a cura di Maurizio Vitiello
e con il coordinamento di Enzo le Pera
Galleria d’Arte “Il Triangolo”
Via degli Alimena, 31d, 87100 - Cosenza
16 - 30.11.2019
Sabato 16 novembre 2019, alle ore 17:00,
sarà inaugurata la mostra, curata dal sociologo e critico d’arte
Maurizio Vitiello e coordinata dal saggista d’arte Enzo le Pera,
intitolata “VIAGGI”, con opere di vari segmenti temporali, dal
2000 al 2019, dell’artista Giuseppe Panariello, che festeggia
i cinquanta anni di attività, alla Galleria d’Arte “Il
Triangolo”, Via degli Alimena, 31d, 87100 - Cosenza (0984.73633 –
www.galleriailtriangolo.com – info@galleriailtriangolo.com),
diretta da Giorgio Le Pera, in collaborazione con l’Associazione
Nazionale Sociologi – Dipartimento Campania.
L’esposizione
resterà aperta sino a sabato 30 novembre 2019; orario galleria:
10,30-13.00/16,30-19.30.
Con viva preghiera di cortese
pubblicazione e sollecita diffusione. Grazie!!
Scheda della mostra “VIAGGI”, a
cura di Maurizio Vitiello:
“VIAGGI” è il titolo della mostra
di Giuseppe Panariello, che sarà aperta, dal 16 al 30 novembre 2019,
alla storica Galleria d’Arte “Il Triangolo” di Cosenza.
Le elaborazioni convinte di Giuseppe
Panariello contengono sensi e segmenti di una declinazione che ci fa
pensare a Mark Rothko.
… I quadri devono essere miracolosi.
Nell’istante in cui un quadro è
terminato,
ha fine l’intimità tra la creazione
e il creatore.
Il creatore diventa esterno alla sua
stessa opera.
Per lui, come per chiunque altro
Il quadro dovrà essere una
rivelazione,
la soluzione inattesa e inedita di un
problema
che da sempre urge dentro.
… non credo che sia mai stata
questione
di essere figurativi o astratti.
Piuttosto si tratta di porre fine a
questo silenzio
E a questa solitudine, di dilatare il
petto
E tornare a respirare. (Mark Rothko).
Giuseppe Panariello, tra l’altro,
precisa: “C’è discontinuità pittorica. Una netta
contrapposizione con generi e mode pittoriche. Oggi, la pittura è
governata dall’urgenza degli eventi sociali, dalla cronaca, dalla
crisi mondiale della politica e tantissime altre criticità. Oggi,
l’artista è il poeta contemporaneo della ricerca, necessaria per
avviare una riflessione sulle variabili fondamentali sull’arte,
senza cedere alla tentazione di far prevalere il mercato sulla
personalità lavorativa.”
Donatella Trotta, tra l’altro,
segnala: “I supporti, poveri, e la materia pittorica, scelta con
acuta cognizione per una disamina dei labirinti dell’anima, sommano
composizioni senza compiacimenti, ma d’impatto. L’arte oltre
l’arte. Per parlare alle coscienze di tutti con il linguaggio
radicale – ancestrale – del gesto. E per generare un atto (non
soltanto est-etico ma anche poetico, politico) che possa dare un
senso nuovo all’insensatezza del mondo, un futuro al principio
speranza, un orizzonte (o una meta, perennemente mobile) alla
spaesatezza e all’erranza come destino dell’umanità …
Nell’attuale crisi globale che è - prima ancora che
economico-finanziaria e sociale - fondamentalmente una crisi di
senso, e di orientamento, il progetto di Panariello offre così una
significativa sintesi tra Oriente e Occidente che da anni, peraltro,
ispira in modo subliminale la sperimentazione artistica dell’autore
e didatta napoletano, permeando il dettato inconscio della sua
concezione laicamente sacrale dell’arte, nutrendo la sua
sensibilità vibratile e determinando il suo approccio non
impositivo, prescrittivo, dogmatico ma sempre maieutico alla
realtà.”.
Giuseppe Panariello sottolinea icone
metaforiche, penetranti nella loro semplicità formale, che investono
e interrogano l’immaginario. Sono la libera evocazione di passati
lontani, di testimonianze post-moderne, di equilibri estetici fondati
sulla percezione di un tempo sempre presente. La visione di intenso
rigore formale porta alla riflessione su un silenzio dell’anima,
quell’anima che ha scandito il tempo e che ha conosciuto i luoghi
di uno spazio interiore. L’opera resta come muta testimonianza,
residuo di una realtà passata, ma non dissolta. Giuseppe Panariello,
Pippo per gli amici, riesce con materiali particolarissimi a
esprimere un’estetica d’indubbia qualità performativa e di primo
piano concettuale. Dei suoi lavori si possono apprezzare finezza
compositiva, equilibrio raggiunto, armonia della bellezza,
spiritualità esistenziale, sensibilità ben distribuita, amalgama
visivo. In conclusione, quest’esposizione merita attenzione per
meglio comprendere la fattura di opere singolari e particolari,
realizzate grazie al “gesto” cromatico con glitter su lamiere di
ferro, appositamente fatte arrugginire. Rimbalza, quindi, in queste
opere esposte, appartenenti a vari segmenti temporali, dal 2000 al
2019, la sintesi icastica della storia del gesto, e non solo.
(Maurizio Vitiello)
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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