Biografia
Sergio
Vollono, fotografo, nato a Roma
NEL 1956 e appassionato di fotografia
fin dall’adolescenza.
La
passione è cresciuta ed è diventata una cosa vera dopo che un
fotografo romano lo accoglie nella sua bottega e lo inizia ai segreti
di questa grande arte.
Nel frattempo continua a studiare e nel 1982 si laurea in Economia e Commercio.
Nel frattempo continua a studiare e nel 1982 si laurea in Economia e Commercio.
Nel
1987, trasferitosi a Padova, apre uno studio “Studio Eidos”.
Rimane aperto per 12 anni e sono anni belli, intensi, emozionanti. Si
fa moda, si fa still-life e si fanno tanti matrimoni che rendono
ancora bene.
Nel
2008 nasce l’idea di “Arte Laterale”, associazione culturale no
profit, che si occupa principalmente di fotografia e territorio, fino
al 2014.
Nel
2012 incontra “la” Light Painting, sofisticata tecnica di
illuminazione realizzata partendo da un set completamente buio
squarciato da fasci di luce mobile con cui il fotografo “pennella”
il soggetto. Nello stesso anno incontra “la fotografia di Boxe”
quella alta, quella del professionismo e dei titoli nazionali ed
europei. Un’ altra sfaccettatura del suo approccio aperto e
poliedrico all’esperienza fotografica.
Nel
2015 esordisce con una mostra interamente realizzata in Light
Painting che si tiene a Padova presso il locale “Amsterdam Cafè”.
La mostra ottiene un ottimo successo di pubblico e di critica. Si
intitola Still Light ed è curata dalla giornalista Barbara Codogno. Sempre
nel 2015, nel numero di dicembre, la rivista FOTOGRAFARE pubblica un
suo articolo di TECNICA dal titolo LIGHT PAINTING CREATIVO.
Nel
2017 un nuovo lavoro, anche questo in Light Painting, è esposto
presso La Scuola del Fumetto a Milano in occasione di Milano
Photofestival, invitato da Roberto Mutti. Il
lavoro si chiama Still Job ed è completamente curato dal critico
Massimiliano Sabbion.
Nel
2018 la stessa mostra sbarca a Roma, invitata da Photosophia e Libera
Accademia di Roma & Università Popolare dell Sport Lar-UPS e
curata dal fotografo Silvio Mencarelli. Un’intervista è pubblicata
su Photosophia Gold Edition. Nello stesso periodo comincia a proporre
ai suoi clienti la soluzione del Light Painting come motivo di
creatività e di differenziazione nella foto pubblicitaria.
Nel
2019 sbarca a BASSANO FOTOGRAFIA nella sezione “fuoripalazzo” e
presenta il suo ultimo lavoro eseguito in Light Painting dal titolo
“IL TRENO DEI DESIDERI”, una storia piccola e leggera che serve
ad allentare la pressione dell’impegno ed a scoprire un altro lato
della propria creatività.
Nota
Autocritica
Amo
pensare a me come “UN FOTOGRAFO DI STRADA” (é anche il nome del
mio sito). Tanta passione, molto lavoro, tanto tempo ad imparare "a
bottega" come si faceva una volta. Imparare dal maestro, dai
maestri. Sono fortunato perché oggi non ce ne sono più tanti
disponibili a trasmettere le proprie conoscenze.
Ho fatto il garzone ed ho imparato tutto sulla pellicola, sulle macchine, sui flash, sui colorimetri, sulla gestione dei set, dei clienti e delle modelle e degli oggetti da riprendere. Dal lavoro ho imparato tutto quello che so. Ma la fotografia è tante altre cose, per fortuna.
In più di quarant’anni di professione ho praticato tanti generi di fotografia (anche perché ho collaborato con riviste e quotidiani) dalla moda al ritratto, allo still life, la foto di cronaca, la foto di sport, la foto di cerimonia, la foto industriale o quella di architettura. Ho sempre affrontato tutte le sfide perché per natura sono curioso ma non ho mai cercato una forte specializzazione perché sono, come uomo e come artista, interessato a tutto quello che non conosco. E credo che il voler affrontare tanti argomenti diversi, tante situazioni ambientali e tecniche diverse, sia stato un vantaggio straordinario.
