Partita il 10 dicembre 2019, al Museo
degli Uffizi di Firenze, la mostra I Cieli in una stanza. Soffitti
lignei a Firenze e a Roma nel Rinascimento, nasce come reazione alla
sventura del crollo del soffitto della chiesa di San Giuseppe dei
Falegnami a Roma.
Il sito di Ercolano è presente alla
mostra di Firenze (Uffizi, Sala Detti e Sala del Camino, 10 dicembre
2019 - 8 marzo 2020), presentando per la prima volta in assoluto un
lacunare del controsoffitto a cassettoni, appartenente ad uno
straordinario complesso di oggetti in legno pertinenti alla copertura
di una grande sala triclinare della Casa del Rilievo di Telefo (pari
a quasi un quarto dell’intera copertura).
La scoperta del tetto, che conserva
l’unica capriata in legno che ci è arrivata dal mondo romano, e
del controsoffitto del cosiddetto Salone dei Marmi, si deve agli
interventi di sistemazione dell’antica spiaggia di Ercolano
nell’ambito delle attività condotte dall’Herculaneum
Conservation Project, un partenariato pubblico privato avviato nel
2001 dal Packard Humanities Institute in collaborazione con l’allora
Soprintendenza archeologica, oggi Parco Archeologico di Ercolano.
Questa collaborazione, giunta quasi al suo ventesimo anniversario,
costituisce un unicum sullo scenario nazionale, ed ha permesso la
scoperta, lo scavo, la documentazione e l’immediato consolidamento
e conservazione dei preziosi manufatti lignei di una copertura
crollata nel momento dell’eruzione del 79 A.D. L’insieme dei
manufatti costituisce una precisa testimonianza dell’ostentazione
dell’elevatissimo status sociale dei proprietari della casa,
probabilmente la potente famiglia dei Nonii Balbi, di rango equestre,
accreditata da rapporti diretti con la famiglia imperiale nella
persona di Augusto.
La sala era utilizzata come coenatio
(sala da banchetto) e la decorazione del pavimento, delle pareti e
del controsoffitto era basata sull’impiego di materiali rari e
costosi, quali i marmi colorati provenienti da cave poste in tutto
l’arco del Mediterraneo e in Africa, e sull’applicazione di
competenze artigianali sofisticate e ricercate, come quelle impiegate
nel pavimento in marmo realizzato con la tecnica dell’opus sectile,
oppure dal tipo di assemblaggio scelto per il soffitto ligneo e dalle
decorazioni intagliate e policrome dei tre piani di profondità che
caratterizzano i lacunari, impreziositi al centro da lamine d’oro.
“Posso affermare che il Parco di
Ercolano ha allargato i propri confini, – dichiara il Direttore
Sirano –ci troviamo in un periodo di grande fermento e sono davvero
orgoglioso che il Parco sia protagonista dei diversi appuntamenti
culturali che si svolgono in ambito nazionale e internazionale. Il
progetto scientifico della mostra di Firenze ci è apparso un’ottima
occasione per mostrare al grande pubblico attraverso il dialogo
interdisciplinare, in una sede del massimo prestigio quale Gli
Uffizi, cosa abbia significato il Ri-nascimento per i suoi
contemporanei e cosa insegni oggi a noi nella prospettiva di lungo
periodo. Dalla visione della mostra scaturisce spontanea
l’impressione di quale incredibile livello artigianale sia stato
attinto in Italia anche in età romana e in campi dell’arte solo
apparentemente negletti a causa dell’assenza di testimonianze
fisiche. Un’assenza che Ercolano, caso unico in tutto il mondo
antico romano, colma con una larga messe di dati sia quantitativi sia
qualitativi. Mi auguro che l’ evidenza unica e in stupefacente
stato di conservazione, qui presentata per la prima volta al pubblico
al termine di lunghi e laboriosi restauri, sensibilizzi un numero
sempre maggiore di cittadini verso l’importanza della tutela e
della valorizzazione del patrimonio culturale in ogni epoca e su ogni
orizzonte geografico.”
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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