giovedì 7 marzo 2019

"Nasuto e il colore delle lingue"

Nasuto e il colore delle lingue
OPENING sabato 9 marzo alle ore 17.30
Dal 9 marzo al 14 aprile
Mercato centro culturale arte contemporanea
Piazza Marconi,1Argenta (FE) 44011
Tel.800111760/0532330276
r.rizzioli@comune.argenta.fe.it 



Voce ai colori!
La tendenza dell'arte a rivelare l'invisibile è da sempre una delle componenti più affascinanti, forse uno degli ingredienti fondamentali per la buona riuscita di un'opera. Nei primi anni del'900, Vasilij Kandinskij, considerato il padre dell’astrazione, teorizzava le forme primarie del fare artistico: punto, linea, superficie, ma anche le molteplici variazioni cromatiche. Soprattutto, enfatizzava le qualità sinestetiche del colore, come un essere che dispone di vita propria, capace di articolare movimento,suoni e persino stimolare il gusto dell'osservatore. Nelle Morfosintassi Visive di Christian Nasuto (Stoccarda, 1989) l’operazione di condurre ad una grammatica della visione è invertita: in questo caso è il linguaggio ad essere smontato e riassemblato secondo forme visibili. I morfemi e gli anacoluti, elementi primari della comunicazione, assumono le sembianze di linee, disposte su piani separati, secondo uno schema che dà ad ogni particella del discorso una sua esistenza tangibile. Il dato estetico predominante consiste nel colore, che dona il tono della conversazione, l'atmosfera in cui sono immerse le parole, capace di attivare i sensi e stimolare una visione esperenziale. Siamo nel mondo dell'astrazione, ma un’astrazione verosimilmente ancorata alla realtà, tra paesaggi variopinti e distratti sentieri discorsivi.
Nasuto, definendosi“cittadino del mondo”, conduce verso una continuità tra lingue, un’ indifferenziazione tra colori e culture, aprendo un o spiraglio su una visione di umanità unica e preziosa proprio per le sue infinite sfumature.

Annapaola Di Maio
Morfosintassi visiva-una pragmatica pittorica
Il concetto che si deve tenere presente, il presupposto fondamenta le che permette la corretta collocazione delle seguenti opere, è l’elevazione di tutto quanto al livello della langue; l’analisi dell’ atto individuale, invece, non trova spazio sufficiente. Come può, d’altronde, l’arte essere espressione individuale senza la mano della collettività che la sorregge?
La langue, cui si è conferita proprietà astratta proprio perché esula dal concetto d’individualità. In altre parole, se un sistema ritenuto ufficialmente astratto pervade e plasma la nostra quotidianità nel modo più discreto possibile, per quale ragione tale sistema non può essere rappresentato visivamente attraverso l’astrattismo?Ulteriore riflessione merita l’inquadramento temporale dell’opera:il carattere sincronico precede quello diacronico, poiché il momento della creazione dell’opera avviene in momento preciso. L’avvio di un’analisi diacronica è possibile solo in funzione emotiva, dettata dallo scorrere del tempo che, stanco di aver viaggiato, si volta per guardarla da lontano. Vorrei precisare, a questo punto, che quanto segue non intende, in nessun modo, sostituire pensieri e dottrine ritenute consolidate nel mondo accademico: questa è pura sperimentazione e come tale dovrebbe essere sottoposta a qualsivoglia critica costruttiva. La pittura rappresenta lo smembramento di un’entità molto complessa, la sua riduzione ai minimi termini; è l’atto del denudare, del mettere sotto luce la struttura intima del sistema in cui tutti siamo immersi ma di
cui ignoriamo l’esistenza concreta e visiva. Voglia l’osservatore perdonarmi l’apparente ciarlataneria che si cela dietro un pensiero puro e onesto, libero da ogni vincolo estetico e moraleggiante; d’altronde, riscoprire la pittura significa anche riscoprire la sincerità d’animo.
La pragmatica, qui intesa non come procedimento accademico volto a un fine canonico, è uno dei punti chiave della morfosintassi visiva. Il colore è subordinato al contesto, muta al mutare dei contenuti e della concezione sincronica del rappresentato. Non si tratta di mere impressioni, né quantomeno di espressioni; luce e sentimento turbato interiore non ricoprono ruoli primari nella sintassi morfologica. Discorso diverso riguarda l’agire sul piano dell’espressione in quanto tale: alla rappresentazione non partecipano rettangoli più o meno grandi, né altre figure geometriche. La sostanza dell’espressione assume, in toto, il ruolo di sostanza del contenuto; i morfemi sono creati dallo strumento stesso, senza particolari adattamenti, che sia un pennello largo o un rullo. La successione di tale espressione-sostanza, eseguita in un certo ordine sintattico e subordinata al contesto, crea quella che definisco morfosintassi visiva.
In conclusione, rendo visibile il concetto linguistico – in un certo senso le lingue – attraverso varie tecniche pittoriche.


Christian Nasuto nato a Stoccarda (ancora nella Repubblica Federale Tedesca) nel 1989. All'età di 12 anni si trasferisce in Italia al seguito della famiglia. Consegue la laurea in lingue straniere presso l' Università Gabriele d'annunzio di Chieti – Pescara. Nel frattempo coltiva lo studio della pittura da autodidatta, applicando il suo sapere teorico all'arte figurativa. Attualmente vive a Ferrara. 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA


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