Ricorrenza: 26 GIUGNO
Patrono del Trentino e dell'Alto Adige,
fu colui che operò maggiormente per la conversione al cristianesimo
di quelle popolazioni.
Nato a Trento da una famiglia romana,
vissuta nell'Urbe a sufficienza per acquistare i diritti della
cittadinanza, fu mandato a studiare ad Atene, ritornato poi a Trento
fu consacrato vescovo e costruì una chiesa che dedicò ai SS.
Gervasio e Protasio, ricevendo da S. Ambrogio le reliquie.
Il nome “Vigilo” probabilmente è
legato a questa vicenda, oltre che in genere alla sua opera di
vescovo evangelizzatore. Lo ricorda anche Gennadio di Marsiglia nel
suo De viris illustribus e una Vita (con più di una variante o
redazione) che lo descrive come martire mentre tenta di evangelizzare
un'altra valle, la Valle Rendéna: avendo abbattuto un idolo, messosi
a predicare, sarebbe stato lapidato dai pagani. Sulla storicità del
martirio di Vigilio qualche critico ha dubitato. Il profilo
agiografico di Vigilio è ad ogni modo quello del vescovo
evangelizzatore, che tutto dà al suo popolo, sino se è il caso al
martirio. Singolarmente mancano indizi sufficienti di una presenza
monastica accanto a Vigilio o di una sua esperienza monastica. Egli
opera infatti nell'egemonia del modello di Ambrogio Agostino.
Il suo corpo fu messo in un sepolcro,
alla morte, nella chiesa cimiteriale della città, chiesa che è poi
diventata, dopo varie strutturazioni e ricostruzioni, l'attuale
cattedrale (sec. XIII). Molte chiese gli sono dedicate in Italia del
Nord (soprattutto in Trentino e in Tirolo) e in Baviera. È
rappresentato come vescovo, imberbe, con in mano uno degli strumenti
con cui fu ucciso. La sua festa ricorre il 26 giugno.
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