(Dal 7 dicembre al 6 gennaio con
il patrocinio del Comune, Cava diventa la città delle favole)
Presentato stamattina nell’Aula dei
Gemellaggi del Comune di Cava De’ Tirreni il percorso sperimentale
natalizio «Un Natale da Favola», promosso da “Ma dove vivono i
cartoni?” con il patrocinio del Comune.
Per la prima volta a Cava de’ Tirreni
arriva l’innovativo evento «Un Natale da Favola», con la
rappresentazione metastorica delle favole cult, che si terrà dal 7
dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 nel suggestivo Complesso Monumentale
di Santa Maria del Rifugio, in piazza San Francesco a Cava de’
Tirreni (Salerno).
Un esperimento sociale denominato «Ma
dove vivono i cartoni?», promosso dalla grande famiglia di
«Animazione in Corso Srl» di Aurora Manuele, direttore artistico
Francesco Chiaiese con il patrocinio del Comune di Cava de’
Tirreni. Ad accogliere positivamente la kermesse il primo cittadino
di Cava, il dottor Vincenzo Servalli e l’assessorato alla Cultura
nella persona dell’assessore, il prof. Armando Lamberti, che con
profonda sensibilità e spirito di ampie vedute hanno appoggiato il
progetto prevedendone il valore.
Per l’intero periodo natalizio nel
complesso con il chiostro del ‘500 più volte distrutto dai
terremoti e poi restaurato rispettando gli antichi impianti, che
ospita attualmente la Galleria Comunale d'Arte, la Sala Conferenze,
l'Ostello per la Gioventù, ci saranno una serie di attività
teatrali, ludiche, pedagogiche e culturali dedicate ai bambini ma
anche alle famiglie.
La meta-favola è un approccio
innovativo alla classica rappresentazione della favola che tende a
superare l’assetto spazio-temporale del racconto per calarsi nella
realtà circostante, nel contesto e costituire un’esperienza
immersiva per i partecipanti. Il racconto, sebbene abbia origini
antiche, rivive qui ed ora grazie all’interazione tra attori e
spettatori che partendo da uno spunto costruiscono una trama, ogni
volta.
Quando, poi, l’estro artistico e
innovativo si unisce al valore storico di un territorio, il risultato
è vincente perché la performance non è solo fine a sé stessa,
bensì congeniale ad unire gli spettatori, offrire loro momenti
creativi ed educativi, renderli protagonisti e catapultarli nel mondo
dei siti storici e culturali del nostro prezioso patrimonio
artistico. Se poi è Natale, l’inconfondibile atmosfera della
ricorrenza più attesa dell’anno rende tutto più magico.
L’esperimento di «Ma dove vivono i
cartoni?» è di portare in scena, nel meraviglioso scenario del
complesso storico, le favole più famose di ogni tempo a firma di
grandi autori (da Hans Christian Andersen a James Matthew Barrie, da
Jacob e Wilhelm Grimm a Charles Parrault, da Jean La Fontaine a Carlo
Collodi) attraverso il concetto di «immersività», per rendere i
partecipanti da spettatori a protagonisti. Con la meta-favola,
infatti, nessuno ha un ruolo passivo: attori, ballerini, maschere,
adulti, bambini e, persino, i luoghi e gli oggetti sono tutti
protagonisti di una favola che nasce ogni volta e, nello stesso
tempo, è assoluta.
«Legato inesorabilmente all’atmosfera
natalizia in cui è immerso – dice Aurora Manuele - «UN NATALE DA
FAVOLA» è un evento che non ha precedenti: è la prima teatrale in
cui non c’è distanza tra attori e pubblico, che interagiscono e
si accompagnano creando un intreccio magico. Non c’è una sola
scena, ma ben 10, e non c’è una sola platea. Cosa andrà in
scena? Le favole classiche, quelle della vostra infanzia, quelle che
conosciamo tutti e che crediamo sia importante tramandare ai nostri
piccoli: Biancaneve, Mary Poppins, Pinocchio, Cappuccetto Rosso, lo
Schiaccianoci, Cenerentola, Peter Pan e tante, tante altre. Ma il
racconto e l’interazione si vestono di rivisitazioni originali, che
hanno sempre un intento pedagogico. Infine, manteniamo fede sempre
alla nostra mission principale che è quella di riportare al centro
il valore della famiglia, laddove i ritmi odierni tendono sempre più
a ridurre i momenti di aggregazione e unione tra le persone».
