by Rosaria Pannico
Continuando questo progressivo viaggio
nel tempo nella collezione dedicata alla Magna Grecia (http://www.rosarydelsudartnews.com/2019/07/mann-collezione-magna-grecia.html )del MANN,
procediamo con l’analisi dei rapporti con le popolazioni di origine
italica (campani, sanniti, lucani e apuli) nell’Italia meridionale:
furono queste popolazioni che, negli ultimi decenni del V sec. a.C.,
si sostituirono ai greci nell’amministrazione delle città più
importanti, definendo nuove forme di organizzazione sociale per
esprimere un mutato retroterra ideologico e culturale. Significativo,
in tal senso, il consistente nucleo di materiali provenienti da Ruvo,
Canosa e Paestum: ancora una volta, dal rituale funerario, si
evincono i cambiamenti intercorsi in una comunità che diviene
fortemente gerar- chizzata. Spiccano, nella collezione, le celebri
lastre dipinte rinvenute nella Tomba delle Danzatrici, scoperta a
Ruvo il 15 novembre 1833: la scena di danza funebre, che si snoda
sulle pareti della tomba (datazione tra fine del V e inizi del IV
sec. a.C), costituisce a tutt’oggi una delle più alte attestazioni
della pittura antica nel Sud Italia. Ancora, tra i maggiori acquisti
che il governo borbonico riuscì ad assicurare al Museo, spiccano le
coppie di frontali e pettorali per cavalli, provenienti da una
sepoltura ruvestina di un cavaliere di rango principesco, così come
i due crateri a mascheroni apuli dall’Ipogeo del Vaso di Dario di
Canosa, vasi colossali la cui unica funzione doveva essere quella di
costosissimi status symbol.
Io quindi vi propongo questi due brevi video di approfondimento:
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