve convertire l’Africa».
Ottenute le necessarie approvazioni dai suoi superiori e sotto il beneplacito reale, nel 1856 riunì nel convento La Palma allo Scudillo nove bambini di colore, indirizzandoli agli studi; alcuni di essi furono poi battezzati solennemente dal cardinale arcivescovo di Napoli.
Nel 1857 ottenne che il re Ferdinando II riscattasse dodici bambini, che andò personalmente a prendere ad Alessandria in Egitto. Nonostante le offerte provenienti da ogni parte, specie dalla Germania, si vide ben presto che i locali de La Palma ormai erano insufficienti. Falliti i tentativi di acquistare un edificio accanto, il re intervenne espropriandolo e donandolo a padre Ludovico.
Dopo aver incontrato madre Anna Lapini, fiorentina, fondatricedelle Povere Figlie delle Sacre Stimmate di San Francesco d’Assisi, popolarmente note come Suore Stimmatine (Venerabile dal 2003), le affidò un progetto analogo per le bambine. Il collegio delle “Morette” sorse insieme con la Casa delle Stimmatine a Capodimonte e fu inaugurato il 10 maggio 1859: insieme a dodici bambine africane, vi erano educate le fanciulle povere della città.
Per dare continuità alle sue opere, fondò nel 1859 i Terziari Francescani della Carità, detti Frati Bigi dal colore del saio (ora non più esistenti) e, cinque anni dopo, le Suore Francescane Elisabettine dette Bigie.
La Sacra Congregazione di Propaganda Fide gli affidò la stazione missionaria africana di Scellal, dove fondò un Istituto di missionari e un ospedale, che purtroppo unanno dopo dovette chiudereper mancanza di fondi. Ad Assisi fondò, il 17 settembre 1871, l’Istituto Serafico per i bambini disabili, dedicandolo a san Francesco.
Padre Ludovico seppe muoversi diplomaticamente con la caduta dei Borbone e l’avvento del Regno d’Italia, benvoluto e considerato da tutti. Ebbe anche molti grandi amici dello spirito: alla giovane Caterina Volpicelli suggerì di dedicarsi alla diffusione del culto al Sacro Cuore a Napoli (fondò in seguito le Ancelle del Sacro Cuore; è Santa dal 2009) e fu ispiratore dell’avvocato Bartolo Longo (Beato dal 1986) nella fondazione delle opere annesse al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei.
Morì a Napoli il 30 marzo 1885, a 71 anni.È stato beatificato da san Giovanni Paolo II il 18 aprile 1993 e canonizzato da papa Francesco il 23 novembre 2014.La sua memoria liturgica cade il 17 giugno, nell’anniversario della sua vestizione religiosa. Il suo corpo per ora riposa nella Basilica di Santa Chiara a Napoli.
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