Ho fatto il garzone ed ho imparato tutto sulla pellicola, sulle macchine, sui flash, sui colorimetri, sulla gestione dei set, dei clienti e delle modelle e degli oggetti da riprendere. Dal lavoro ho imparato tutto quello che so. Ma la fotografia è tante altre cose, per fortuna.
In più di quarant’anni di professione ho praticato tanti generi di fotografia (anche perché ho collaborato con riviste e quotidiani) dalla moda al ritratto, allo still life, la foto di cronaca, la foto di sport, la foto di cerimonia, la foto industriale o quella di architettura. Ho sempre affrontato tutte le sfide perché per natura sono curioso ma non ho mai cercato una forte specializzazione perché sono, come uomo e come artista, interessato a tutto quello che non conosco. E credo che il voler affrontare tanti argomenti diversi, tante situazioni ambientali e tecniche diverse, sia stato un vantaggio straordinario.
Il
Light Painting
“Dal
buio nasce la luce“ non è soltanto una frase ad effetto per un
titolo ma anche la più autentica sintesi per spiegare cosa é
veramente il Light Painting. Tutti sanno che la parola fotografia
deriva dal greco e significa “scrivere con la luce“. Ma se
scriviamo con la luce, aggiungo io, significa che il foglio su cui
scriviamo è scuro, nero, buio appunto.
La quasi totalità delle fotografie per essere realizzate prevede sempre che, dati un soggetto ed una fonte di luce che lo illumina, nella frazione di secondo in cui questo avviene la distanza e la posizione fra di loro restano fisse. Ma cosa succede se invece a fronte di un’esposizione lunga, diciamo superiore alla decina di secondi, la luce si muove rispetto al soggetto? Succede esattamente che, muovendosi sul soggetto, la luce “pennella“ strisce più o meno larghe, più o meno intense, più o meno colorate, più o meno radenti o incidenti, che renderanno visibile il soggetto soltanto laddove noi vogliamo che sia visibile e come vogliamo che compaia. La luce che si muove rispetto al soggetto rappresenta quindi uno dei punti cardinali su cui si fonda questa illuminotecnica. Si perché parlando di Light Painting bisogna iniziare a definirlo correttamente per non ingenerare false aspettative: è una tecnica di illuminazione che si usa in fotografia e che prevede un set al buio e lunghe esposizioni durante le quali una o più sorgenti luminose vengono puntate sul soggetto o su una parte di esso per illuminarlo come se fossero pennelli con cui si vernicia una qualunque superficie.
Non mi soffermo sugli aspetti tecnici in questa sede. Voglio solo parlare delle emozioni, che sono tante. Intanto bisogna precisare subito che lavorare con questa tecnica implica automaticamente la rinuncia ad ogni fotografia scattata al volo o rubata come si dice.
Ogni immagine che noi creiamo (l’immagine è legata all’immaginazione ed all’immaginario, mentre la fotografia é legata maggiormente alla constatazione del reale) necessita intanto di una fase più o meno lunga di sceneggiatura o scrittura. Ogni foto è un progetto e come tale va affrontata, e quindi la preparazione del set, che può richiedere molto lavoro, deve essere attentamente pensata sopratutto in relazione alla fase in cui si procederà all’illuminazione.
Quindi si passa alla ricerca di location, materiali, oggetti, costumi, interpreti e quanto può servire per arricchire il racconto, per renderlo più preciso. Si studia la sistemazione del tutto in funzione del momento dell’illuminazione che avverrà al buio.
