Palasport "Giobatta Gianquinto"
(Palasport Arsenale), Venezia
11-21 luglio 2019
Apertura: giovedì 11 luglio 2019, ore 11.00
Special days: sabato 13 e 20 luglio 2019, ore 11.00
11-21 luglio 2019
Apertura: giovedì 11 luglio 2019, ore 11.00
Special days: sabato 13 e 20 luglio 2019, ore 11.00
All'interno del Palasport "Giobatta
Gianquinto" (Palasport Arsenale), raro esempio di architettura
brutalista nel cuore di Venezia, a pochi passi dall'ingresso della
Biennale, l'Associazione Culturale YARC - Yvonneartecontemporanea
presenta, dall'11 al 21 luglio 2019, l'intervento site-specific di
Cristina Treppo, terzo appuntamento di "Project Room", a
cura di Maria Yvonne Pugliese e Riccardo Caldura. L'esposizione,
intitolata "Concrete", sarà aperta al pubblico giovedì 11
luglio 2019, alle ore 11.00.
Fra i materiali utilizzati da Cristina
Treppo per il suo lavoro una grande rilevanza è data al calcestruzzo
("concrete" in inglese), materiale edilizio dal quale
l'artista da tempo ricava una serie di forme, oggetti ed
installazioni che oscillano fra la quotidianità e lo scavo
archeologico, come è esemplarmente avvenuto in occasione della
mostra "Residui" al Museo Archeologico Nazionale di
Aquileia nel 2013. A quell'appuntamento si collega idealmente la
nuova proposta, dedicata ad uno spazio che non ha però alcun
carattere espositivo, essendo stato concepito e costruito per
tutt'altra funzione, ovvero un Palasport, intitolato all'ex-sindaco
di Venezia Giobatta Gianquinto, avvocato e figura storica
dell'antifascismo non solo cittadino. Come nel caso del progetto al
Museo Archeologico, anche l'attuale proposta, la terza di "Project
Room", fa della particolarità del contenitore l'elemento
qualificante dell'intervento di Cristina Treppo.
Progettato e realizzato nel 1977
dall'architetto Enrico Capuzzo e dall'ingegnere Giandomenico Cocco,
il Palasport è ascrivibile al Brutalismo, corrente architettonica di
cui è in corso una generale rivalutazione (www.sosbrutalism.org),
che ha fatto dell'utilizzo di forme accentuatamente plastiche e del
béton brut (Le Corbusier) la sua chiave di riconoscibilità
internazionale. Un grande volume quasi celato nel fitto tessuto
edilizio della città a seguito della demolizione di alcune
pertinenze ottocentesche dell'area dell'Arsenale.
Il progetto di Cristina Treppo nasce
dalla rilettura delle caratteristiche scabre, essenziali, e allo
stesso tempo non prive di una loro tonalità emotiva, dello spazio
architettonico veneziano, e si articola, anche dal punto di vista
dell'allestimento, in diretto contatto con le pareti e le superfici
di cemento grezzo. Le opere della Treppo sono forme che possono
ricordare dei vasi, o comunque dei contenitori, dall'aspetto senza
tempo, proprio grazie al particolare uso del materiale, quasi dei
reperti, o dei ritrovamenti affiorati durante la fase di demolizione
del sito antico per far posto alla nuova struttura e finora mai
esposti. Suggestioni che collidono e collimano, grazie alla ruvidezza
del materiale utilizzato architettonicamente e alla delicatezza con
cui invece viene trattato dall'artista, generando un sottile dialogo
fra struttura e forme, l'una funzionalmente estranea alle altre, ma
la cui estraneità apre ad una complessiva rilettura, non solo
funzionale, dell'edifico stesso.
"Concrete" è un percorso
espositivo che, come ha scritto l'artista, «si sviluppa in alcune
delle pareti di fondo della tribuna (utilizzando i fori già
presenti, proponendo delle forme in cemento leggero, che rimandano
all'idea di vaso, di organo, di parte simbolica di un corpo.
L'allestimento, che si articola fra superfici vuote e piene, entra in
relazione con l'architettura in modo pervasivo e non invasivo».
L'esposizione, promossa
dall'Associazione Culturale YARC - Yvonneartecontemporanea con il
sostegno di Painting srl, On Art srl e UNICO spa, sarà aperta al
pubblico da giovedì a domenica con orario 11.00-19.00. Ingresso
libero.
