A cura di Leo Lecci
Ingresso libero
Venerdì 29 novembre, alle 18:00 si
inaugura la mostra di Michelangelo Penso, Dimensioni infinite
Le Dimensioni infinite di Michelangelo
Penso in mostra, dal 30 novembre al 22 marzo 2020, al CAMeC della
Spezia. Con la personale dedicata all’artista veneziano, il Centro
Arte Moderna e Contemporanea riprende, con un progetto inedito, una
sua fondamentale mission: accogliere, segnalare e studiare le
principali espressioni artistiche del presente.
Nell’occasione questo obiettivo è perseguito attivando una collaborazione con l’Università degli Studi di Genova – nello specifico con il DIRAAS, Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo e con l’AdAC, Archivio d’Arte Contemporanea – che ha proposto Michelangelo Penso come rappresentante delle esperienze artistiche condotte negli anni Novanta, nell’ambito di un corso monografico dedicato all’ultima decade del secolo scorso. La sua ricerca sarà inoltre indagata attraverso un workshop rivolto agli studenti dell’ateneo genovese che si terrà presso la sede del CAMeC nel corso della mostra.
Curata da Leo Lecci, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Genova, l’esposizione sarà inaugurata venerdì 29 novembre alle ore 18.00. Saranno presenti l’artista, il curatore e i rappresentanti delle Istituzioni.
Michelangelo Penso (Venezia, 1964), che da diversi anni lavora a livello internazionale indagando le possibili connessioni tra ricerca scientifica e artistica, alla Spezia presenta un progetto espositivo concepito e realizzato appositamente per il museo e i suoi spazi.
Nelle sale del primo piano del CAMeC saranno infatti allestite tre grandi installazioni accompagnate da diverse opere a parete che ne attestano la lunga ed elaborata genesi; installazioni pensate per dare forma plastica e visibile a dimensioni infinite, ossia a quei mondi poco conosciuti, esplorati quasi esclusivamente nell’ambito della ricerca scientifica: l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo.
Cronòtopo, concepita all’inizio del 2019 e qui presentata in un nuovo allestimento, è un’istallazione a pavimento che configura, attraverso un algoritmo, l’assetto dei pianeti del sistema solare, riproducendo le frequenze da essi generate. Pelagibacter (2019) e Roseobacter (2019) sono installazioni site e contest specific, create cioè appositamente per gli spazi del CAMeC e ispirate allo studio scientifico dei batteri marini: grandi strutture, costituite da cinghie industriali sospese nello spazio del museo creano forme, in scala 20.000.000:1, ispirate a microrganismi scoperti la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, fondamentali per stabilizzare la temperatura del nostro pianeta.
Michelangelo Penso si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, sotto la guida di uno dei più importanti maestri del Novecento, Emilio Vedova, alla cui opera grafica il CAMeC ha dedicato una recente esposizione. Questa nuova mostra rappresenta così un ideale ponte tra passato e presente (l’allievo che espone negli stessi spazi del maestro), ma anche tra presente e futuro, considerando quanto il lavoro di Penso sia strettamente legato all’impatto che le scoperte scientifiche hanno e avranno sulla nostra esistenza, oggi e domani.
Michelangelo Penso sviluppa un nuovo concetto di scultura, usando materiali di origine industriale e lavorando in uno spazio compreso tra arte e scienza. Dal 1981 le sue installazioni sono state esposte in molti spazi privati e istituzionali, tra cui il MACRO di Roma (2019), la Reggia di Caserta (2018) e i Musei Civici di Bassano (2018). Tra le principali mostre si segnalano, inoltre, Exposition au Palais de Tokyo (Parigi, 2016), Nutrimentum (Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, Verona, 2015), Circuito genetico RSBP (Palazzo Fortuny, Venezia, Italia, 2011), Nuit Blanche - Dazibao d’images, installazione per l’Università Pierre et Marie Curie (Francia, 2004), XLV Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Punti cardinali dell’arte (Venezia, 1993).
