Martedì 12 febbraio 2019, dalle ore
16.00 alle ore 19.00, sarà inaugurata la mostra, a cura del
sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello, “TRIS – SCAMBI DI
CONFINE”, con opere di Luisa Bergamini, Beatriz Cardenas, Maria Pia
Daidone alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Via Giacomo
Matteotti, 79 40024 - Castel San Pietro Terme (BO), in collaborazione
con l’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Campania.
Saluti delle Autorità e intervento di Maurizio Vitiello. Orario:
16-19; escluso domenica, sino al 24.02.2019.
Scheda della mostra:
L’impianto dell’esposizione “TRIS
– SCAMBI DI CONFINE A CASTEL SAN PIETRO TERME”, curata dal
sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello, prevede tre artisti
di respiro internazionale, che potranno dialogare tra di loro.
Luisa Bergamini (Bologna) presenta
opere del suo vissuto artistico e le sue monografie; da validissima
operatrice, con varie esposizioni di livello, è stata eletta,
quindi, a referente colloquiante della Regione Emilia – Romagna con
le altre due artiste del Messico e della Campania. Le tre artiste
vantano un largo giro di esposizioni in locations istituzionali, tipo
musei e gallerie pubbliche, per offrire punti di vista. Ben si
comprende che questa singolare collettiva a tre, in cui si battono
tracce e si rilevano evocazioni, illustra e chiarisce aspetti
dell’arte contemporanea, tuttora, in essere; insomma, vivi e vitali
sono le flessioni tecno-linguistiche presenti, che si rincorrono su
un “fil rouge” di richiami e correlazioni, nell’intenzione di
offrire una cortina-vetrina di orizzonti agiti; quasi un serrato
ventaglio, lecito, legittimo, fresco, palpitante e, oltremodo
battente, di “scambi di confine”. Le nuove piste di produzione,
di significativo profilo qualitativo, fanno emergere la
partecipazione e il contributo di queste artiste sull’arte odierna
nelle diverse segmentazioni delle declinazioni linguistiche. Da
segnalare che le due artiste Luisa Bergamini e Maria Pia Daidone sono
state presenti alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di
Castel San Pietro con “Attraversamenti Convergenti”, dal 6 al
28.12.2008, di cui facevano parte anche Lucia Buono, Umberto
Esposti, Biagio Longo, Dante Mazza, Nabil, Monica
Pennazzi, Angela Rapio, Myriam Risola. La bravissima
artista Luisa Bergamini riesce con opere di classe a farci percepire
la sua sensibilissima anima di artista, sempre attenta all’intimo
sentire, che recepisce il passato per vincere su un futuro, qualunque
esso sia. Dilatazioni psicologiche afferiscono a eleganti ventagli
dimostrativi. Da precisare che il denominatore comune della sua opera
è stato sempre “l’analisi del contenitore”. I primi
contenitori assumevano le forme di “TECHE”, rigorosamente
monocrome, bianche o nere, che celavano al loro interno preziosi
camici bianchi, intonsi. Le pieghe inferte a queste carte rimanevano
dotate di un rigore morale e puntiglioso, rinchiuse nelle teche come
a volersi sottrarre a ogni tentativo di profanazione. Poi, “I
CASSETTI”, come contenitori di documenti, fotografie, finestre
aperte sullo “spazio della memoria”, efficaci testimoni
silenziosi di una dimensione, quasi irreale con pregnanze
metafisiche, ma con vena sicuramente surrealista, che li avvicinano
al mondo di Paul Delvaux e di Renè Magritte. A questi percorsi,
dagli anni ‘90 ad oggi, hanno fatto da contraltare elementi
sottratti alle teche, dove le micro-sculture monocrome costituivano
sagome di indumenti sartoriali. Questi elementi-abiti arrivano a
simboleggiare il contenitore per eccellenza, poiché, dentro noi,
troviamo rifugio e la possibilità di opporre e vivere una
maschera. Ora questi “moduli sartoriali”, dall’artista
definiti “MODELLI”, riescono ad offrire sagome che possono essere
utilizzate per creare abiti da indossare. Insomma, questi involucri
sartoriali sono pure “Contenitori del nostro Ego”. La centralità
egotistica cerchiamo di nasconderla attraverso gli indumenti,
manifestando solamente ciò che vogliamo. Il vestito è una
linea-maschera, può difendere. Copre il timore di apparire nella
nostra nudità psicologica, che siamo, più o meno sempre, impegnati
a celare per preservarci dalla curiosità e rassicurarci nel sentirci
inviolabili. Indubbiamente, nei sottili distinguo di “look”, la
mano dell’artista fa precipitare composizioni risolutive cariche di
complicità col domani.
