Presentata al Comune di Salerno la
prima sessione dei "Colloqui di Salerno", a cura di
Vincenzo Esposito, Laboratorio di Antropologia "Annabella Rossi"
Dispac-Unisa e Francesco G. Forte, editore Oèdipus, dedicati
quest'anno a Franco Basaglia. I numerosi eventi di "Una legge
per i matti: 40 anni dopo Basaglia" si terranno da giovedì 21 a
giovedì 28 febbraio in diverse location tra l'Università degli
studi di Salerno e Salerno città. Alla conferenza stampa hanno preso
parte anche l'assessore comunale alle Politiche giovanili e
all'Innovazione, Mariarita Giordano e Renato Dentoni Litta, direttore
dell'Archivio di Stato di Salerno.
L'Italia è stato uno dei Paesi
pionieri nell'ambito della salute mentale. Il merito va a Franco
Basaglia, psichiatra veneto che, a cavallo tra gli anni Sessanta e i
Settanta del secolo scorso, prima a Gorizia e poi a Trieste, ha messo
in pratica un ideale: chiudere i manicomi. Su queste esperienze - e
sul fermento sociale e culturale generato - sono state poste le basi
per la legge che porta il suo nome, la Legge 180, approvata dal
Parlamento il 13 maggio 1978.
La legge era innovativa per l'epoca e
proponeva una serie di servizi alternativi ai manicomi: dai
Dipartimenti ai Centri di salute mentale ai Servizi psichiatrici di
diagnosi e cura. L'Italia dava vita a una vera e propria rivoluzione
antropologica e culturale.
Nel 2018 ricorreva il quarantennale
dell'approvazione della legge che si presentò come la "misura
legislativa" di un movimento culturale, sociale e politico che,
sancendo la chiusura di quei luoghi di contenzione antiumani che
furono i manicomi - per sincerarsene basta rileggere L'altra verità.
Diario di una diversa di Alda Merini - sfociò in uno dei momenti più
alti e felici per la democrazia italiana. Così in Italia, a partire
da quel profondo rinnovamento scaturito nella riflessione
psichiatrica sui temi della normalità e della follia, si radicò una
più consapevole partecipazione democratica alla vita sociale e
culturale dei cittadini, degli intellettuali, degli operatori
sanitari, degli uomini di cultura. Una stagione che fu segnata
dall'accresciuta attenzione per la diversità e per la qualità delle
relazioni umane.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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