Nome popolare (dal lat. candelorum
"[festa] delle candele") della festa della Purificazione di
Maria Vergine che cade il giorno 2 febbraio, avvenuta quaranta giorni dopo la nascita
di Gesù.
Giustiniano la introdusse nel 542 a
Costantinopoli fissandola al 2 febbraio, il nome della festa era
‛Υπαπαντή, cioè "incontro" con Simeone al
tempio. A Roma, ai tempi di Sergio I (687-701) la festa, chiamata
"giorno di Simeone", era celebrata con una processione da
S. Adriano a S. Maria Maggiore, analoga a quelle delle altre feste
della Vergine (tale unione e il nome di Purificazione che la festa
porta nel Sacramentario Gelasiano, indicano che essa era entrata nel
ciclo delle feste mariane).
Durante questa festa era in uso portare le candele nelle
processioni notturne. La Candelora negli usi popolari è
dunque la festa dei ceri, i quali dopo la benedizione si conservano in casa,
per accenderli all'occorrenza, contro le folgori, la grandine, le
malattie del bestiame; o nel vegliare i morti, o nell'assistere gli
agonizzanti, facendo loro cadere sul corpo qualche goccia di cera
liquefatta. Talune donne, specialmente nella Savoia, vanno a
raccogliere, in quel giorno, ramoscelli di nocciolo selvatico, per
devozione, giacché, secondo la leggenda, la Madonna nel recarsi al
tempio per la purificazione avrebbe staccato un ramo di nocciolo.
In quasi tutte le regioni d'Italia e
d'Europa v'è qualche proverbio che allude al cambiamento delle
stagioni: si crede, infatti, che all'alba del 2
febbraio l'orso s'affacci dalla tana e osservi il cielo: se è
nuvoloso, facendo tre salti per la gioia, annunzia ai mortali che
l'inverno è fuggito; se invece è sereno, rintanandosi
melanconicamente, dice che si avranno altri quaranta giorni di
freddo.
In luogo dell'orso, si trova alle volte
il leone oppure il lupo, chiamato anche il lanuto, se pure sotto questo
nome non si raffiguri un vecchio dalla folta barba, vestito di pelli,
che ricorda il latino Mamurio Veturio, rappresentante del mese di
marzo, principio dell'anno nuovo e termine del vecchio. Al popolo che
s'affaccia a salutare il sorgere del giorno della Candelora, col
motto: "Fuori, fuori, il verno è fuori!", il vecchio
risponde: "Fuora o non fuora, quaranta giorni vi sono ancora!"
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