Nell'ambito della mostra, sabato 13 e
20 luglio 2019, alle ore 11.00, si terranno due "Special days"
con visita alla mostra "Concrete" e ingresso gratuito alla
Biennale di Venezia con biglietto Plus (valido per 3 giorni) per
accedere agevolmente all'opera permanente di Cristina Treppo allo
Spazio Thetis, accompagnati dall'artista e dai curatori. A seguire,
rinfresco. Per partecipare è necessario iscriversi all'Associazione
Culturale YARC entro giovedì 11 o 18 luglio 2019. Per
informazioni e iscrizioni: T. +39 339 1986674,
yvonneartecontemporanea@gmail.com, www.mariayvonnepugliese.it.
"Project Room" è un
contenitore che propone inedite relazioni fra arte, spazio e
pubblico. Un modo diverso di concepire l'occasione espositiva, con
lavori appositamente sviluppati insieme agli artisti a seconda delle
caratteristiche dei luoghi che li ospitano. "Project Room",
alla sua terza edizione, nasce da un'idea di Riccardo Caldura e Maria
Yvonne Pugliese. Le precedenti edizioni di "Project Room"
sono state dedicate a Iler Melioli con "Res Extensa" a
Palazzo Barbaran da Porto (architetto Andrea Palladio), Vicenza, 2017
e a Elena Pugliese con "Hai lasciato la luce accesa" a Casa
Bossi (architetto Alessandro Antonelli), Novara, 2018.
Cristina Treppo nasce a Udine nel
1968. La sua ricerca attraversa la scultura, l'installazione, il disegno e la fotografia. Vive e lavora a Udine e attualmente insegna all'Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua carriera artistica inizia con la partecipazione ad una mostra curata da Luciano Fabro nel 2000. Nel 2004 e 2005 è finalista al premio Arte Mondadori (curato allora da Maurizio Sciaccaluga). L'anno successivo, 2006, è finalista al prestigioso Premio Arnaldo Pomodoro. Partecipa quindi a molte importanti esposizioni di cui ricordiamo nel 2004 alla Fondazione Bevilacqua La Masa, nel 2005 l'evento collaterale della Biennale di Venezia, nel 2007 "Open 10", Venezia e nel 2013 Museo Revoltella, Trieste. Recentemente è stata invitata alla Biennale dello Xinjiang (2014) e a due edizioni di "Flow", mostra di arte italiana e cinese allestita in Basilica Palladiana nel 2015 e nel 2017. Nel 2013 ha realizzato un intervento profondo e diffuso al Museo Archeologico di Aquileia, una personale di ampio respiro intitolata "Residui". Del 2017 è la personale al museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine e del 2018 la selezione al Premio Michetti, presieduto da Renato Barilli. Nel 2019 ha realizzato l'opera "Depositi" che rimarrà in modo permanente nella collezione del giardino dello Spazio Thetis.
1968. La sua ricerca attraversa la scultura, l'installazione, il disegno e la fotografia. Vive e lavora a Udine e attualmente insegna all'Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua carriera artistica inizia con la partecipazione ad una mostra curata da Luciano Fabro nel 2000. Nel 2004 e 2005 è finalista al premio Arte Mondadori (curato allora da Maurizio Sciaccaluga). L'anno successivo, 2006, è finalista al prestigioso Premio Arnaldo Pomodoro. Partecipa quindi a molte importanti esposizioni di cui ricordiamo nel 2004 alla Fondazione Bevilacqua La Masa, nel 2005 l'evento collaterale della Biennale di Venezia, nel 2007 "Open 10", Venezia e nel 2013 Museo Revoltella, Trieste. Recentemente è stata invitata alla Biennale dello Xinjiang (2014) e a due edizioni di "Flow", mostra di arte italiana e cinese allestita in Basilica Palladiana nel 2015 e nel 2017. Nel 2013 ha realizzato un intervento profondo e diffuso al Museo Archeologico di Aquileia, una personale di ampio respiro intitolata "Residui". Del 2017 è la personale al museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine e del 2018 la selezione al Premio Michetti, presieduto da Renato Barilli. Nel 2019 ha realizzato l'opera "Depositi" che rimarrà in modo permanente nella collezione del giardino dello Spazio Thetis.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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