Ricorrenza: 16
gennaio
Protettore di: cavalli
Protettore di: cavalli
Nei primi tre secoli del Cristianesimo
non tutte le persecuzioni furono uguali, da Nerone a Diocleziano ci
furono alti e bassi: qualche Imperatore, come Decio, mirò più a
fare apostati, cioè rinnegati, che Martiri. L'ultima persecuzione,
prima che Costantino accogliesse come insegna la Croce, fu quella di
Diocleziano, la più lunga e cruda. Ebbe inizio nel 303: distrusse
chiese, bruciò libri sacri, i Cristiani che si rifiutavano di
sacrificare agli Dei erano considerati peggio di schiavi. Inoltre se
cristiani: i nobili perdevano i loro titoli, gli ufficiali perdevano
i loro gradi, i funzionari perdevano i loro uffici ed i mercanti
perdevano i loro averi. Molti Cristiani, quindi, cedettero:
abiurarono e apostatarono e vennero chiamati “lapsi” (cioè
caduti), oppure, “relapsi” quando erano ricaduti più di una
volta nell'apostasia. In questo periodo tragico si alzò la figura di
San Marcello, presbitero capo della Chiesa Romana. Nei calendari e
negli elenchi dei Pontefici, gli viene dato il titolo di Papa,
trentunesimo della serie Apostolica (ma egli forse non fu Papa, ma
soltanto “Presbitero capo” cioè primo tra i sacerdoti romani).
Il suo pontificato ebbe inizio quattro anni dopo la morte del suo
predecessore, e fu di breve durata. La Chiesa, dopo la persecuzione e
l'assenza di un capo, mostrava le piaghe dell'infedeltà e le
cicatrici del tradimento. San Marcello fu severo coi lapsi, ai quali
impose gravi penitenze; severissimo coi relapsi.
Con la morte di Diocleziano e la
successione di Massenzio, che doveva essere poi l'avversario
sconfitto da Costantino, la persecuzione parve placarsi. La Chiesa
romana si riorganizzò sotto la guida inflessibile di San Marcello,
finché anche l'Imperatore Massenzio, insospettitosi, mandò in
esilio il Pontefice o “Presbitero capo” della Chiesa Romana che
morì nel 309.
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