Giovedì 14 marzo, ore 11.00, Madre
Lounge (ex Sala delle Colonne): MADREs (Madri). Workshop artistico
con Christian Leperino riservato agli studenti del Progetto Erasmus
Il laboratorio con l’artista
napoletano Christian Leperino, al Madre, il museo d’arte
contemporanea della Regione Campania, riservato a 40 studenti (20
italiani e 20 stranieri) del Progetto internazionale Erasmus, dal
titolo spagnolo (lingua ufficiale del progetto): "Llave maestra:
abrir puertas, derribar murallas" (Chiave maestra: aprire porte,
abbattere muri), rappresenta il momento conclusivo di un’esperienza
intergenerazionale e interculturale, che vuole mettere in risalto il
valore metaforico dell’immagine della maternità come forza
generativa e principio trasformativo del reale, fondamento anche
della creazione artistica.
Durante le attività didattiche
preparatorie all’incontro italiano, le scuole europee coinvolte,
nell’affrontare il tema dell’inclusione sociale e culturale,
hanno approfondito la conoscenza dell’opera The other myself (2014)
di Christian Leperino, in mostra al museo Madre, e la possibilità,
mediante le pratiche artistiche, di riconoscersi e incontrarsi
nell’altro da sé. Gli alunni hanno lavorato in prima persona sul
ritratto e sull’autoritratto, soffermandosi in particolare sulla
figura femminile attraverso le generazioni, fotografando se stessi,
le loro madri e le loro nonne.
All’incontro presso il Museo Madre i 40 studenti partecipanti, insieme ai docenti, porteranno con sé le stampe su carta di queste fotografie: oltre 100 volti costituiranno la base di un’attività di rielaborazione collettiva finalizzata a creare una grande opera su carta, dal titolo MADREs (“Madri” in spagnolo, lingua veicolare del progetto), prodotta attraverso il ritaglio, la scomposizione e la ricomposizione dei ritratti in nuove immagini “ibride”.
A conclusione del workshop, l’opera collettiva sarà affissa, provvisoriamente, al termine delle attività, sulle pareti laterali della scalinata che collega il terzo piano del museo al terrazzo. In quest’ottica, la collocazione temporanea del prodotto finale lungo la scalinata che conduce al terrazzo - soglia tra il “dentro” e il “fuori”, tra l’ombra e la luce, s’inserisce nel concept del lavoro e lo completa attraverso l’esperienza fisica del “venire alla luce”, rafforzando l’idea dello scavalcamento delle chiusure identitarie verso l’apertura al dialogo con l’altro da sé.
All’incontro presso il Museo Madre i 40 studenti partecipanti, insieme ai docenti, porteranno con sé le stampe su carta di queste fotografie: oltre 100 volti costituiranno la base di un’attività di rielaborazione collettiva finalizzata a creare una grande opera su carta, dal titolo MADREs (“Madri” in spagnolo, lingua veicolare del progetto), prodotta attraverso il ritaglio, la scomposizione e la ricomposizione dei ritratti in nuove immagini “ibride”.
A conclusione del workshop, l’opera collettiva sarà affissa, provvisoriamente, al termine delle attività, sulle pareti laterali della scalinata che collega il terzo piano del museo al terrazzo. In quest’ottica, la collocazione temporanea del prodotto finale lungo la scalinata che conduce al terrazzo - soglia tra il “dentro” e il “fuori”, tra l’ombra e la luce, s’inserisce nel concept del lavoro e lo completa attraverso l’esperienza fisica del “venire alla luce”, rafforzando l’idea dello scavalcamento delle chiusure identitarie verso l’apertura al dialogo con l’altro da sé.
Gli scatti fotografici del lavoro
finale, il video del laboratorio e le fotografie dell’opera
realizzata durante il workshop rappresenteranno un materiale da
utilizzare per la diffusione del Progetto Erasmus+ presso l’Istituto
Cervantes, le scuole europee coinvolte nell’incontro internazionale
di Napoli, ed eventualmente, presso altre istituzioni nazionali ed
internazionali.
Il progetto, coordinato dalla Prof.ssa
Maria Paz Tolin Pato, e veicolato attraverso pratiche artistiche e
creative, è stato approvato e finanziato dalla Commissione Europea,
posizionandosi al secondo posto in Italia. Si tratta di un
partenariato strategico tra 5 scuole europee (Italia, Grecia,
Portogallo, Spagna, Svezia)) sul tema della cittadinanza attiva e
della inclusione sociale.
Prima del Workshop, alle ore 10.00, i
40 studenti del Progetto Erasmus, insieme ai docenti, effettueranno
una visita guidata (in inglese), a cura di un operatore didattico del
Madre, alla collezione site-specific del museo, con focus di
approfondimento dedicato all’opera The other myself (2014) di
Christian Leperino.
Christian Leperino (Napoli 1979),
cresciuto nella periferia est di Napoli, contrassegnata da non-luoghi
grigi e desolati, si forma all’Accademia di Belle Arti di Napoli,
dove inizia a sperimentare linguaggi differenti: la pittura e la
scultura, ma anche la fotografia e il video, che gli permettono di
approcciare in maniera diretta tensioni e disagi che attraversano la
sua generazione.
Sin dalle prime opere Leperino affida
al corpo un ruolo centrale nella sua ricerca artistica,
trasformandolo in superficie su cui iscrivere emozioni e sofferenze,
supporto su cui incidere i segni del proprio vissuto e delle proprie
esperienze. I primi cicli pittorici raccontano l’alterazione e
deformazione dei volti di chi prende parte ai rave party illegali
(Rawe Off, 2001), dipinti nei quali la lezione dell’espressionismo
incontra soggetti e linguaggi contemporanei. Nelle opere successive
il racconto di un disagio esistenziale è riportato alla relazione
umano-urbano: paesaggi fuligginosi, dove le polveri industriali
rendono l’aria irrespirabile, annunciano uno scenario apocalittico
nel quale la presenza umana quasi si annulla (Cityscapes, 2007).
Il corpo e l’attenzione ai temi di
attualità sono al centro anche dell’opera The Other Myself,
vincitrice dell’edizione 2014 del contest ShowYourself@Madre.
Ventuno volti allineati su tre livelli, sculture in gesso bianco
ottenute grazie al procedimento del calco, costituiscono la traccia
di storie drammatiche ma spesso invisibili, che qui riaffermano la
propria presenza. Le donne e gli uomini ritratti sono infatti
migranti e rifugiati politici incontrati a Napoli, coinvolti
dall’artista in un laboratorio di scultura durante il quale sono
stati realizzati i calchi dei loro volti. La materia assorbe e
restituisce le loro storie, che rivivono attraverso i lineamenti e le
espressioni dei diretti protagonisti. Il dialogo tra presenza e
assenza, identità e alterità, il corpo e la sua immagine, fa da
sfondo a una riflessione sull’identità, sulla possibilità di
riconoscersi e incontrarsi nell’altro da sé.
Racconta Leperino: “Il titolo è
arrivato pensando alle parole di Abraham, mio amico ivoriano, davanti
alla sua testa in gesso: ‘è bella, è un altro me’. L’altro me
stesso”. Con The Other Myself (2014) Leperino conferma la sua
attitudine a utilizzare materiali e procedure differenti per dar vita
ad una narrazione che incrocia scenari sociali, facendosi discorso
poetico.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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