Questa festa commemora tutti i
protomartiri della Chiesa di Roma, dopo quindi i due grandi apostoli
Pietro e Paolo, la Chiesa ricorda i primi cristiani di Roma
messi a morte nella persecuzione di Nerone degli anni 64-67. Di questa persecuzione abbiamo due
testimonianze: una proveniente dal mondo pagano, l'altra di origine
cristiana.
La prima, riportata da Tacito negli
Annali, racconta dettagliatamente che il 19 luglio dell'anno 64, il
decimo del regno di Nerone, un terribile incendio divampò a Roma,
partendo dal Circo Massimo, quartiere di negozi e bancarelle stipati
di merce infiammabile; favorito dal clima il fuoco si propagò in
tutte le direzioni. Per sette giorni e sette notti imperversò
distruggendo templi, palazzi e monumenti. rase al suolo. Le fiamme
raggiunsero anche i giardini dell'abitazione di Caio Tigellino,
prefetto del pretorio. Quando finalmente l'incendio fu estinto, due
terzi di Roma erano ridotti a un ammasso di mura fumanti. A Roma
circolava la voce secondo la quale Nerone fosse responsabile del
colossale incendio allora per stornare da sé questo sospetto,
l'imperatore indusse alcuni cittadini corrotti a denunciare come
colpevoli i cristiani. Essi vennero arrestati in gran numero e
giustiziati in modo particolarmente crudele.
La testimonianza di provenienza
cristiana è presente nella lettera che Clemente Romano mandò alla
comunità di Corinto poco dopo l'anno 90 e racconta che coloro che
erano noti per essere fedeli di Cristo furono arrestati e torturati
affinché denunciassero i loro compagni di fede, messi a morte con le
forme più crudeli: alcuni furono crocifissi, altri spalmati di cera
e usati come torce umane, altri coperti con pelli d'animale e dati in
pasto alle belve. Clemente Romano riporta che questi cristiani
divennero uno splendido esempio nella convinzione che chi soffriva
per il nome di Cristo diveniva per ciò stesso partecipe e compagno
della sua passione.
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