"Mara Brera presenta una
raccolta/installazione centrata sulla manipolazione dell’acciaio
e della pietra, materiali duri che, vigorosamente scalfiti e
piegati dalla mano dell’artista, divengono metafora delle mille
sfaccettature assunte dalla personalità umana. Sono lavori in
cui la materia essenziale con le sue caratteristiche specifiche
diviene l’oggetto principale dell’operazione espressiva al
pari della forza gestuale che la piega e piegandola la ri-crea
esaltandone valori espressivi ignoti, contenuti-forza inaspettati
eppure vividi, presenti seppur dissimulati nelle superfici
lineari del metallo scabro, nella materia bruta, apparentemente
incolore, della pietra naturale.
L’utilizzo di materiali locali
reperibili nel territorio di attività, l’acciaio delle cave,
il legno dei boschi, la pietra della sua terra, sono gli elementi
basici con cui opera la Brera, in una operazione di
sofisticazione e rimaneggiamento che dalla terra nuda li eleva al
trascendente.
Malleabile, ma anche resistente,
influenzabile ma non modificabile nella profondità dei connotati
e dell’essere, suscettibile ma mai radicalmente trasformabile,
sotto la manipolazione della Brera l’acciaio – e la pietra -
vibrano e si piegano in tanti piani inclinati, disegnando
traiettorie secche e angolate; sulle superfici lisce del metallo
la luce scorre riflessa e dipinge suggestioni, delinea superfici
in ombra, delimita piani illuminati mai fissi e sempre mobili.
Come i piani della personalità umana, i piani della materia
lavorata mutano al mutare dell’angolo percettivo, cambiano
sotto lo sguardo indagatore del fruitore, reagiscono alla
cultura, allo sprezzo, alla rabbia e alla dolcezza di chi guarda;
cambiano forma e modulazione se sottoposti al gioco variabile
della distanza.
In questi continui rimandi e cambi
di direzione suggeriti dalla luce, più o meno incidente, e dal
movimento dell’osservatore, più o meno consapevole, talvolta
attento e in qualche caso distratto, anche i “percorsi”
suggeriti dalla Brera cominciano a reagire e a scintillare
diversamente, dipendenti come sono dalle variabili umane,
temporali e spaziali. Nel vigore della piegatura decisa e netta,
atto rabbioso di un’artista che piegando l’acciaio imprime di
sé il mondo, la Brera “scolpisce” la luce che accarezza
nettissima e lucente le lamine di metallo, in una estetica che
unisce il vigore all’eleganza in un esito di essenzialità
stilistica che è uno dei tratti più riconoscibili di questa
artista marchigiana.
Ma in quell’atto epico con cui la
materia dura viene forgiata, risiede la forza etica di un’azione
che trascende la mutevolezza dell’essere per rimanere prima di
tutto se stessa, una dichiarazione al mondo di integrità
immobile e dunque primigenia: alleggerito dalla luce, reso
lucente dall’illuminazione accattivante, piegato sotto la forza
dell’artista, il metallo originario (così come la pietra
calcarea) rimane sempre se stesso, proprio come una personalità
offesa rimane ferma nella sua integrità: passa attraverso il
mondo, cura con pazienza le sue fratture, ma lascia intatta la
sua essenza che, piegatura dopo piegatura, si raffina e prende il
volo alla ricerca di nuove opportunità creative.
Completano la
raccolta/installazione della Brera carte preparatorie e disegni". (Loredana Finicelli).
Nota Biografica
Mara Brera nasce a Liegi nel 1967.
Rientrata in Italia con la
famiglia, frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Gubbio e si
in Scultura Diploma all’Accademia di Belle Arti di Perugia,
studiando con Eliseo Mattiacci e Bruno Corà. Ha al suo attivo
numerose esperienze espositive in Italia e all’estero.
Negli ultimi anni è particolarmente attiva nel campo della
riabilitazione cognitiva delle persone affette da malattie
degenerative, per le quali ha messo a punto un metodo
sperimentale di utilizzo dell’attività artistica, finalizzato
a sollecitare sistemi cognitivi disfunzionanti.
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venerdì 4 gennaio 2019
MARA BRERA - Percorsi. Dalla terra al cielo - di Loredana Finicelli
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