Salerno, Giovedì 25 aprile ore 9:00
Piazza Vittorio Veneto partecipazione al corteo.
Lezioni di “Resistenza” per le
nuove generazioni.
Domani 25 aprile rifletteremo sui valori
di democrazia e libertà attraverso le iniziative che punteggeranno
questa giornata, in cui l’A.N.P.I. di Salerno sarà affiancata
dall’ Associazione Marco Amendolara.
“La libertà estrema coincide con
l’uomo invisibile di Wells; lo faranno a pezzi, lo distruggeranno,
perché si è permesso un lusso non consentito ai tanti: è stato
libero”.(Marco Amendolara, “Vascelli, tatuaggi, Selve e Saette”
ed.Marocchino Blu 2002).
L’ Associazione Marco Amendolara
affianca l’Associazione Nazionale Partigiani D’Italia nelle
celebrazioni del 25 aprile, Festa della Liberazione dell’Italiadalla
dittatura fascista e dall’occupazione nazista. Ribadisce i valori
che hanno portato alla libertà: la resistenza e l’Unità degli
antifascisti, valori su cui si basa la nostra Costituzione. Per
promuovere la diffusione dei valori della Resistenza e della
Liberazione, s’invita ad esporre i contributi artistici e letterari
degli studenti e di tutte le persone che vorranno aderire, negli
spazi dedicati o all’interno del corteo. Gli striscioni prenderanno
parte al corteo che muoverà giovedì 25 aprile 2019 a Salerno, da
Piazza Vittorio Veneto (Piazza Ferrovia) sino a Piazza Cavour, per
omaggiare i martiri della seconda guerra mondiale. La conquista della
gioia, ottenuta attraverso il martirio della stessa, è nelle parole
del Marco Amendolara di “Habeas Corpus”. La storia umana continua
nel suo sviluppo, imperterrita, la perdita della gioia, la perdita
dei primordi, attraverso la guerra. Ma la gioia per converso, in
quanto sottratta alla storia, può rivelarsi la cosa più serbata,
più intatta e segreta. L’uomo che diviene capace di acquistare
gioia, di vestirsi di quest’abito cosmico, diviene capace di
origine ed è quest’uomo nuovo che dovremmo ricercare. Un giorno,
il 25 aprile, per andare alla ricerca della plenitudo temporis
eckartiana: quando il tempo è alla fine, riluce la sua pienezza,
quando l’uomo è alla fine, esplode la sua umanità, che verrà
ritrovata cercando una nascita, la ri-nascita, una R(i)esistenza.
Quanta distanza si avverte tra le generazioni in questo giorno: cosa
vuol dire per un bambino, per un ragazzo, risalire alla Resistenza?
Si tratta di una esperienza trasmessa ancora in modo vivo da chi l’ha
direttamente vissuta. Come spiegare ai giovanissimi la Resistenza,
l’impresa storica di un popolo compiuta per libera scelta di
milioni di uomini e donne semplici, che di essa furono protagonisti
in senso pieno, creatori e corresponsabili. Non una decisione
imposta, ma una scelta contro ciò che veniva imposto; non
l’inquadramento forzato in un esercito istituzionale, per una
guerra decisa dall’alto, ma la costruzione volontaria di un
esercito dal nulla, di un esercito di liberi e uguali. Una disciplina
ferrea, ma derivante dalle esigenze della lotta liberamente
intrapresa, e costantemente corretta e rafforzata dal carattere
collettivo delle decisioni. Una democrazia piena, vissuta come
costante compartecipazione di tutti ai problemi, e alle scelte,
collettivi: la democrazia più piena e più alta, che la storia
d’Italia abbia mai conosciuto. Non deve essere retorica, non è
agiografia, sono i tratti caratteristici della Resistenza, così come
è stata vissuta da “un popolo alla macchia”, da un popolo che si
è dato organizzazione, strutture militari e politiche, giornali,
codice civile e morale, senza l’intervento di apparati coercitivi
separati dal popolo stesso, anzi, contro il potere armato esistente.
Come raccontare semplicemente tutto ciò alle giovani generazioni?
Forse facendo sfilare la banda sulle note di Bella Ciao, con le
deposizioni delle corone di alloro ai caduti, al partigiano tenente
Ugo Stanzione, alle Medaglie d’oro della nostra Resistenza,
visitando il Cimitero degli Inglesi a Bellizzi, dove riposano circa
1850 soldati morti per la libertà, o interessando gli alunni delle
scuole a riflettere su questa giornata, rendendoli coscienti del
significato di questa giornata, cercando di far loro produrre,
attraverso disegni, letture, scritture, la propria idea di
Resistenza. La giornata aprirà l’occhio e la mente a tensioni più
segrete: segni intensamente materiati che, rielaborando dati della
storia, della memoria, testimonianze, si faranno discorso raggrumato
in apparizione lancinante.“Dovunque è morto un italiano per
riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col
pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”. (Piero
Calamandrei “Discorso sulla Costituzione” 1955).
Info:associazionemarcoamendolara@hotmail.com
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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