Il Conservatorio statale di Musica
“G.Martucci” di Salerno
Dipartimento di Musica d’Insieme
In collaborazione con
L’Associazione Bottega San Lazzaro
Presenta
festival di Musica da Camera
Sant’Apollonia
VI Edizione
3+4=8 RAPSODIA D’ENSEMBLE
Salerno, 1 giugno, ore 20, Chiesa di
Santa Apollonia
Info: Conservatorio Martucci 089/237713
www.consalerno.com 089241086 – 089237713
personale@consalerno.comchiara15n@gmail.com089/231330 INGRESSO LIBERO
Rapsodia d’ensemble: i legni del
conservatorio
Serata inaugurale, sabato I giugno, per
la VI edizione del Festival di Musica da Camera Santa Apollonia, con
i legni del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” e le
musiche di Allers, Castérède, Jacob, Dubois e Mozart
Serata inaugurale, sabato 1 giugno,
alle ore 20 (ingresso libero) per la VI edizione del Festival di
Musica da Camera Santa Apollonia, un evento istituzionalizzato del
Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci”, che anima il centro
storico, ospite della Bottega San Lazzaro di Chiara Natella.
Francesca Taviani, ideatrice dell’ evento, supportata dall’intero
corpo docente del dipartimento di musica d’insieme, ha inteso
affidarsi ai legni, per l’apertura del cartellone. Riflettori
accesi sulla formazione di flauticomposta da Angelo Capo, Gloria
Falcone e Tommaso Casolaro,i quali principieranno la loro performance
con due opere allegre e umoristiche. La prima sarà Musica Vespertina
opus 59 n°2diHans Gunther Allers un’ opera che ad eccezione del
terzo brano il sommesso e contemplativo Wintertraum, si può
ascrivere al genere di musica leggera e spumeggiante. Ad esempio, il
gioioso pezzo "Ludus Jucundus"o la successiva "parodia
alla marcia " sono di carattere leggermente
sarcastico-burlesque, mentre “Clownerie” può essere giocata in
modo spiritoso, vivace e accentuato, l’ 'Intermezzo' rimane un
pezzo vivace, dalla particolare atmosfera creata da una moltitudine
di timbri con il "Capriccio piccolo", che è assimilabile
ad un "puzzle", i cui motivi principali potrebbero essere
collegati tra loro in qualsiasi altro ordine. Di Jacques Castérède
ascolteremo, quindi, Flutes en vacances, scritto nel 1962 per tre o
quattro flauti.Il brano presenta quattro sezioni, ognuna delle quali
esprime uno stato d'animo diverso: Flûtes Pastorales è abbastanza
calmo con alcuni punti salienti culminanti e coinvolgenti, Flûtes
Joyeuses è molto gioioso ed è caratterizzato da una piccola danza
nel mezzo, Flûtes rêveuses suona senza tempo ed è ispirato ad uno
dei temi dei 'Dodici studi' dell’autore, mentre e Flûtes Légères
ha una melodia veloce e fresca e comunicativa. Il trio di flauti
passerà il testimone ad un Quartetto di Clarinetti, formato da
Nicola Fusco, Gerardo De Rosa, Leonardo Quglia e Gianguido Gaeta al
clarinetto basso. La formazione proporràScherzetto Pavana e Gopak di
Gordon Jacob. Jacob amava evocare l'era barocca nella sua musica, in
particolare quella per il clarinetto dal momento che lo strumento è
arrivato così tardi nell'era musicale e che i suoi grandi maestri
hanno scritto poco per lo strumento. I clarinetti eseguiranno quindi
una gemma della loro letteratura, il Quatuor di Pierre Max Dubois,
datato 1964. Una pagina costruita essenzialmente con molta attenzione
alla varietà del suono, alle opposizioni e alle combinazioni di
densità sonore per esprimere un pensiero musicale chiaro e
comunicativo. Finale con la Serenade n°11 K375 di Wolfgang Amadeus
Mozartdove incontreremo Mattia Esposito e Pietro Avallone
all’oboe, Gianguido Gaeta e Nicola Fusco al clarinetto, Alfonso
Pisacane e Marzia Naclerio al corno, Gaetano Varriale e Mirko Santoro
al fagotto. Rispetto al carattere tradizionale di questo genere di
composizioni, la Serenata K 375 presenta novità di rilievo. È vero
che l'attacco dell'Allegro maestoso, con la sua sonorità pomposa,
rientra in pieno nella tradizione; ma ciò che arriva subito dopo
rivela invece accenti molto personali: prima che venga raggiunta la
tonalità della dominante, una digressione inattesa, in modo minore,
devia il discorso verso un registro patetico, carico di accentuate
implicazioni affettive. Si tratta dell'inclinazione mozartiana, ben
nota, per lo slancio passionale, per la fantasticheria romantica:
quella che il padre Leopold - uomo d'altri tempi - osservava
preoccupato nel figlio, considerandola il suo «lato oscuro». Tutto
il movimento, del resto, trascorre nell'alternanza tra lo stile
svagato della serenata e inflessioni più serie. L'episodio patetico
compare nuovamente al termine dello sviluppo, ma è tralasciato nella
ripresa, dove al suo posto interviene un nuovo tema del corno, questo
sì nel puro stile della serenata settecentesca. Un'identica
alternanza espressiva si ritrova nel primo dei due Minuetti. Qui
infatti alla sonorità piacevole, al carattere disteso e aggraziato
del Minuetto si contrappone l'enfasi espressiva del Trio, nel quale
il modo minore, gli sforzati ravvicinati, le contrapposizioni foniche
e dinamiche richiamano l'altro lato della personalità mozartiana.
Ancora diverso è l'atteggiamento espressivo dell'Adagio: un lirismo
contenuto e profondo, che si manifesta nel fluire intenso della
melodia, nella quale si avverte una sensibilità già romantica. Il
secondo Minuetto mostra un Mozart dall'atteggiamento scanzonato,
quasi provocatorio: temi dal ritmo ben scandito, movenze da danza
rustica più che di corte, inflessioni bizzarre (tra l'altro, un
curioso rallentando nella seconda parte del Minuetto). Il Finale
(Allegro) si mantiene nel più perfetto spirito della serenata
tradizionale. Un tema popolaresco, dal brio incontenibile, funge da
ritornello ed è condotto attraverso le chiare architetture del
rondò.
PROSSIMI APPUNTAMENTI: Serata dedicata
ai trii con pianoforte di Johannes Brahms, il 2 giugno, con l’op.40,
in cui il corno offre un impasto timbrico suggestivo e profondamente
romantico e l’op.8, il primo trio, di una densità sinfonica che
dovevano poi rimanere tratti costitutivi ed emblematici di tutta la
cameristica del maestro di Amburgo.
Olga Chieffi resp.le Musica
StudioApollonia
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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