Ricordiamo, sinteticamente, in
conclusione, le sue personali a: Studio Cavalieri, Galleria L’Ariete,
Millenyum Gallery a Bologna;, Museo Magi 900 a Pieve di Cento (BO),
Artefuoricentro a Roma, Fondazione Pescara Abruzzo, Pescara; Galleria
Fluxia, Chiavari (GE); Centro d’arte “L’Idioma”, Ascoli
Piceno e numerose altre; oltre a collettive: Palazzo dei Diamanti a
Ferrara; Galleria Civica a Taranto; “In forma di libro”
Fondazione Bandera per l’Arte, Busto Arsizio (VA); “Libere per
immagini” Biennale Donna Casa dell’Ariosto, Ferrara; “Brain
Storming“ varie edizioni Centro Arti Visive 2B, Bergamo e altre,
oltre a numerose partecipazioni a mostre su libri d’artista e mail
art in Italia e all’Estero. Sue opere in permanenza in collezioni
private in Italia e all’estero e in musei: Fondazione Lercaro,
Bologna; Arte Moderna, Senigallia (AN); Ma.Ga , Gallarate (VA); Magi
900, Pieve di Cento (BO); Galleria Civica, Suzzara (MN); Via Crucis
XIV stazioni e pannello “Evangelizare pauperibus”, Chiesa Nostra
Signora della Fiducia, Bologna; “Angeli e angeli“, Iglesia de Los
Angeles in Argentina e altre. Ha partecipato alle Biennali di Venezia
off. N. 54, 55, 57.
Beatriz Cardenas (Messico) con un
avvincente studio analitico tratta nuove forme espressive ed è,
quindi, passata totalmente alla pittura astratta, dove ha ripreso
temi geometrici e innestato motivi ludici. Da sottolineare che nel
2016 è stata vincitrice del Primo Premio Artista Straniero alla
Biennale di Benevento, ha ottenuto, poi, il terzo posto al 44°
Premio Sulmona 2017 con l’opera “Nuovi Orizzonti”, entrata a
far parte della mostra permanente del Museo d’Arte Contemporanea
della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” a Gardone Riviera
(BS), diretto da Giordano Bruno Guerri, ed è stata una delle
vincitrici del “Premio Arco di Traiano – Stregarti 2018”, a
Palazzo Paolo V di Benevento.. Da anni, procede a redigere dipinti
con un gioco sottile di rimbalzi cromatici; orizzonti, profili,
spacchi sono prodotti con impegno sincero. In una complessa rete di
riverberi di cuore e di segni rugosi, tutti tesi a pronunciare una
storia di rimandi estremi, e in una sorta di affrancature emotive e
di “scarabocchi”, che indugiano e indagano su variabili “altre”,
sensibili consonanze astratte declinano variegate sequenze
immaginative di riscontri intuitivi e singolari corrispondenze, che
s’indirizzano a essere anche specchi emotivi, continuano a
sviluppare agili e svelti spaccati compositivi. Cardenas ha voglia di
determinare nelle sue opere sommovimenti, utili frazioni di indagini
e garbate percezioni. In maniera consapevole, è approdata a un
divenire senza tempo, tra rimandi di tradizioni e di passi
geometricamente funzionali, sino a specificare elaborazioni di tempra
convintamente astratte. Le scene sostanziano rapide sintesi, che
contestualizzano formulazioni di dati aggregati che ridisegnano
dinamicità insistite, tagli e pressioni, dimensioni e dispositivi,
perché vivano cunei di vitalità. Serie dopo serie, momento dopo
momento s’esplicitano accordi cromatici e sintesi
geometrico-compositive. Il peso cromatico e il valore degli elementi
distintivi, quali linee dinamiche puntate in alto e vertici acuti,
portano a risoluzioni metaforiche nella maglia di una tessitura di
accostamenti. Gli assensi strutturali vivono una combinazione
vigilata di multiple colorazioni e filtrano una disposizione
aniconica.
