Ricorrenza: 25
dicembre
Messa della Notte di Natale/A dal
Vangelo di Luca (Lc 2,1-14)
«Oggi vi è nato il Salvatore»
Gesù nasce in un piccolo e
insignificante villaggio della Giudea alla periferia dell’impero,
ma la sua nascita scavalca i limiti dello spazio e del tempo e si
colloca al centro dell’universo. È Dio che guida la nostra storia
e mette in animo a Cesare Augusto (29 a.C.-14 d.C.) di censire la
popolazione del suo vasto impero perché il Messia nascesse nella
città di Davide. E così Giuseppe, che apparteneva alla famiglia di
Davide, insieme a Maria, sua sposa, per sbrigare le pratiche del
censimento, dovette spostarsi «dalla città di Nàzaret alla città
di Davide chiamata Betlemme». Immaginiamo le difficoltà e i disagi
di un viaggio di 130 Km. a piedi e a dorso d’asino, soprattutto per
Maria che era incinta. Il viaggio sarà durato almeno una settimana e
proprio quando arrivano a Betlemme «si compirono per [Maria] i
giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo
avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non
c’era posto nell’alloggio».
Gesù nasce nel nascondimento di un
ambiente umile e povero ma circondato dall’amore di una mamma
premurosa che ha portato con sé il corredino del nascituro e appena
nato «lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia», la culla
dei poveri.
Dopo il racconto della nascita san Luca introduce la
scena dei pastori ai quali è annunziata la nascita del Salvatore
prima che a qualsiasi altra categoria di uomini perché Dio da sempre
predilige i piccoli, gli umili, i poveri.
All’umiltà dei
destinatari della «buona notizia» corrisponde l’umiltà del segno
celeste: «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
Ed è questa «umiltà di Dio», che nella notte del 25 dicembre
1223, Francesco d’Assisi fa rivivere a Greccio, dando origine al
primo presepe vivente della storia.
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