Centro Congressi Federico II
AULA MAGNA
Via Partenope n. 36
N A P O L I
L’Unione Europea è probabilmente a
un bivio decisivo della sua breve, ma intensa storia. Lo pensano
ormai in molti e, non a caso, le elezioni della prossima primavera
per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo sono considerate le più
importanti dal 1979, da quando cioè fu istituito il suffragio
universale tra i cittadini dei Paesi membri. Pochi dubitano di questo
assunto, ma a tutt’oggi scarseggiano le analisi sulle cause e gli
errori che hanno condotto all’emersione di crepe così serie in un
edificio fino a non molti anni fa considerato tra i più sicuri sulla
Terra. In una fase ancora ragionevolmente ‘pre-elettorale’ ‘Il
Sabato delle Idee’ prova quindi a interrogarsi su questo tema. E lo
fa ricorrendo alla testimonianza e alla competenza di un assoluto
protagonista della storia europea, quale certamente è stato Romano
Prodi, prima in qualità di premier italiano e poi di presidente
della Commissione UE. L’intervista, condotta da Alessandro Barbano,
toccherà quindi, inevitabilmente, punti cruciali della vicenda
comunitaria, quali la nascita dell’Euro, le modalità di ingresso
dell’Italia nella sua area e il maxi-allargamento rivolto
soprattutto agli Stati dell’Europa centro-orientale e
post-sovietica. Temi, questi, vissuti da Romano Prodi in qualità di
protagonista principale, inizialmente coralmente osannato, negli anni
via via sempre più contestato. Al saggista Prodi si chiederà
tuttavia di andare oltre, sforzandosi di immaginare nuovi scenari, in
un quadro internazionale radicalmente mutato. Alle tradizionali
obiezioni sulla plausibilità di un progetto non privo di
velleitarismi (basti pensare alla perdurante e concettuale assenza di
una lingua comune, di una politica di difesa comune, di un vero e
proprio bilancio comune, di un’estensione reale della democrazia
rappresentativa al suo interno, a scapito dell’attuale, odiatissima
‘eurocrazia’) si aggiungono le crescenti e strutturali ostilità
dell’opinione pubblica interna e internazionale. Per non parlare
degli interessi a una sua implosione schiettamente palesati non solo
dai ‘fisiologici’ competitor russo-cinesi, ma addirittura dal
cuore anglosassone dell’Occidente. Se infatti oltremanica gli
Inglesi sono ormai costretti in una camicia di forza durissima come
la Brexit, oltreoceano la dottrina isolazionista del presidente Usa
Donald Trump sembra far perno anche su una scomposizione, o almeno,
su un ridimensionamento, dell’Unione Europea. Ci si chiederà
quanti e quanto riparabili siano gli errori commessi e, naturalmente,
si cercherà di indicare nuove strade da percorrere in questo viaggio
duro, ma affascinante, il cui traguardo non può che essere il
consolidamento di una stagione di pace e prosperità, avviata molti
decenni fa dai suoi indimenticabili padri fondatori. Obiettivi
possibili, se originati dall’inesausta ricerca di un comune sentire
dei popoli europei, cui tutti dovremmo contribuire.
SALUTI
Lucio d’Alessandro
Rettore dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Rettore dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Gaetano Manfredi
Rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II
Marco Salvatore
Direttore Scientifico IRCCS SDN Napoli
Romano Prodi
intervistato da
Alessandro Barbano
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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