Maria Pia Daidone (Napoli) opera tra
Londra, Napoli e Cantalupo nel Sannio (Is). Ha continuato con serie
diverse per cognizione e differente uso di materiali; ecco i suoi
vari cicli, passati e ultimissimi: "Cerchi Graffiti",
"Nonsolocerchi", "Accertamenti Metropolitani",
“Collages”, "Dame a Palazzo", “Birilli”, “Sagome”,
“Macrostampelle”, “Valigie”, “Zoophantasy", “Quadrati
in plexiglas”, “Mantelli”, “Nerodaidone“, “Nonsolonero“,
“Oronerorame“, “Rossorame“, “Ororossorame“, “Totò”,
“Aurum“, “MPD”, “Andare lontano nel blu”. Ha partecipato
alle significative rassegne, dal 2013 al 2017: “Incendium” e
“Napoli per Gabo”, PAN, Napoli; “56 donne amorose”, “Casetta
della Musica”, Latina; “Subjetividade feminina e emancipação
pela arte“, Salão Negro, Congreso Nacional, Brasilia; “UN ECO
PER TUTTI“, Museo Archeologico, Napoli; “Quintessenze Tivoli
2016“, Scuderie Estensi, Tivoli (RM); “Periscopio sull’arte in
Italia 2016“, Castello Ducale, Corigliano Calabro (CS); “Scambi
di Confine/1“, Arte-Studio Gallery, Benevento; “Matronei“,
Reggia, Caserta; "Razionale e Irrazionale nelle Percezioni
Visive", Spazio 121, Perugia; “Donne nell’arte”, PAN,
Napoli; “SOS Partenope, 100 artisti per il libro della città”,
Castel dell’Ovo e Basilica di San Giovanni Maggiore, Napoli; “Che
dici Totò? - Il de Curtis dialoga con gli artisti”, Castel
dell'Ovo”, Napoli; “Omaggio a Mondrian”, Associazione Culturale
Movimento Aperto (MA), Napoli; “Cromatismi Mediterranei”; Museo
Civico “Umberto Mastroianni”, Marino (RM); “Cognizioni
Misteriche tra Napoli e Parigi”, Institut Français, Napoli; “I
misteri di Napoli e Parigi”, Castel dell’Ovo, Napoli. L’artista,
in quest’ultimo periodo, dopo aver posizionato segmentate maglie,
caratterizzanti e svirgolanti inserti e minute e brevi tessere di
fogli di rame, è passata a istruire e a corroborare la serie
“Aurum”, che rende strutturazioni e impianti compositivi
investiti, quasi totalmente, dalle qualità cromatiche dell’oro.
Segmenti aurei e quadrettature specchianti, in una sequela intrigante
di composizioni, affiorano e consolidano il primato della superficie
riflettente luce vivida. Assoluti chiarori campeggiano in un’armonica
stesura di equilibrati valori ed intensificano una merlettatura di
bagliori che rende unica una texture preparata con dovizia di
particolari e di magistrali sfumature, nonché tocchi di valenti
bilanciamenti cromatici. Anche nell’ultimissima serie “Andare
lontano nel blu” stacca le quadrettature auree su smorzati azzurri
e accesi blu creando composizioni di garbo estremo e di suggerite
atmosfere marine che bagnano, toccano e si confondono con
l’orizzonte.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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