Poi bisogna studiare le luci per capire quali ci serviranno. Se la location da illuminare é grande occorrerà decidere se e come suddividerla in aree omogenee per fare tanti scatti. Gli scatti verranno poi fusi con la postroduzione in un’unica “immagine”. Anche per i diversi materiali e i diversi colori degli oggetti da illuminare, ovviamente, devono essere fatte attente valutazioni. Ci sono poi le persone, che devono esprimere emozioni ma rimanere fermi bloccati per diversi secondi! Fotografare le persone con il Light Painting è un altro passaggio complesso che riguarda il rapporto che il fotografo ha con chi si presta come modello. Anche in questo caso è la pratica che guida perché non esistono regole generali da applicare, le persone sono tutte diverse e in esposizioni che possono durare anche 20 secondi gli stratagemmi, le soluzioni improvvisate a volte fanno la differenza.
La quasi totalità delle fotografie per essere realizzate prevede sempre che, dati un soggetto ed una fonte di luce che lo illumina, nella frazione di secondo in cui questo avviene la distanza e la posizione fra di loro restano fisse. Ma cosa succede se invece a fronte di un’esposizione lunga, diciamo superiore alla decina di secondi, la luce si muove rispetto al soggetto? Succede esattamente che, muovendosi sul soggetto, la luce “pennella“ strisce più o meno larghe, più o meno intense, più o meno colorate, più o meno radenti o incidenti, che renderanno visibile il soggetto soltanto laddove noi vogliamo che sia visibile e come vogliamo che compaia. La luce che si muove rispetto al soggetto rappresenta quindi uno dei punti cardinali su cui si fonda questa illuminotecnica. Si perché parlando di Light Painting bisogna iniziare a definirlo correttamente per non ingenerare false aspettative: è una tecnica di illuminazione che si usa in fotografia e che prevede un set al buio e lunghe esposizioni durante le quali una o più sorgenti luminose vengono puntate sul soggetto o su una parte di esso per illuminarlo come se fossero pennelli con cui si vernicia una qualunque superficie.
Non mi soffermo sugli aspetti tecnici in questa sede. Voglio solo parlare delle emozioni, che sono tante. Intanto bisogna precisare subito che lavorare con questa tecnica implica automaticamente la rinuncia ad ogni fotografia scattata al volo o rubata come si dice.
Ogni immagine che noi creiamo (l’immagine è legata all’immaginazione ed all’immaginario, mentre la fotografia é legata maggiormente alla constatazione del reale) necessita intanto di una fase più o meno lunga di sceneggiatura o scrittura. Ogni foto è un progetto e come tale va affrontata, e quindi la preparazione del set, che può richiedere molto lavoro, deve essere attentamente pensata sopratutto in relazione alla fase in cui si procederà all’illuminazione.
Quindi si passa alla ricerca di location, materiali, oggetti, costumi, interpreti e quanto può servire per arricchire il racconto, per renderlo più preciso. Si studia la sistemazione del tutto in funzione del momento dell’illuminazione che avverrà al buio.
Poi bisogna studiare le luci per capire quali ci serviranno. Se la location da illuminare é grande occorrerà decidere se e come suddividerla in aree omogenee per fare tanti scatti. Gli scatti verranno poi fusi con la postroduzione in un’unica “immagine”. Anche per i diversi materiali e i diversi colori degli oggetti da illuminare, ovviamente, devono essere fatte attente valutazioni. Ci sono poi le persone, che devono esprimere emozioni ma rimanere fermi bloccati per diversi secondi! Fotografare le persone con il Light Painting è un altro passaggio complesso che riguarda il rapporto che il fotografo ha con chi si presta come modello. Anche in questo caso è la pratica che guida perché non esistono regole generali da applicare, le persone sono tutte diverse e in esposizioni che possono durare anche 20 secondi gli stratagemmi, le soluzioni improvvisate a volte fanno la differenza.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
Grande Sergio! un vero artista e maestro!!!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
Eliminasilvia b.
EliminaBravissimo Sergio. interessantissima la tua storia professionale.
RispondiEliminaSergio è un grandissimo professionista e un amico! Spero di collaborare con lui presto!
RispondiEliminaInteressante e suggestivo! Inoltre si denota il tentativo dell'autore di raccontare qualcosa in modo davvero originale...
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