Ricorrenza: 8
marzo
Nato nel 1495 da poveri ma piissimi
genitori, trascorse una giovinezza innocente, piena di semplicità.
Aveva però grande smania di viaggiare e a questo fine abbandonò
casa e patria.
Caduto in estrema miseria, fu costretto
a mettersi a servizio del conte d'Oropesa (Castiglia), dal quale fu
arruolato nella fanteria. Nella vita militare perdette l'innocenza e
la semplicità della vita.
Nel 1536, mentre era in Ungheria a
combattere contro i Turchi, la compagnia di Giovanni fu congedata ed
egli, ritornato nell'Andalusia, si mise a servizio di una ricca
signora in qualità di pastore.
Nella pace di questa nuova
occupazione l'attendeva Iddio per farlo rientrare in se stesso. La
sua mente, nella quiete della campagna, ritornò sulla vita
trascorsa: pianse i suoi peccati e si diede ad una vita di austera
penitenza.
Sentendo il bisogno di soddisfare la divina giustizia,
propose in cuor suo di dedicarsi totalmente al servizio degli
infelici.
In Granata, dove aveva fondato il primo
ospedale, trovò i primi benefattori, che largheggiando di mezzi
materiali, gli dettero possibilità di svolgere la sua azione di
bene.
Molti attirati dalla santità della sua
vita, si proposero di seguirlo e di ubbidirlo.
In questo modo egli si
trovò padre d'una comunità, che dopo la sua morte si pose sotto una
regola stabile e professò i voti religiosi.
Sorsero così i «
Fatebenefratelli ».
Le opere a cui pose mano il Santo sono
innumerevoli. Ebbe vasto campo di apostolato. Operò moltissime
conversioni, anche fra quelle giovani che per penuria di mezzi si
erano date ad una vita peccaminosa. Soprattutto però incontrarono la
generosità del suo cuore i poveri derelitti e gli ammalati.
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