Ricorrenza:14 gennaio
Etimologia:
Felice = contento (dal latino)
Il racconto poetico di San Paolino è
il primo documento storico della vita di s. Felice, a cui si deve
anche l'importante complesso di basiliche paleocristiane a Cimitile,
a sei chilometri dalla località campana. Qui erano state deposte le
spoglie di Felice, morto probabilmente dopo il 313.
Nato a Nola nel III secolo da un ricco
padre di origini orientali, divenne fedele collaboratore del vescovo
di Nola, Massimo, che durante l’ultima persecuzione contro i
cristiani, lasciò Nola per rifugiarsi in luogo deserto, lasciando in
città il prete Felice che voleva come suo successore.
Ma Felice fu imprigionato e torturato, poi liberato miracolosamente da un angelo che lo condusse nel luogo deserto, dove il vecchio vescovo Massimo era moribondo, consumato dagli stenti e dalle sofferenze. Lo rifocillò con il succo di uva miracolosa e poi caricatolo sulle spalle, lo riportò a Nola, affidandolo alle cure di una anziana cristiana.
Durante la sospensione della persecuzione, poté riprendere il suo ministero sacerdotale, ma quando la persecuzione riprese, Felice fu di nuovo ricercato, ma egli sfuggì alla cattura rifugiandosi in una cisterna disseccata, dove per sei mesi fu alimentato, senza essere conosciuto, da una pia donna.
Cessata definitivamente la persecuzione con la pace di Costantino (313), Felice ritorna a Nola, dove morto il vecchio vescovo Massimo viene candidato a succedergli, ma egli rifiuta a favore del prete Quinto, rinuncia anche ai beni che gli erano stati confiscati e trascorre il resto dei suoi giorni nella povertà e nel lavoro.
Non si consce l’anno della sua morte, alcuni dati dicono sotto Valeriano (258), ma come spiegare che sia lui, che il vescovo Massimo non furono uccisi, è probabile quindi che siano morti dopo la pace di Costantino, quindi dopo il 313.
S. Felice fu comunque sempre venerato come martire, anche se non era stato ucciso, ma certamente aveva tanto sofferto e solo miracolosamente aveva avuto salva la vita.
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