«La nostra sfida è valorizzare
l’aspetto romantico della favola- aggiunge Francesco Chiaiese –
che non sia un racconto fine a sé stesso, ma che produca emozioni e
sentimenti in itinere al momento della rappresentazione. Una messa in
scena metastorica, appunto, in cui i ricettori diventino da
spettatori, protagonisti. Inoltre, vogliamo promuovere il valore
dell’essere bambino, perché i bambini hanno tanto da insegnare
agli adulti, se ci fosse più tempo per prestare loro attenzione ed
ascoltarli. Ci piace molto che gli adulti guardino il mondo con gli
occhi dei bambini. Io sono dell’idea che tra il “c’era una
volta” e il “vissero felici e contenti” c’è un variegato
mondo di possibilità e nulla è definitivo: i nostri spettatori
sono chiamati a scegliere quale strada prendere davanti ad ogni
bivio, per arrivare al finale che i propri sensi e i propri
sentimenti indicano in quel momento. E, in questo modo, le famiglie
si impegnano a creare arte, sono unite e determinate a costruire
insieme qualcosa di bello, mentre prestano più attenzione alle cose
che ci circondano e sono meno distratte, come vorrebbe la società
odierna. C’è tanto bisogno di favole: un po’ come negli anni ’80
quando eravamo felici con poco, ora abbiamo tutto e siamo meno
felici».
«Il Natale – afferma il Sindaco di
Cava De Tirreni, Vincenzo Servalli - è soprattutto la festa dei
bambini, ed è l’occasione per ritrovarsi nelle proprie famiglie e
ritrovare il senso dei valori che abbiamo il dovere, da genitori, di
trasferire alle nuove generazioni. La solidarietà, l’amore verso
il prossimo, il rispetto, l’educazione, ma anche mantenere vive le
tradizioni, possono sembrare valori scontati ma non è così, e se
anche le favole possono contribuire a ciò, allora portare i propri
figli agli spettacoli di “Un Natale da favola” farà bene anche
ai genitori».
“In un luogo culto del nostro
territorio – dice l’assessore Armando Lamberti – accogliamo per
un mese un evento rivolto ai bambini ma che coinvolgerà anche i
grandi. Sarà un modo per vivere lo spettacolo, la magia del Natale e
visitare il complesso monumentale di Santa Maria del Rifugio che alla
fine degli anni ’90 è stato oggetto di una importante
ristrutturazione”.
Info line 081/8678369
Whatsapp 327/2540679
Il progetto sociale:
Ai tempi dei social e della frenesia
multimediale c’è sempre meno tempo e modo per unire la famiglia,
crollano i valori e l’intimità familiare e tutti, bambini, giovani
e adulti sembrano ipnotizzati dagli smartphone e dai supporti
digitali.
«Ma dove vivono i cartoni?» è un
esperimento sociale che, attraverso attività teatrali e di
animazione all’avanguardia, cerca di rievocare quel focolare
domestico unendo grandi e piccini in attività formative, a contatto
con i siti storici e culturali, con la natura e con la storia. Il
file rouge è sempre la favola, perché l’immaginazione e la
fantasia consentono di sviluppare le capacità intellettive,
interattive e di rafforzare i sentimenti. L’uso spropositato dei
cellulari sta ostacolando il naturale sviluppo cerebrale degli esseri
umani, oltre a causare isolamento e solitudine di ognuno.
«Ma dove vivono i cartoni?» cerca di
valorizzare il ruolo della famiglia, proporre itinerari che tengano
uniti genitori e figli, laddove i cellulari e i monitor dei pc
rappresentano sempre più una barriera.
Il progetto innovativo è della società
«Animazione in corso» Srl., amministrata dalla dottoressa Aurora
Manuele con la direzione artistica del professore Francesco Chiaiese.
Laureata in Economia e Commercio,
Aurora Manuele in seguito a diversi studi sociologici ha deciso di
dedicarsi interamente ai concetti di famiglia, formazione e crescita
valoriale. Al suo fianco il professore Francesco Chiaiese, laureato
in Scienze dell’Educazione, il quale si occupa della direzione
artistica, della regia e della sceneggiatura di tutte le attività
del progetto.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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