Nell’occasione questo obiettivo è perseguito attivando una collaborazione con l’Università degli Studi di Genova – nello specifico con il DIRAAS, Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo e con l’AdAC, Archivio d’Arte Contemporanea – che ha proposto Michelangelo Penso come rappresentante delle esperienze artistiche condotte negli anni Novanta, nell’ambito di un corso monografico dedicato all’ultima decade del secolo scorso. La sua ricerca sarà inoltre indagata attraverso un workshop rivolto agli studenti dell’ateneo genovese che si terrà presso la sede del CAMeC nel corso della mostra.
Curata da Leo Lecci, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Genova, l’esposizione sarà inaugurata venerdì 29 novembre alle ore 18.00. Saranno presenti l’artista, il curatore e i rappresentanti delle Istituzioni.
Michelangelo Penso (Venezia, 1964), che da diversi anni lavora a livello internazionale indagando le possibili connessioni tra ricerca scientifica e artistica, alla Spezia presenta un progetto espositivo concepito e realizzato appositamente per il museo e i suoi spazi.
Nelle sale del primo piano del CAMeC saranno infatti allestite tre grandi installazioni accompagnate da diverse opere a parete che ne attestano la lunga ed elaborata genesi; installazioni pensate per dare forma plastica e visibile a dimensioni infinite, ossia a quei mondi poco conosciuti, esplorati quasi esclusivamente nell’ambito della ricerca scientifica: l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo.
Cronòtopo, concepita all’inizio del 2019 e qui presentata in un nuovo allestimento, è un’istallazione a pavimento che configura, attraverso un algoritmo, l’assetto dei pianeti del sistema solare, riproducendo le frequenze da essi generate. Pelagibacter (2019) e Roseobacter (2019) sono installazioni site e contest specific, create cioè appositamente per gli spazi del CAMeC e ispirate allo studio scientifico dei batteri marini: grandi strutture, costituite da cinghie industriali sospese nello spazio del museo creano forme, in scala 20.000.000:1, ispirate a microrganismi scoperti la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, fondamentali per stabilizzare la temperatura del nostro pianeta.
Michelangelo Penso si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, sotto la guida di uno dei più importanti maestri del Novecento, Emilio Vedova, alla cui opera grafica il CAMeC ha dedicato una recente esposizione. Questa nuova mostra rappresenta così un ideale ponte tra passato e presente (l’allievo che espone negli stessi spazi del maestro), ma anche tra presente e futuro, considerando quanto il lavoro di Penso sia strettamente legato all’impatto che le scoperte scientifiche hanno e avranno sulla nostra esistenza, oggi e domani.
Michelangelo Penso sviluppa un nuovo concetto di scultura, usando materiali di origine industriale e lavorando in uno spazio compreso tra arte e scienza. Dal 1981 le sue installazioni sono state esposte in molti spazi privati e istituzionali, tra cui il MACRO di Roma (2019), la Reggia di Caserta (2018) e i Musei Civici di Bassano (2018). Tra le principali mostre si segnalano, inoltre, Exposition au Palais de Tokyo (Parigi, 2016), Nutrimentum (Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, Verona, 2015), Circuito genetico RSBP (Palazzo Fortuny, Venezia, Italia, 2011), Nuit Blanche - Dazibao d’images, installazione per l’Università Pierre et Marie Curie (Francia, 2004), XLV Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Punti cardinali dell’arte (Venezia, 1993).
L’esposizione sarà visitabile fino al 22 marzo 2020, da martedì a domenica dalle 11.00 alle 18.00 (chiuso il lunedì, Natale, Capodanno). Ingresso intero euro 5, ridotto euro 4, ridotto speciale euro 3,50. Per informazioni: tel. +39 0187 727530, camec@comune.sp.it, http://camec.museilaspezia.it.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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