Lunedì 19 agosto, il teatro all’
aperto Kamaraton di Camerota ospiterà la messinscena dell’immortale
commedia musicale di Garinei e Giovannini, allestita
dall’Associazione La Meglio Gioventù.
Rugantino è una maschera senza
maschera: un impunito, dalla lingua lunga, che vuole avere sempre
l'ultima parola, l’emblema di un modo molto nostro di raccontarci
che è unico al mondo. E’ Rugantino – secondo il Belli – “
maschera del teatro di fantaccini, la quale presenta un linguacciuto
attaccabrighe che finisce poi sempre per toccarne da tutti e numerare
a debito altrui le busse del proprio conto”. Come ruganza
(“arroganza”), deriva il nome dal verbo romanesco rugà
(“protestare litigiosamente, brontolare minacce”) e di
conseguenza significa, attaccabrighe, sussurrane. Alcuni credono che
Rugantino discenda dal Miles Gloriosus di Plauto, il Ferrigni dal
vecchio Manducus che digrignava i denti e minacciava di mangiar vivo
il suo interlocutore esterrefatto; più esattamente, Francesco
Sabatini, lo ritenne derivato da una caricatura dei soldati del
Bargello, con origini settecentesche, come si arguisce dal vestiario
e dal codino. Porta infatti, il costume dei birri della fine del
secolo XVIII, che ricorda quello degl’incredibili del Direttorio.
Frac blu molto corto, panciotto e calzoni al polpaccio, scarpe con
fibbie. Come molte maschere, anche Rugantino che fa il Rodomonte pur
buscandone sempre, ha una sua compagna, Rosetta, popolana
linguacciuta ma fiera, piena di gioielli appariscenti, pronta a
venire alle mani se è offesa, la quale porta tra i capelli, a guisa
di spillone, lo spadino d’argento, tipica rappresentante delle
“minenti” romane. Rugantino è, però, nell’immaginario comune,
il personaggio del celeberrimo musical di Garinei e Giovannini,
datato 1963, uno spettacolo le cui pagine musicali, composte e
soprattutto arrangiate da Armando Trovajoli, non conoscono né
conosceranno stanchezza. “Roma non fa la stupida stasera”,
“Ciumachella de Trastevere”. Tutti invitati a Camerota, quindi
per Rugantino, lunedì 19 agosto, alle ore 21,30 (Ingresso euro 6),
grazie agli infaticabili e appassionati soci dell’ Associazione La
Meglio Gioventù, che di anno in anno, presentano ai turisti che
affollano il Cilento, i più interessanti musical prodotti negli
ultimi anni. Tutto è prodotto, con le proprie forze fisiche ed
economiche, dai ragazzi di quest’associazione, dai costumi alle
accurate scenografie, i quali, purtroppo, per un solo giorno l’anno
riescono ad accendere i riflettori e a rendere fruibile, ripulendolo,
uno splendido spazio quale è il Teatro all’aperto Kamaraton.
L’allestimento, per la regia di Roberta Nicolella, le scene di
Fabio D’Angelo, Tommaso Del Gaudio, Vincenzo Sgueglia, Nicola Bove,
Vittorio Scarpitta e Sabina Valiante, i costumi di Pina Mea,
FrancescaPia Del Duca, Anna Bardaro e Maria Ruocco, gli oggetti di
scena di Teresa Nicolella, i suoni della MasterSound Service,
saluterà assoluto protagonista il volto, di Alessandro Magliano il
quale si porrà a metà strada tra l’indimenticato Nino Manfredi e
la verve di Enrico Montesano. Un volto giovane che viene adottato da
Tommaso Del Gaudio, il quale interpreta quell’ “uomo rosso,
maestoso e dabbene, certo Mastro Titta, che aveva l’incarico di
separare le teste dai corpi. Egli compieva questo ufficio
puntualmente con una sveltezza e una nettezza degne di grande
memoria”. Le due donne in scena, saranno Antima Magliano, una
Rosetta volitiva, ed Enza Del Gaudio, nei panni di Eusebia, zitella,
“abbonata” e burina, in cerca di una buona sistemazione. Le due
storie d’amore quella di Rugantino e Rosetta e di Mastro Titta ed
Eusebia, s’intrecciano passando per scene esilaranti, quali quella
della “gattata”, nella cappella dei principi Paritelli, ripresa
da Fellini in “Roma” e della moneta arroventata gettata agli
stornellanti, che ritroviamo nel “Marchese del Grillo”, con
Alberto Sordi, sino al duetto finale tra boia e condannato, ove
s’intuisce che il guitto Rugantino, vuole morire, per essere
ricordato con onore, per vivere almeno un giorno “da omo”,
concentrando in una sola parola la rassegnazione e il rispetto per la
dignitosa decisione guarda verso la porta della prigione e dice
“apreme!”. Affollato il cast che saluterà un cameo di Don
Antonio Toriello Parroco della vicina Licusati e docente di oboe al
Conservatorio nelle vesti del Principe Niccolò Paritelli, con la
Principessa Marta Paritelli, Emilia Volpe, Gnecco sarà Pompeo
Scarpitta, il Rubbastracci Vincenzo Sgueglia, Boietto Biagio
Scarpitta, lo Scultore, Andrea Ruocco, il Cardinal Severini, Giovanni
Volpe, la Vecchietta Raffaella Calicchio, Don Fulgenzio Emanuele
Cammarano, mentre special Guest, nei panni del Cantastorie, sarà
Nicola Napolitano, tutti agli ordini della Vocal Coach Teresa
D’Alessandro e delle coreografe Cristina Pellegrino ed Emilia
Volpe.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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