Museo e Università insieme per
formazione e ricerca
Lezioni e laboratori all' Archeologico:
studenti protagonisti della vita del museo
Giulierini: 'Dalle convenzioni alla
didattica nei nuovi spazi
grazie alla programmazione'
Un progetto pilota su antisismica
Da una rete di venti convenzioni già
attive tra Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed Università
degli Studi di Napoli Federico II nasce il progetto “MANN in
Campus/Federico II”: un nuovo modello didattico che prevede lezioni
all'interno del Museo, nelle sale delle collezioni, nei depositi e
nei laboratori di restauro, come accade all'Ècole du Louvre.
La programmazione quadriennale del Mann
2019-2023, che il direttore Paolo Giulierini presenterà all'interno
del secondo piano strategico del suo mandato, consentirà
all'Università Federico II di pianificare a monte l'introduzione, in
ciascuno dei corsi individuati, di una parte laboratoriale e
'pratica' per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro nei
beni culturali, rendendosi protagonisti della vita di uno dei più
importanti musei al mondo.
All’interno del nuovo organico del
Museo Archeologico Nazionale è stato creato, infatti, un
“Dipartimento di ricerca”: così ciascun docente dell’Ateneo
Federiciano potrà contare su un tutor del MANN, che lavorerà come
un suo alter ego.
Gli studenti avranno opportunità di
seguire, passo passo, l'organizzazione di mostre al MANN o
all'estero, la predisposizione ed il monitoraggio annuale del
bilancio, gli aspetti della catalogazione del patrimonio, la nascita
delle linee editoriali, i grandi progetti del restauro e degli
allestimenti definitivi delle collezioni. In particolare, saranno
straordinarie le occasioni di studio e ricerca presso i depositi che,
in fase di riordino, custodiscono non soltanto materiale
archeologico, ma anche disegni e fotografie.
''L'Archeologico di Napoli diventa il
cantiere di sperimentazione concreta delle linee guida universitarie,
affrontando una serie di tematiche centrali e permettendo di formare,
su casi concreti e reali, gli studenti che dovranno affacciarsi a
questo mondo - spiega Paolo Giulierini - La novità è che questa
straordinaria esperienza si potrà fare nel Museo che più di tutti
gli altri ha relazioni internazionali strutturate, programmazione di
lungo periodo ed ora anche spazi''.
Grazie all'ampliamento nella fruizione
dell'edificio monumentale, con il rinnovato settore del Braccio
Nuovo', sarà possibile coinvolgere, sin da quest'anno accademico,
allievi della “Federico II” impegnati in diversi gli ambiti di
approfondimento: archeologia; restauro e conservazione dei beni
culturali; museologia; gestione dei beni culturali; comunicazione e
valorizzazione; rapporti internazionali fra i musei.
Ma non solo:''I cambiamenti epocali in
corso in termini di rapporti e di globalizzazione del pubblico - nota
Giulierini - la spinta dei nuovi musei ad orientamenti non solo
scientifici, ma anche politici e sociali, permetteranno di
sperimentare, in questo contesto, nuovi profili professionali. Penso
a mediatori culturali, psicologi, sociologi, esperti di normative
europee ed internazionali, figure che devono affiancarsi ai
tradizionali inquadramenti della carta delle professioni
museali''.
LE CONVENZIONI - Per il
quadriennio 2019-2023, la collaborazione interistituzionale, già
basata su una convenzione quadro (a cura della prof. Daniela
Savy/Dipartimento Giurisprudenza) e su accordi con singoli
dipartimenti e settori di ricerca (da Giurisprudenza ad Agraria, da
Studi Umanistici ad Architettura, dal Laboratorio di Urbanistica e
Pianificazione Territoriale-LUPT al Dipartimento DIST), adotterà una
visione complessiva ancora più ambiziosa.
“L’accordo quadro con il MANN
rappresenta il rapporto tra l’Università e il Museo Archeologico
Nazionale. Nell’accordo si collocano, infatti, la tante iniziative
che stiamo portando avanti insieme: dai temi giuridici legati allo
statuto e al diritto dei beni culturali a quelli più di tipo
ingegneristico guardando ai temi della sicurezza sismica del museo
stesso e del suo contenuto, ai temi strettamente connessi
all’archeologia, alla museologia, alle tematiche tipiche dei beni
culturali e delle scienze antiche. È un accordo quadro che ha anche
un’implementazione concreta molto importante, consistente
nell’apertura di spazi all’interno del Museo, dove possono
operare i nostri studenti per attività di formazione, di stage e di
perfezionamento. L’idea di portare l’Università nei musei e nei
luoghi d’arte insieme ad altre grandi istituzioni culturali è in
linea con il nostro obiettivo di integrare l’offerta formativa,
dare nuove opportunità ai nostri giovani e, soprattutto, guardare al
futuro con lo spirito dell’innovazione”, dichiara il Rettore
dell’Ateneo Federiciano, Gaetano Manfredi.
Numerose sono, infatti, le convenzioni
che, negli ultimi anni, hanno unito l’ateneo federiciano ed il
MANN, seguendo diverse linee operative e di ricerca: se il progetto
“Obvia-Out of boundaries viral art dissemination” ha avuto come
obiettivo la valorizzazione del brand museale e la
creazione di una rete culturale attiva nel territorio cittadino, non
sono mancati specifici percorsi di indagine sul management museale
e sulle peculiarità del patrimonio archeologico dell’istituto
(dalla collezione epigrafica alla statuaria campana, dalla ceramica
romana ai reperti di archeobotanica, dagli orologi solari alla
classificazione dei reperti); sempre grazie alla sinergia con la
“Federico II” sono state supportate la redazione dello statuto e
le procedure per importanti bandi pubblici del MANN, è stata
elaborata una nuova strategia per la connettività urbana, sono stati
definiti più moderni e rigorosi indirizzi per la politica dei
prestiti internazionali delle opere.
“Le iniziative del MANN si collocano
nel quadro di uno sforzo innovativo dei percorsi formativi che il
Dipartimento di Giurisprudenza sta conducendo e di apertura al
territorio. Questa rimeditazione dei percorsi formativi e dei
rapporti con il territorio è segnata dalla interdisciplinarietà,
dall’apertura ai contesti nei quali la scienza giuridica ma anche
le altre scienze si manifestano. Io credo che si tratti di una grande
occasione di arricchimento e di innovazione”, commenta Sandro
Staiano, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza.
Di particolare rilievo un
progetto pilota sull’antisismica in relazione ai beni mobili,
affidato al Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e
l’Architettura: si tratta di un tema di grande attualità, basti
pensare ai danni subiti dal patrimonio artistico del Centro Italia a
causa degli ultimi eventi sismici. La convenzione, che ha una
durata di diciotto mesi e sta trovando già applicazione nella
collezione Magna Grecia, è finalizzata all'ottimizzazione
del comportamento sismico dei nuovi allestimenti, nonché alla
definizione di interventi che migliorino la perfomance degli assetti
già esistenti. Prevista anche l'esecuzione di prove su tavola
vibrante per verificare l'efficacia dei provvedimenti proposti.
''L'argomento rappresenta un tema scientificamente ancora aperto -
spiega il prof. Andrea Prota - In questo senso il MANN è
certamente, tra i grandi Musei italiani, quello che in modo più
sistematico sta affrontando il problema che consiste non solo
nel puntare a ridurre i danni alle strutture in caso di
terremoto, ma anche a evitare i danni ai preziosissimi contenuti in
esso ospitati''.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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