Mercoledì 6 febbraio, alle 18.00, una
speciale visita guidata in occasione della Giornata
internazionale della tolleranza zero per le mutilazioni genitali
femminili.
Al museo d’arte contemporanea
Donnaregina le opere One Thousand Voices e Flowers
III dell’artista franco-gabonese Owanto
Ingresso al museo a pagamento, visita
gratuita, prenotazione consigliata.
Al Madre Storie di
donne: mercoledì 6 febbraio, alle ore 18.00, il museo
d’arte contemporanea Donnaregina propone una visita
guidata in occasione della Giornata internazionale della
tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili. Un percorso
attraverso le mostre in corso, che si concentrerà sulle opere
dell’artista franco-gabonese Owanto (Parigi, 1953) One
Thousand Voices e Flowers III, allestite per l’occasione
al secondo piano (Sale Facciata) fino al 18 febbraio 2019.
One Thousand Voices, installazione
sonora immersiva, affronta il tema della violazione dei diritti
umani, della dignità e dell’integrità fisica di oltre 200 milioni
di bambine e giovani donne a causa della perpetuazione di una pratica
tuttora molto diffusa. L’opera è una raccolta di
testimonianze audio di vittime delle pratiche di mutilazione
femminile: racconti di sopravvivenza e presa di coscienza, in cui le
singole voci si intrecciano per mettere in luce la complessità delle
questioni afferenti e creare, a partire da esse, una storia
collettiva. La mescolanza di accenti e lingue è il risultato delle
dichiarazioni di donne provenienti da 27 paesi in Africa,
Medio Oriente, Asia nonché dalle zone interessate da massivi
fenomeni migratori. La traccia audio è composta come una sinfonia:
le donne hanno registrato le proprie voci con uno smartphone e le
hanno inviate tramite WhatsApp all’artista, che le ha montate
includendo diversi movimenti, elementi e ritornelli. Il monotono
scricchiolio di sottofondo, proveniente da un disco rotto, allude
alla venuta di una nuova era, rimandando al modo di dire
francese change de disque! (“cambia il disco!”). La
tessitura di suoni analogici e digitali crea un ponte tra elementi
visivi e testimonianze sonore che descrivono le società
contemporanee. Per l’artista è, infatti, vitale intrecciare il
passato al presente, l’analogico al digitale, l’arte al
giornalismo: così mentre nella serie fotografica Flowers (di
cui verrà mostrato un esemplare) la presenza di un fiore che
recita il ruolo di guaritore cambia metaforicamente la narrazione,
in One Thousand Voices questa viene modificata
letteralmente dalla voce collettiva di donne e ragazze unite per
rompere il silenzio e dire “non più”.
Owanto è un’artista franco-gabonese
cresciuta in Gabon, dove ha trascorso gli anni della sua formazione.
L’approccio multidisciplinare dell’artista è formalizzato
attraverso l’uso di una varietà di media, tra cui pittura,
scultura, fotografia, video e installazione. I progetti di Owanto
riflettono i processi di pensiero legati ai concetti di identità,
trasformazione ed evoluzione dell’esistenza.
Tra le sue principali mostre
personali: One Thousand Voices, ZEITZ MOCAA, Città del
Capo, Sud Africa, 2019; Dance with Me, African Artist’s
Foundation, Lagos, Nigeria, 2018. Tra le principali mostre
collettive Material Insanity, MACAAL, Marrakech, Marocco,
2019; Our Anthropocene: Eco Crisis, Center for Book Arts,
New York, USA, 2018; Lagos Photo Festival, Lagos, Nigeria e
ZEITZ MOCAA, Città del Capo, Sud Africa, 2017; Imago
Mundi, MADE IN SPAIN, CAC Málaga e Fondazione Giorgio
Cini, Venezia, 2016. L’artista ha inoltre rappresentato la
Repubblica del Gabon alla 53° Biennale di Venezia (2009)
inaugurando con una mostra personale il primo Padiglione Nazionale
gabonese.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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